Tulsa King giunge al suo season finale con la resa dei conti tra Dwight “The General” Manfredi e la Black Macadam gang, capitanata dallo psicopatico Caolan Waltrip.
Una prima stagione sicuramente positiva per la nuova creatura di Taylor Sheridan (e Terence Winter) che continua il suo flusso di coscienza e sembra non fermarsi mai in quanto a serie tv (la stessa Tulsa King, Yellowstone, 1923, 1883 e la seconda stagione in arrivo di Mayor Of Kingstown).
Un Sylvester Stallone in stato di grazia è riuscito a trainare lo show con il suo carisma e la sua scanzonata comicità, mentre regia e fotografia hanno fatto il loro sporco lavoro, aiutate anche da una sceneggiatura a tensione crescente.
Certo, come si è sottolineato nelle precedenti recensioni, si è arrivati a questo finale in maniera concitata e repentina, dovendo chiudere un occhio su alcuni eventi e situazioni poco plausibili ma dati per buoni lo stesso.
Nonostante tutto, lampante è la bravura di Terence Winter nel creare personaggi iconici, sfaccettati ed una storia che sa tenere alta l’attenzione dello spettatore.
LA RESA DEI CONTI CON CAOLAN WALTRIP
Dopo aver tentato – fallendo miseramente – un approccio diplomatico, i due boss di Tulsa capiscono che l’unico modo per mettere fine a questa faida è con uno scambio di prioiettili.
Personaggi forti come Dwight e Caolan, infatti, non possono coesistere nello stesso ecosistema, soprattutto per via di un Caolan molto più malvagio e psicopatico, senza nessun barlume di empatia o valori (che invece si ritrovano nella personalità di Dwight). The General capisce subito che il capo dei Black Macadam è una bomba ad orologeria da disinnescare prima che sia troppo tardi e le conseguenze siano disastrose per tutti.
La resa dei conti arriva sul finale dell’episodio, dove la nuova Famiglia di Dwight si scontra con la gang di Caolan in un vero e proprio massacro. Spinto dalla sete di vendetta, ma anche dalla voglia di riscattarsi e mettere fine alla scia di sangue, The General riesce ad avere la meglio uccidendo Waltrip.
Tulsa King elimina, così, il suo primo villain della serie, interpretato da un bravissimo Ritchie Coster che ha saputo rendere Caolan un vero diavolo spietato.
LA RESA DEI CONTI CON CHICKIE INVERNIZZI?
A spegnere l’entusiasmo e la tensione di questo season finale ci pensa la gestione della storyline relativa a Dwight e Chickie. Dopo l’omicidio del padre, Chickie ha potuto finalmente aizzare tutta la sua Famiglia contro Dwight Manfredi, considerato un personaggio scomodo da annientare.
In un flashback ad inizio episodio, inoltre, viene svelata la verità dietro la prigionia di Dwight: venticinque anni prima The General aveva sì ucciso un uomo, ma solo per salvarlo da una morte dolorosa. Il vero colpevole, in realtà, è sempre stato Chickie.
Lontano anni luce dal possedere il carisma e la leadership di Dwight, la resa dei conti, in effetti, non avviene e il personaggio di Chickie si sgonfia letteralmente sotto gli occhi di Dwight ed è costretto a fare ritorno a New York con la coda tra le gambe.
Nonostante questi atteggiamenti siano in linea con i character, lo spettatore medio non può che rimanere con l’amaro in bocca e deluso dalla piattezza e dalla velocità con cui si è risolta questa faida. A cui si può serenamente aggiungere anche il frettolosissimo cambio di sponda di Goodie che tradisce gli Invernizzi per Manfredi in 3 secondi. Alla faccia della fedeltà.
La seconda stagione, si spera, potrà riservare delle belle sorprese.
IL CLIFFHANGER FINALE
La season premiere di Tulsa King, “Go West, Old Man”, ha totalizzato 3,7 milioni di spettatori e il suo successo è cresciuto puntata dopo puntata, rendendo la nuova creatura di Sheridan e Winter un vero fiore all’occhiello per la piattaforma.
Tulsa King è riuscita, addirittura, a battere House Of The Dragon in quanto a miglior debutto per una serie via cavo del 2022: i punteggi di ratings della serie con Stallone, infatti, hanno assestato un gancio destro al suo rivale della HBO.
Non c’è da stupirsi, dunque, che Taylor Sheridan abbia avuto subito il benestare per una seconda stagione ed il cliffhanger a fine episodio lo fa capire in modo chiaro e tondo.
La quiete dopo la tempesta viene rovinata dal “tradimento” di Stacy che decide di usare Dwight come merce di scambio per mantenere il suo posto di lavoro. Normale che Dwight debba pagare le conseguenze per il massacro al pub (la polizia ci ha messo tre mesi per capirlo?), ma anche questa risoluzione finale inerente il “tentativo di corruzione” appare troppo repentina e costruita ad hoc. Ci si augura che una maggiore profondità possa venir regalata nella prossima stagione con qualche flashback dei tre mesi che non si sono visti che possano spiegare questo tradimento.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Si è deciso di premiare il lavoro di Taylor Sherida, Terence Winter, Sylvester Stallone e di tutti i registi e gli sceneggiatori che si sono alternati per rendere Tulsa King un prodotto di qualità. Nonostante qualche caduta di stile – principalmente dovuto a risoluzioni troppo raffazzonate – Tulsa King rimane uno show piacevole, godibile e in pieno stile Sheridan.
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.