Alzi la mano chi si ricorda di quanto era successo nella precedente stagione di The Witcher, serie fantasy targata Netflix basata sui libri di Andrzej Sapkowski.
Non c’è da preoccuparsi perché è praticamente impossibile essendo passato del tempo dalla precedente stagione. Per questo motivo forse la preoccupazione degli sceneggiatori pare essere quella di fare due episodi introduttivi che, di fatto, non sono nient’altro che un immenso recap di quanto successo precedentemente.
Fatto peraltro con un escamotage efficace, anche se abbastanza inflazionato.
E, in tutto questo, passando peraltro per un re-casting incredibile con l’uscita di scena di Henry Cavill (colui che aveva creduto più di tutti nel progetto) e il passaggio di testimone a Liam Hemsworth, che in questa stagione fa il suo debutto nei panni del “nuovo” Geralt di Rivia. Un cambiamento che rende questa quarta stagione una sorta di “reboot”, anche se in realtà le vicende proseguono esattamente dove si erano interrotte.
VECCHIE E NUOVE CONOSCENZE
Ciri: “I serve no master. I have no family. I am a rat.”
In pratica le storie di Geralt di Rivia farebbero parte di una serie di racconti che vengono narrati da una piccola narratrice ad un anziano cantastorie. Per cui quanto visto nei precedenti episodi faceva parte di una “versione” della storia, che la bambina ci tiene a precisare essere sbagliata. Da qui in poi parte la “vera” versione” con i fotogrammi già visti nei precedenti episodi che vedono Liam Hemsworth fare praticamente da “controfigura” di Cavill.
Dopo questo piccolo “shock” iniziale la narrazione, per fortuna, non si perde in chiacchiere e si parte direttamente dal precedente cliffhanger della scorsa stagione.
Da qui la trama orizzontale si divide in 3 grandi filoni, coerentemente con la separazione dei tre principali protagonisti:
- Ciri (Freya Allan), tornata nella sua dimensione con lo pseudonimo di Falka, che si unisce ad un gruppo di sbandati (denominati i “Ratti”), che, come una moderna Simba, vuole semplicemente sfuggire al suo passato e costruirsi una nuova identità “senza pensieri“;
- Yennefer (Anya Chalotra) alla ricerca di Ciri da una parte ma anche di un modo per sconfiggere Vilgefortz (Mahesh Jadu) che minaccia la sua “sorellanza”; per questo motivo arriva addirittura a stringere un’improbabile alleanza con Philippa (Cassie Clare), forse unico vero plot twist di questa storyline;
- E, a proposito di alleanze strane, Geralt che, insieme ai soliti Ranuncolo (Joey Vatey) e Milva (Meng’er Zhang), crea un’improbabile “Compagnia dell’Anello“, sempre per cercare Ciri, con una carovana di fuggiaschi, guidata da due improbabili nani, e con l’aiuto di una new entry davvero interessante: un misterioso farmacista-chirurgo chiamato Emil Regis (la gradita sorpresa Laurence Fishburne);
CONFUSIONE E CERTEZZE
Certamente quello che non manca (per fortuna) anche in questa stagione sono i mostri e gli scontri con questi.
Si torna, in un certo sens0, alle “origini” con una quarta stagione che segue un po’ lo schema dei primi episodi, quando i 3 protagonisti agivano ciascuno per conto loro.
A differenza della prima stagione però, a questo giro c’è una maggior consapevolezza da parte degli autori, per cui si può dire che tutto ciò risulta estremamente positivo. Non c’è infatti quell’alternanza di piani temporali che aveva provocato una grande confusione nella prima stagione.
Qui tutto viene spiegato nei minimi dettagli. Forse anche un po’ troppo dal momento che gli spiegoni dialogici si sprecano fin troppo in questi primi due episodi. E, d’altro canto, si tratta di una storia complessa che torna dopo anni d’assenza, per cui almeno per questi primi episodi è necessario.
In compenso l’alternanza delle varie storyline crea un buon ritmo narrativo che, almeno, non annoia e conferisce un po’ d’azione che mancava da un po’ nello show.
LIAM HENSWORTH, PROMOSSO O BOCCIATO?
Geralt: “You’d abandon a life of peace, to join me on a death march?”
Emiel: “Even the most solitary beings must eventually find succor.”
Questo inizio di The Witcher sembra promettere bene. Anche se questi due primi episodi iniziali peccano del fatto di essere semplicemente “strumentali” per fare da mega-recap delle varie trame orizzontali e di introdurre le principali quest di questo nuovi filone della storia.
Il cast appare ben rodato e sempre perfetto nei rispettivi ruoli. Hemsworth poi riesce nel difficile compito di non far rimpiangere Cavill come Geralt di Rivia. Forse riuscendo anche a donare una certa umanità che era sempre mancata finora nel personaggio. Si tratta certamente di un Geralt più umano che non Strigo.
Non rimane che vedere come si evolverà la trama nei prossimi episodi, sperando in qualcosa di più di un semplice “recap” di stagione.
| THUMBS UP 👍 | THUMBS DOWN 👎 |
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Inizio di stagione che si divide fra un riassestamento delle file del racconto e lo sviluppo del worldbuilding narrativo, introducendo numerosi nuovi personaggi e dividendosi in tre filoni narrativi orizzontali ben distinti. Non si può dire che non succeda niente in questo “nuovo” The Witcher, ma il senso di lentezza e di attesa la fanno da padroni. Al momento non è dunque un “buon inizio” ma potrebbe promettere bene per i prossimi episodi.
