Revenge 3×06 – DissolutionTEMPO DI LETTURA 3 min

/
0
(0)
Revenge è un gigantesco WTF scritto a caratteri cubitali con il sangue del povero David Clarke che nessuno ormai si fila più da due stagioni. È inutile continuare una crociata contro gli abomini di
questa serie perché la realtà è che Revenge altro non è che una grande telenovela, di quelle argentine che non hanno mai fine, che creano intrecci improbabili, personaggi poco credibili, epopee interminabili e colpi di scena uno dopo l’altro che finiscono per svilire la definizione di “colpo di scena”. Il tutto per allungare la solfa e rendere impraticabile la vendetta di Amanda Clarke, destinata a durare decenni, a coinvolgere popoli, a tramandarsi negli anni da padre in figlio come Achille e l’Iliade.
È quindi pressoché inutile continuare a criticare ogni episodio perché abbiamo tutti ben chiaro qual è l’andazzo della serie e finiremmo solo per passare dalla parte del torto cercando qualcosa che in Revenge non c’è e, viste come stanno le cose, molto probabilmente non potrà esserci nemmeno in un prossimo futuro fatto di altre venti puntate. Prendere Revenge così com’è, ora come ora, è il verso giusto per non guastarsi la visione e il fegato tentando invece di riderci su pregustando le comiche che potrebbe riservarci la puntata successiva e quella dopo ancora e quella dopo ancora e quella dopo ancora.
In questo “Dissolution” si susseguono vaccate una dopo l’altra di cui ho minuziosamente preso nota e che hanno fatto vincere all’episodio il premio troll dell’anno, una su tutte: Sara, la cameriera ex fidanzata di Daniel, di un Daniel vecchio che ora grazie alla brutta esperienza dell’incidente con Sara è cambiato, è diventato un uomo nuovo in grado di prendersi le sue responsabilità senza alcool e party in piscina, una rinascita totale; peccato che lei sia quasi schiattata. Daniel avrà pure rotto la macchina e la sua spina dorsale, ma lei lo ama ancora come fosse il primo giorno e se non è amore questo sfido chiunque. Per rimanere in tema, anche Jack invidioso del Daniel rinato decide di fare del suo meglio mettendo una bella pietra sopra all’omicidio di suo fratello e di sua moglie, tendendo la mano a Conrad per fare in modo di scacciare via il nuovo fidanzatino del suo amico Nolan perché ha tentato di uccidere l’uomo che è la causa di tutte le disgrazie della famiglia Porter. E se non è amicizia questa, mi ripeto.
Il tutto mentre Emily progetta una luna di miele in famiglia (Seriamente? Con tanto di visione del consumo delle nozze?) e tra una vendetta e l’altra passeggia mano nella mano in spiaggia con Aiden (il quale continua a vivere nella casetta in piscina, Ryan Atwood almeno era ben voluto da tutti in famiglia) tranquillamente alla luce del sole, come se non avesse un’identità da nascondere e un fidanzato a casa, progettando una fuga romantica alle Maldive (Maldive? Non sono più nemmeno nella lista nera del fisco).
La ciliegina dell’episodio però è stata Emily e la “drammatica erosione della spiaggia”, roba che nemmeno Licia Colò sarebbe riuscita a scovare, non ho parole, ottimo lavoro Emily. Concludono l’episodio una stanza piena di lingotti d’oro (?!!) e la rivelazione di Emily riguardo il piano per il suo matrimonio, fatta a due persone che hanno le balle piene della vendetta di Emily perché a rimetterci sono sempre loro e le persone a loro care.

 

PRO:
  • “In trappola con l’unica cosa a cui non resiste”
  • Nolan e la sua reazione contro Emily
  • Emily e la rivelazione finale
CONTRO:
  • Entrata in scena dell’ex ragazza di Daniel
  • Lingotti d’oro?
  • La drammatica erosione della spiaggia…Speechless

Ero indecisa sul voto finale, ma direi che un 2/5 in attesa degli episodi successivi va bene. Puoi fare di peggio Revenge, sappiamo che puoi farlo ma francamente vorremmo vedere risultati positivi ora.

VOTO EMMY

Quanto ti è piaciuta la puntata?

0

Nessun voto per ora

Precedente

Downton Abbey 4×06 – Episode Six

Prossima

How I Met Your Mother 9×08 – The Lighthouse

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.