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“You just stepped onto an entirely new playing field. And for your sake, I hope you know the rules of the game.”
Dimenticatevi le serie tv poliziesche con una blanda trama orizzontale che puntano tutto su quella verticale con casi che dovrebbero apparire appassionanti. Dimenticate anche le buone maniere, le parole dolci e la storia dell’agente buono e quello cattivo. Per lo Strike Team capitanato da Vic Mackey tutto ciò non esiste, perché vige una sola regola: picchiare più duro di quanto i criminali potrebbero picchiare te. The Shield è un’appassionante serie tv scaturita dalla mente di Shawn Ryan che presenta allo spettatore il difficile compito della polizia nel mantenere l’ordine in una piccola cittadina di nome Farmington, pur potendo contare su una quantità di mezzi e di uomini scarsa a causa dei continui tagli e della mancanza di risorse.
Lo Strike Team, a cui girano attorno i racconti e gli avvenimenti narrati, è composto da Vic Mackey, Shane Vendrell, Curtis “Lem” Lemansky, Ronnie Gardocki.
Vic Mackey è il protagonista indiscusso della serie nonché capo assoluto del gruppo d’assalto. Sposato, tre figli di cui due autistici. Vic è un duro lavoratore e cercherà in tutti i modi di procacciare denaro per mantenere la famiglia e le carissime spese mediche per i due figli malati. Questo ricorda, seppur in maniera sottile, quella sorta di giustificazione che viene data a Walter White quando inizia a cucinare metanfetamina: l’impegno lavorativo, pur essendo illegale, può essere considerato male se fatto e portato avanti semplicemente per la famiglia?
Il paragone tra Walter e Vic regge fino ad un certo punto: il professore, come ammetterà egli stesso in conclusione di serie, solo all’inizio cucinava meth per guadagnare denaro per la propria famiglia; Vic, d’altro canto, vedeva il suo impegno come padre come unico elemento imprescindibile dal quale dipendere, infatti la sua vita girava attorno a due semplici punti (la squadra d’assalto e la sua famiglia).
Shane Vedrell è il più caro amico di Vic nonché co-fondatore della squadra d’assalto. Il personaggio di Shane subirà un grosso cambiamento caratteriale quando incontrerà Mara, una giovane donna in carriera, dalla quale avrà un figlio e con la quale convolerà a nozze. Shane ha sempre subito l’influsso di Vic e nel momento in cui si unirà a Mara, la donna sembrerà controllare come un’abile burattinaia le decisioni del marito. Shane nel corso delle sette stagioni finirà per mettere nei guai i suoi compagni diverse volte, ma cercherà sempre e comunque di salvaguardarli una volta compreso d’aver commesso un fatale errore. La cesura definitiva con i suoi amici si avrà solo verso la fine dell’ultima stagione, quando i rapporti saranno logori, appesantiti e saturi di rabbia e le varie azioni si saranno sedimentate in diversi strati diventando una montagna pronta a crollare addosso all’intera squadra d’assalto.
Curtis Lemansky, conosciuto più per il soprannome Lem, è un amico di Shane ma stringe subito una forte amicizia sia con Vic, sia con Ronnie. E’ l’elemento della squadra d’assalto dall’animo più candido ed innocente nonché l’unico a ripetere a più riprese di voler smettere definitivamente con tutta la storia della strada. Dopo la rapina al treno dei soldi sarà ancora più suscettibile e sconvolto dai vari fatti.
Ronnie Gardocki è l’ultimo elemento della squadra d’assalto. Pure lui amico di Shane, è l’elemento del gruppo più reale e razionale del gruppo (insieme a Vic, con il quale stringe una forte amicizia più sentita rispetto a quella con Shane e Lem). Il rispetto che prova nei confronti di Vic è quasi viscerale, ma finirà per ritorcersigli contro.
Messi da parte i membri della squadra d’assalto permangono molti altri personaggi influenti all’interno della serie: Claudette Wyms, abile investigatrice che ricoprirà il ruolo di capitano dopo varie vicissitudini; Dutch Wagenbach lavora fianco a fianco con Claudette fino a quando la donna passa di grado, nemesi psicologica di Vic; David Aceveda (l’attore è Benito Martinez, Mendoza in House Of Cards), prima capitano e successivamente consigliere candidato sindaco per il paesino di Farmington.
La storia di The Shield è facilmente riassumibile intorno a due eventi portanti che segneranno l’intera trama e le vicende del caro Strike Team: l’omicidio di Terry Crowley (1×01) e la rapina al treno dei soldi armeni (2×13). Terry Crowley, di cui facciamo la conoscenza nel pilot ma che conosceremo più approfonditamente qui e là durante alcuni accenni del capitano Aceveda, era un agente fatto infiltrare dal capitano stesso per poter smascherare, incastrare e far successivamente condannare Vic. Il piano non avrà nemmeno inizio: alla prima missione dello Strike Team, l’agente Crowley viene eliminato dallo stesso Mackey, spalleggiato in ciò da Shane che assiste all’intera scena. Lem e Ronnie vengono tenuti fuori dal piano e saranno ignari dei fatti fino all’arrivo dell’agente Jon Kavanaugh.
Del piano di Aceveda se ne parlerà più approfonditamente in quello che rappresenta un episodio prequel (2×09).
“Siamo tutti sull’orlo del baratro. Tutti, sempre e comunque. Anche se fingiamo che non sia così è solo un inganno. Un esercizio di auto-convincimento.”
“The edge is where we live, all of us, all the time. People try to convince themselves otherwise is just an exercise in self-deception.”
L’altro evento scatenante che incide pesantemente sulla vita e sulla fiducia tra un membro e l’altro del team è la rapina al treno dei soldi degli armeni: Vic e Shane ideano e convincono Ronnie e Lem a partecipare ad una vera e propria rapina ai danni dei criminali armeni della costa. L’idea, che riuscirà a giungere in porto, è quella di derubare l’intera organizzazione criminale dei guadagni dell’anno che vengono raccolti ed impacchettati in vagoni (da qui la denominazione di “treno dei soldi”). Ciò provocherà però la reazione degli armeni che per più stagioni inseguiranno e cercheranno di vendicarsi dei rapinatori, pur non sapendo che i fautori del colpo siano Vic ed i suoi uomini.
Uno degli elementi di cesura all’interno della serie, che coincide anche con i cambiamenti psicologici più radicali ed importanti è la comparsa di Mara, la fidanzata di Shane, successivamente diventata sua moglie. La donna riuscirà a fare un vero e proprio lavaggio di testa all’uomo, allontanandolo dall’amicizia, a suo parere pericolosa, con Vic. Mara metterà più volte in pericolo la squadra a causa di disattenzioni e decisioni sbagliate, ma Shane le rimarrà sempre a fianco anche quando si vedrà costretto a scegliere tra lei e l’eterna amicizia con Vic. Il rapporto tra Shane e Mara ha inciso davvero tanto in molte decisioni prese sia da Vic, sia dalla squadra d’assalto stessa. Una vera femme fatale.
Detto della morte di Crowley e della rapina al treno dei soldi, l’elemento che taglierà qualsiasi ponte e che rappresenta il vero punto di non ritorno è la conclusione della quinta stagione in cui Shane, per “il bene di tutti”, prende una decisione drastica e dalla quale sarà impossibile tornare indietro.
Le due stagioni che seguono sono il protrarsi di tale scellerata decisione, dalla quale è impossibile tornare indietro: le incomprensioni tra i membri dello Strike Team si susseguono fino alla definitiva lacerazione dell’amicizia stessa. Non si tratta più di sanare il rapporto per potersi riavvicinare, ma piuttosto di riuscire a coprirsi le spalle in tempo prima che l’altro decida di pugnalare alle spalle qualcuno. Ronnie rimarrà fedele fino all’ultimo a Vic e sarà proprio questa sua fiducia irriducibile a condannarlo definitivamente e ad incastrarlo.
Il finale di serie rappresenta un colpo al cuore continuo e certe scene, per come sono costruite e per come sono recitate, feriscono nel profondo. La ripresa conclusiva, ovviamente con Vic protagonista, rappresenta la disfatta morale -non personale- di un personaggio che aveva rappresentato la legge a modo suo per tanti anni: dal suo lavoro aveva ottenuto rispetto, un nome e la fama di duro. Tutto ciò è crollato come un castello di carte quando egli stesso ha cercato di ottenere troppo, dimenticandosi quanto deboli e inconsistenti fossero le fondamenta sulle quali ogni suo piano si fondava.
Vic dopo sette anni è un uomo distrutto che ha dato tanto, senza mai ricevere, ma al contempo è difficile riuscire a guardarlo con occhio compassionevole visti i molteplici colpi bassi inferti alle persone che lui stesso definiva amici.
E’ inutile sottolineare quanto The Shield sia una serie da guardare; non è un semplice drama poliziesco. In esso è possibile scorgere una profonda introspezione psicologica in ogni personaggio, dal principale al secondario: ogni decisione o scelta che i vari protagonisti andranno a prendere avrà una sua motivazione. E non sarà scontata, sarà semplicemente quella trovata più giusta e coerente al momento.
Per sette stagioni The Shield ci prende per mano e ci accompagna in una visita guidata in quello che è un mondo di corruzione, crimine violento, spaccio di droga, prostituzione e organizzazioni mafiose, in quella che è una società malsana e basata su fragili principi amorali che intacca anche l’animo più candido e pulito che tenta anche solo minimamente di ripulirla e di renderla presentabile agli occhi dei visitatori. The Shield non mostra vincitori, ma solamente vinti: persone completamente assoggettate dopo aver tentato in diversi modi di ripulire le strade dal male che attanaglia l’ovile (Farmington), luogo che non vuole avere nessun eroe a fargli da balia.
Non guardare The Shield, se si apprezza il genere d’azione, sarebbe da pazzi e da incoerenti: se non avete visto Vic, Shane, Lem e Ronnie in azione, non avete visto nulla.
“Tutti qui meritereste una medaglia. Io sono solo quello che non ha mollato quando la musica si è fermata.”
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.