Ripper Street 1×04 – The Good Of This CityTEMPO DI LETTURA 3 min

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Sesso, corruzione, omicidi, uomini di potere e figli illegittimi, più o meno è questo il tema del caso analizzato durante questo quarto episodio che, visti i precedenti, non è stato certamente il massimo della creatività. Caso molto semplice e se ne è occupato la Division H solamente perché in mezzo c’è stato l’omicidio di un uomo avvenuto per mano di Susan, altrimenti sarebbe stato un mero argomento per i giornali: infatti proprio per questo l’irriverente giornalista Best si è sfregato le mani più volte appena adocchiata la notizia e si è spremuto le meningi ancor di più per cercare di di capire che cosa nascondesse Stanley Bone (Paul McGann) dietro la facciata del brav’uomo e sarà proprio lui a fornire alcuni dati salienti all’ispettore Reid. Ma quando si parla di Ripper Street non si può valutare solo se il caso della settimana sia stato avvincente o meno perché, come ho già detto precedentemente, non è questo lo scopo finale della serie ma è semplicemente un di più.
Quello che principalmente ci interessa è lo svilupparsi dei vari personaggi in particolar modo di Reid e Jackson che sono quelli con più segreti da nascondere: come era facilmente intuibile la placida calma all’interno del trio era solo la quiete prima della tempesta, scatenata dall’arresto di Susan, pretesto più che giustificato, in quanto il capitano finge di non sapere cosa accade sotto il suo stesso tetto, ma prima o poi sarebbe successo comunque con o senza Susan. Trovo che la scena dell’accesa discussione tra Homer Jackson e Edmund Reid sia stata la più importante per quanto riguarda lo svolgimento della trama e la più emozionante dato che entrambi hanno toccato dei nervi scoperti e hanno toccato tasti dolenti, e ovviamente ha gettato benzina sul fuoco della curiosità dello spettatore: si è parlato di omertà da parte di tutta la stazione di polizia, Bennet Drake compreso, e una volta nominata la figlia abbiamo visto Reid andare completamente fuori di testa, minacciando senza mezzi termini l’americano. Non ci resta che aspettare ovviamente, ma scene del genere lasciano veramente con l’amaro in bocca e una voglia di conoscere la verità inimmaginabile.
Quindi ormai le carte sono state semi scoperte tra i due, tra il sergente Drake e la prostituta Rose continuano ad esserci palesi sguardi ambigui, la proprietaria dell’orfanotrofio si è presa una bella cotta per Reid non ricambiata, ma a parte questo tutto tace su tutti i fronti. Comunque anche il periodo storico e l’ambientazione meritano due paroline: nel 1889 siamo nel pieno della seconda rivoluzione industriale e in questo episodio in particolare non mancano certo i riferimenti in merito, infatti vediamo gli operai nel pieno degli scavi per la costruzione di una stazione della metro. La London Underground è la rete di metro più antica del mondo e ha un discreto fascino anche per via delle leggende raccolte nel corso degli anni, ma prima di tutto è un mezzo utile e funzionale, e onestamente mi sono emozionata sentendo Stanley Bone parlarne con un tale entusiasmo e fervore, anticipando i tempi che saranno da bravo uomo d’affari visionario. Parlo di emozione perché è sempre una meraviglia veder rappresentato ciò che sta all’origine di ogni cosa specialmente se come in questo caso viene fatto con gran cura.

 

PRO:

  • La discussione tra Jackson e Reid.
  • La guest Star Paul McGann.
  • La costruzione della stazione della metro.
  • Jackson che fa il verso a Drake.
CONTRO:
  • Caso da risolvere molto semplice rispetto a quelli proposti fino ad ora.

 

Siamo praticamente a metà stagione e speriamo di scoprire qualcosa di
più andando avanti. Per il momento ci accontentiamo della bellissima sceneggiatura
e della meravigliosa scenografia.

 

VOTO EMMY

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