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E’ quando vedi puntate
come questa che capisci il perché rimani ancora una telefilm addicted incallita
dopo tutti questi anni. Arrivati a questo punto risulta superficiale continuare
a tessere le lodi della nuova creatura di Shonda Rhimes la quale, senza esagerare,
si è davvero superata. Quindi senza troppi preamboli passerei immediatamente a
commentare una tra le
puntate più intense che abbia visto.
“Mrs. Smith goes to
Washington” narra la storia di una madre che cerca spiegazioni sull’assassinio
del figlio, considerato un terrorista avvicinatosi all’Islam. Quello che per noi
potrebbe risultare lontano dall’immaginario comune, in America è vivo e
presente ogni giorno negli animi. Ecco perché la Rhimes non perde occasione di
mettere in scena questa paura sconsiderata del terrorismo e la vergogna che
segue ad un’accusa che, per gli americani, risulta debilitante nell’onore di
cittadino. Chris Lawrence era un agente della CIA, infiltrato con altri 57 ad
Al Qaeda, ingiustamente ucciso dall’FBI in quanto non era a conoscenza della
sua vera identità. Questa è la verità che abbiamo aspettato di conoscere per
tutta la puntata, una verità che, per salvaguardare la vita di tutti gli altri
infiltrati, alla madre di Chris non può essere comunicata. Assistere alla scena
di Liv che, mentre la guarda negli occhi, conferma alla donna le voci sul
coinvolgimento del figlio con l’organizzazione terroristica, è impagabile.
Spesso abbiamo assistito alla distruzione morale e politica di persone scomode
alla White House, questa volta assistiamo alla stessa distruzione, però, di una
persona che lo stesso Presidente definisce un eroe, un patriota, che non verrà
mai ricordato con affetto da quel Paese che ha contribuito a proteggere. La scorsa puntata
abbiamo lasciato un Huck scosso e tormentato dopo esser venuto a conoscenza
della vera identità del “Comand”: Rowan Pope. La sua reazione era prevedibile,
non mi sorprende che abbia cercato di uccidere l’uomo che gli ha reso la vita
un inferno. L’evoluzione della vendetta di Huck, invece, è stata una sorpresa.
Con questo si è intravisto l’illimitato potere che il signor Pope esercita sui
suoi soldatini bene addestrati, anche dopo anni passati lontano da quelle
realtà. Huck, nonostante le numerose possibilità, non riesce, non può, uccidere
il suo mentore. Pope controlla tutto e tutti e se fino ad ora è rimasto nelle
retrovie, adesso lo ritroviamo in prima linea a condurre il gioco senza paura
di esporsi. Lo abbiamo visto con Huck e anche con Cyrus per quanto riguarda l’operazione
Remington, operazione ancora avvolta nel mistero. Rowan Pope è uno di
quegli uomini che non libera nessuno dal vincolo di obbedienza, ne sa qualcosa
Jake Ballard. Nonostante la gioia del fantomatico ritorno, il sospetto aleggia
inesorabilmente sul personaggio di Scott Foley il quale, come ammette in un’intervista,
arriveremo ad odiarlo. Sia Olivia che Jake sanno che la liberazione di quest’ultimo
non è un’opera senza la giusta ricompensa a tempo debito: Rowan sicuramente
utilizzerà Jake in qualche modo fino a quando non gli servirà più. Il dolore
che accomuna Huck, Olivia e Jake è toccante. Sono consapevoli della loro
situazione di succubi marionette ma nessuno ha la forza di reagire e ribellarsi.
Due note di merito sono
obbligatorie. La prima va alla First Lady, una Mellie fantastica nella parte da
ubriaca. Nonostante il personaggio sia quello della donna tradita, è una donna
che non abbassa mai la testa. Non capisco, però, se le continue vendette che
medita contro i due amanti abbiano il fine di riscattare il suo onore oppure
quello di riprendersi il marito. Mellie non ha mai nascosto di essere ancora
innamorata nonostante le numerose dichiarazioni di guerra, ma cos’è che
realmente vuole ottenere? La seconda va a David
Rosen, finalmente riapparso nella terza stagione. Il suo confronto con Cyrus,
le minacce velate e non, rendono questo personaggio impagabile al pari di tutti
gli altri, speriamo gli venga dato tutto lo spazio che merita. E poi, bisogna
ammettere che non vediamo l’ora di rivedere Abby e David insieme.
come questa che capisci il perché rimani ancora una telefilm addicted incallita
dopo tutti questi anni. Arrivati a questo punto risulta superficiale continuare
a tessere le lodi della nuova creatura di Shonda Rhimes la quale, senza esagerare,
si è davvero superata. Quindi senza troppi preamboli passerei immediatamente a
commentare una tra le
puntate più intense che abbia visto.
“Mrs. Smith goes to
Washington” narra la storia di una madre che cerca spiegazioni sull’assassinio
del figlio, considerato un terrorista avvicinatosi all’Islam. Quello che per noi
potrebbe risultare lontano dall’immaginario comune, in America è vivo e
presente ogni giorno negli animi. Ecco perché la Rhimes non perde occasione di
mettere in scena questa paura sconsiderata del terrorismo e la vergogna che
segue ad un’accusa che, per gli americani, risulta debilitante nell’onore di
cittadino. Chris Lawrence era un agente della CIA, infiltrato con altri 57 ad
Al Qaeda, ingiustamente ucciso dall’FBI in quanto non era a conoscenza della
sua vera identità. Questa è la verità che abbiamo aspettato di conoscere per
tutta la puntata, una verità che, per salvaguardare la vita di tutti gli altri
infiltrati, alla madre di Chris non può essere comunicata. Assistere alla scena
di Liv che, mentre la guarda negli occhi, conferma alla donna le voci sul
coinvolgimento del figlio con l’organizzazione terroristica, è impagabile.
Spesso abbiamo assistito alla distruzione morale e politica di persone scomode
alla White House, questa volta assistiamo alla stessa distruzione, però, di una
persona che lo stesso Presidente definisce un eroe, un patriota, che non verrà
mai ricordato con affetto da quel Paese che ha contribuito a proteggere. La scorsa puntata
abbiamo lasciato un Huck scosso e tormentato dopo esser venuto a conoscenza
della vera identità del “Comand”: Rowan Pope. La sua reazione era prevedibile,
non mi sorprende che abbia cercato di uccidere l’uomo che gli ha reso la vita
un inferno. L’evoluzione della vendetta di Huck, invece, è stata una sorpresa.
Con questo si è intravisto l’illimitato potere che il signor Pope esercita sui
suoi soldatini bene addestrati, anche dopo anni passati lontano da quelle
realtà. Huck, nonostante le numerose possibilità, non riesce, non può, uccidere
il suo mentore. Pope controlla tutto e tutti e se fino ad ora è rimasto nelle
retrovie, adesso lo ritroviamo in prima linea a condurre il gioco senza paura
di esporsi. Lo abbiamo visto con Huck e anche con Cyrus per quanto riguarda l’operazione
Remington, operazione ancora avvolta nel mistero. Rowan Pope è uno di
quegli uomini che non libera nessuno dal vincolo di obbedienza, ne sa qualcosa
Jake Ballard. Nonostante la gioia del fantomatico ritorno, il sospetto aleggia
inesorabilmente sul personaggio di Scott Foley il quale, come ammette in un’intervista,
arriveremo ad odiarlo. Sia Olivia che Jake sanno che la liberazione di quest’ultimo
non è un’opera senza la giusta ricompensa a tempo debito: Rowan sicuramente
utilizzerà Jake in qualche modo fino a quando non gli servirà più. Il dolore
che accomuna Huck, Olivia e Jake è toccante. Sono consapevoli della loro
situazione di succubi marionette ma nessuno ha la forza di reagire e ribellarsi.
Due note di merito sono
obbligatorie. La prima va alla First Lady, una Mellie fantastica nella parte da
ubriaca. Nonostante il personaggio sia quello della donna tradita, è una donna
che non abbassa mai la testa. Non capisco, però, se le continue vendette che
medita contro i due amanti abbiano il fine di riscattare il suo onore oppure
quello di riprendersi il marito. Mellie non ha mai nascosto di essere ancora
innamorata nonostante le numerose dichiarazioni di guerra, ma cos’è che
realmente vuole ottenere? La seconda va a David
Rosen, finalmente riapparso nella terza stagione. Il suo confronto con Cyrus,
le minacce velate e non, rendono questo personaggio impagabile al pari di tutti
gli altri, speriamo gli venga dato tutto lo spazio che merita. E poi, bisogna
ammettere che non vediamo l’ora di rivedere Abby e David insieme.
PRO:
- La scelta di portare
anche in Scandal la quotidianità americana rispetto al terrorismo. - La reazione di Huck e
il suo confronto con Olivia. - Huck che scarta il
pacco regalatogli da Rowan Pope: un uomo ammanettato pronto per essere ucciso. - Mellie e la sua
vendetta. - David Rosen e il
confronto con Cyrus.
CONTRO:
- Ancora poco spazio riservato
ai gladiatori in doppio petto. - Era glaciale tra Fitz
e Olivia. Un nuovo terzetto amoroso all’orizzonte tra Fitz-Olivia-Jake?
Per apprezzare in pieno
questa puntata bisogna immergersi nella quotidianità americana nella quale
risultano ancora vivi gli echi dell’11 settembre che non è stato mai
dimenticato.
questa puntata bisogna immergersi nella quotidianità americana nella quale
risultano ancora vivi gli echi dell’11 settembre che non è stato mai
dimenticato.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.