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Scandal 4×19 – 4×20 – I’m Just A Bill – First Lady Sings A BluesTEMPO DI LETTURA 4 min

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In queste settimane il mondo di Shonda è stato colpito dalla furia inarrestabile di un pubblico affezionato da decenni alle sue creazioni: il riferimento esplicito a ciò che è successo in Grey’s Anatomy è doveroso perché un’analisi approfondita su come le due serie vengono gestite ci sta tutta. Chi segue Scandal ovviamente segue anche la primogenita, e chi ama l’una ama l’altra. Qui non sono mai stati fatti parallelismi tra le due serie, sarebbero risultati inutili e superficiali sia per la differenza di ambientazione sia, e soprattutto, per la struttura diametralmente opposta che è stata data loro.
Quindi adesso, vi chiederete, di che parallelismo stiamo parlando? E soprattutto, su cosa si basa? Il parallelismo, o meglio il confronto, si basa sulla gestione degli addii, o comunque delle catastrofi (a cui ormai siamo abituati) in generale. Mentre in Grey’s Anatomy ogni stagione ha una sua dose massiccia di tragedia accompagnata da montagne di fazzolettini consumati da un pubblico disperato, in Scandal la tragedia (anche una piccola) non riesce mai a trovare il giusto spazio. Sicuramente la struttura, di cui si parlava prima, è differente, ma riservare una bella fetta sia di “I’m Just A Bill” sia di “First Lady A Sings A Blues” a Jake non avrebbe fatto male a nessuno. Sembra quasi che il pathos Shonda lo riservi solo alla sua prima creazione, come se in qualche modo pensi che proporre certe dinamiche anche in Scandal possa risultare ridondante o addirittura fuori luogo.
Sin da subito ha voluto distinguere completamente le due serie, e per mantenere questa netta separazione deve continuare a percorrere due rette che per ovvi motivi devono rimanere parallele. Ma la vita (telefilmica e non) si evolve e i personaggi dovrebbero evolversi con lei, per questo motivo una serie non può seguire sempre e comunque una via rettilinea: le curve in un percorso (qualsiasi esso sia) esistono e non si può far continuamente finta di niente evitandole come se non esistessero.
Chiarito questo, il tentato omicidio di Jake da parte di Eli Pope doveva essere gestito diversamente concedendogli il giusto spazio senza affiancarlo ad un comune “caso del giorno”. I due filoni narrativi, la guerra al B613 e la conseguente reazione di The Command e la candidatura al senato della First Lady, rendevano già colmo un vaso che non necessitava ulteriore riempimento con una storyline verticale fine a sé stessa.
Scandal non ha bisogno di riempire spazi vuoti (che oltretutto non ci sono), soprattutto se ci ritroviamo a due puntate dalla fine. La storia è interessante, la caratterizzazione dei personaggi anche, e quando si ha la svolta che stavamo aspettando da due stagioni non si possono accettare minuti riempitivi che non portano a nulla. Un vero peccato per delle puntate che potevano risultare eccelse se non ci fosse stata la noia provocata da quella storyline in più che senza dubbio stonava con l’adrenalina nata dall’incertezza della “vita o morte” di Jake.
Anche se la gestione (poco verosimile, come è già stato sottolineato anche nel web) riguardante le cure di Jake è risultata singolare, è necessario
sottolineare come Shonda sia poco propensa, a differenza di quello che
invece accade in Grey’s Anatomy, ad allontanare e di conseguenza
sfaldare il gruppo centrale del telefilm: in Scandal abbiamo detto poche
volte addio a personaggi principali o secondari che siano, e molto
probabilmente è questo il suo punto di forza. Per questo motivo non
sorprende che Jake non sia morto, perché in caso contrario il pubblico
sarebbe stato distolto dal vero obiettivo che la serie si è prefissata
fin agli albori: mostrare i retroscena della politica mondiale e i
giochi di potere tra le nazioni.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Siamo arrivati alla fine e dalle premesse sembrerebbe che ne vedremo delle belle
  • Tentato omicidio di Jake
  • Eli Pope sempre sublime
  • Russell e il Foxtail
  • Tentato omicidio di Jake 
  • Poco spazio al pathos
Il cliffhanger di Russell e del Foxtail getta le basi per un nuovo filone narrativo e la curiosità nata sta crescendo sempre più ogni giorno che passa: speriamo che il tutto venga gestito al meglio, altrimenti il piccolo dispiacere provato in queste puntate diventerà una vera e propria delusione.
Honor Thy Father 4×18 7.2 milioni – 2.1 rating
I’m Just A Bill 4×19 7.8 milioni – 2.4 rating
First Lady Sings A Blues 4×20 7.7 milioni – 2.3 rating

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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