0
(0)
Scandal non delude le aspettative e continua la sua scia più che positiva. Con “Gladiators Don’t Run” prosegue la storia del rapimento di Olivia e con essa l’approfondimento di diverse tematiche attuali in parte trattate anche nella precedente recensione. Ma non vi è solo questo: “tolta di mezzo” Olivia, viene concesso maggiore spazio a tutti gli altri personaggi che inevitabilmente passano in secondo piano se costretti a giocarsi la scena con la protagonista ormai indiscussa della serie. Nelle prime stagioni, Scandal, nonostante si notasse la presenza ingombrante della Pope, veniva considerato quello che in letteratura si definisce “romanzo corale”. Purtroppo però con l’allontanamento alla fine della prima stagione di Finch prima, la dipartita di Harrison poi (ottima scelta vista l’inconsistenza del personaggio, anche se tutti sappiamo le reali motivazioni), e infine preferenze televisive per quanto riguarda l’amore tra Liv e Fitz, arriviamo alla fine che i gladiatori in doppio petto hanno sempre meno spazio nello show, o comunque non sufficiente ormai per giustificare la loro presenza nella serie.
In questa dodicesima puntata, invece, si assiste ad un proseguo delle varie sottotrame analizzate indipendentemente le une dalle altre: a partire da quella del personaggio maggiormente abbandonato a sè stesso come David Rosen, per finire con Huck e la sua dipendenza. Nonostante la trama orizzontale sia tutta concentrata su Olivia e l’asta per accaparrarsela, l’episodio distilla i minuti in numerosi aspetti, cercando di rallentare il ritmo serrato. Ormai il pubblico di Scandal e di Shonda conosce benissimo a quali palpitazione incorre con la visione di una sua puntata (e apprezza il telefilm soprattutto anche per questo), per questo motivo i momenti di introspezione psicologica (che sembrano essere fuorvianti) vengono non solo apprezzati, ma anelati come boccate di ossigeno.
Quindi assistere al massacro effettuato da Huck (tralasciando i pareri personali che possono essere concordi o meno con la scelta di far ritornare il suo personaggio ai tempi bui di Rowan e del “buco” del B613) è un ristoro solo per aver assistito a qualcosa in cui il personaggio di Olivia non è centrale, anche se rimane sullo sfondo perché non bisogna dimenticare che è stata proprio l’assenza di Olivia a scatenare la furia omicida, se così si può chiamare, e il piacere perverso che ne segue. Lo stesso discorso si potrebbe fare su Rosen, Abby, Cy: insomma, assistere all’introspezione di questi personaggi ormai alla deriva ha fatto tirare un sospiro di sollievo a noi ma anche allo show.
In questo marasma di personaggi che per fortuna sono, almeno in questa puntata, tornati alla ribalta, è doveroso fare una nota di merito a Khandi Alexander alias Maya Lewis alias Mama Pope alias Marie Wallace. Khandi, così come Jo Morton e Guillermo Diaz, è un’attrice perfetta nell’interpretare un personaggio così fuori dalle righe e si sposa benissimo sia con l’ecosistema creato in Scandal sia con gli altri attori.
“Gladiator’s Don’t Run”, come si evince dallo stesso titolo (frecciatina ad Abby), permette di illuminare coloro che per tanto tempo sono rimasti nell’ombra, e questo è apprezzabile e permette di valutare positivamente l’intera puntata.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Bisogna puntualizzare che tutto quello detto finora, non vuole
assolutamente risultare penalizzante nei confronti della trama
principale che fin dall’inizio è stata considerata geniale e dai
risvolti brillanti.
assolutamente risultare penalizzante nei confronti della trama
principale che fin dall’inizio è stata considerata geniale e dai
risvolti brillanti.
Where’s The Black Lady 4×11 | 9.58 milioni – 3.2 rating |
Gladiators Don’t Run 4×12 | 9.32 milioni – 3.1 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.