American Rust 1×01 – The MillTEMPO DI LETTURA 4 min

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American Rust 1x01 recensioneAmbientare una storia nelle zone più periferiche d’America è una scelta usata spesso da scrittori e sceneggiatori. Ancor più che le grandi metropoli, infatti, le zone rurali e povere prendono il sopravvento per diventare protagonisti del racconto stesso. E non è certo difficile capire il perché: povertà, disoccupazione, depressione, sono tutti elementi che narrano di un nichilismo di fondo che dona maggiore spessore quando si vuole raccontare un drama dai contorni attuali e realistici.
É questo il caso del nuovo show targato Showtime, American Rust. Un drama creato da Dan Futterman, ma basato sull’omonimo romanzo di Philipp Meyer pubblicato nel 2009, che narra le vicende degli abitanti di un piccolo paesino della Pennsylvania trascinate dalle indagini del capo della polizia locale.

PARAGONI RECENTI


Tra i primi paragoni venuti fuori per American Rust, uno su tutti emerge maggiormente a causa della vicinanza di produzione. Sin dalla lettura della trama, ma ancor di più con la visione del pilot, non si può infatti far a meno di pensare ad uno dei più recenti drama andati in onda: Mare Of Easttown.
Le similitudini con la serie della HBO appaiono evidenti sia dall’ambientazione che dal ruolo primario che gli abitanti della cupa cittadina rivestono nella narrazione. Da questo punto di vista, American Rust si presenta con un’ottima prima impressione per quanto riguarda il setting. L’atmosfera che si respira sin dalle prime inquadrature, infatti, risulta condita da una calma quasi asfissiante ma che ben rappresenta l’intero quadro della cittadina fatto di staticità e depressione. Un’accuratezza descrittiva che era stata uno dei punti chiave proprio di Mare Of Easttown.
Di pari passo va anche la centralità dedicata ai personaggi. In questo caso, però, il paragone con la serie di Kate Winslet inizia a venir meno a causa di una caratterizzazione meno pungente. American Rust, infatti, propone personaggi ad una prima occhiata meno sfaccettati e soprattutto nel caso del protagonista principale, il burbero e solitario capo della polizia Del Harris, non si riesce a creare subito quel legame empatico con il pubblico. Elemento forse dovuto all’abuso di questo stereotipo che il personaggio incarna.
Ma i paragoni con Mare Of Easttown non si fermano qui. Alla base di tutta la narrazione di American Rust, infatti, vi è un omicidio che vedrà tale Del Harris costretto a scegliere tra la giustizia e i rapporti personali. Tuttavia, anche qui la pecca riguarda la caratterizzazione dei personaggi. Gli altri character, infatti, soprattutto i ragazzi coinvolti, non riescono a bucare lo schermo in maniera efficace, portando il tumulto interiore del capo della polizia a perdere di pathos.
Più di una similitudine con Mare Of Easttown che, tuttavia, si fermano ad una mera questione pratica. American Rust infatti, sembra mancare di quell’aurea più intrigante e promettente che ha invece caratterizzato sin dall’inizio la serie della HBO già candidata ai prossimi Emmy.

ATMOSFERA E INTERPRETI


Come già sottolineato, l’atmosfera messa in mostra da American Rust si pone come uno degli elementi principali della comunque positiva riuscita del pilot. “The Mill” viaggia per tutta la sua durata in bilico tra una sensazione di calma e lentezza senza però mai sfociare nella noia. La storia attira l’attenzione e porta lo spettatore ad incuriosirsi per le varie dinamiche che cercano di catturare l’interesse sin dai primi minuti anche attraverso la comune messa in scena di flashforward/flashback per presentare gli eventi.
In questa cornice, dunque, non si può non apprezzare la buona presentazione che il pilot propone, favorita da un’egregia cornice e un plot intrigante al punto giusto. La pecca, come già detto, va invece cercata in una più povera caratterizzazione dei personaggi che come prima impressione non bucano lo schermo. Un vero peccato se si considera che il cast può contare interpreti di ben alto livello.
Nei panni di Del Harris, vi è l’attore già protagonista di The Newsroom Jeff Daniels, mentre nel ruolo di Grace c’è l’ex veterana di E.R. Maura Tierney (recentemente vista anche in Your Honor). Tra gli altri volti noti poi, spiccano anche Bill Camp e Mark Pellegrino. Nomi di livello che fanno ben sperare per il prosieguo della stagione e il raggiungimento di quel qualcosa in più necessario per coinvolgere maggiormente il pubblico nella storia.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ottima rappresentazione di un’atmosfera statica e depressa 
  • Cast di livello 
  • Il finale accresce il potenziale della serie…
  • Gioco di flashforward/flashback non usato al meglio 
  • …seppur poteva essere gestito in maniera più attiva e accattivante

 

Non una serie adatta per passare semplicemente il tempo. La lentezza d’esecuzione, anche se finora ben proposta, può rivelarsi un’arma a doppio taglio e spezzare sul nascere l’interesse. Per ora il pilot conquista una sufficienza ma starà ai prossimi episodi emanare la sentenza definitiva.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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