Star Trek: Discovery 4×11 – RosettaTEMPO DI LETTURA 3 min

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Star Trek Discovery 4x11 RecensioneStar Trek: Discovery è una serie che vive di alti e bassi. Oggi sarebbe difficile credere che una serie di Star Trek possa riempire una stagione di 26 episodi da 45 minuti, mantenendo un certo livello qualitativo. Eppure, questa è storia con The Next Generation e Deep Space Nine.
Forse è proprio il voler ostinarsi ad adattarsi alle logiche correnti di mercato, con una trama orizzontale che percorre l’intera stagione, il punto debole della serie di Kurtzman e Fuller.
Nonostante le stagioni di Discovery presentino la metà degli episodi, la serie risulta parecchio stanca. Ogni stagione si concentra su un singolo mistero, orbitando attorno ad esso. Tuttavia la formula non funziona, anche 13 episodi sono tanti per una singola macro-trama interessante, e gli episodi-riempitivo risultano ancora più fastidiosi. “Rosetta” è l’emblema di questi problemi ben presenti nell’architettura di una serie come Star Trek: Discovery che sta di nuovo per bruciarsi un’ottima chance come nella terza stagione.

COERENZA


Bisogna fare un plauso: mai un nome fu più azzeccato per una serie di Star Trek. Dopo le prime due stagioni più “classiche”, l’equipaggio capitanato da Burnham sta valicando ogni confine mai oltrepassato nell’universo di Kirk e Spock. La nave stellare Discovery sta mantenendo le promesse, andando a scoprire una nuova epoca e, addirittura, una nuova galassia. Gli autori hanno preso a cuore uno dei punti focali del franchise di Star Trek, che è la scoperta.
Il “fino ad arrivare laddove nessun uomo è giunto prima” pronunciato dal capitano Kirk nell’intro della prima serie del ’66 è estremizzato nelle intenzioni di uno show che avrebbe il potenziale per risultare rivoluzionario nel franchise. Tuttavia, la superficialità nelle idee, e forse anche nei mezzi, sterilizza ogni tentativo di approfondire di più un nuovo setting che già prima aveva del potenziale.
Con l’ingresso in una nuova galassia sarebbero molte le opportunità, visive e in termini di scrittura, da cogliere, invece anche stavolta Discovery ha paura di fare il passo più lungo della gamba e sforna un banale episodio che non fa né caldo né freddo.

COMPLOTTI E POLVERI MAGICHE


Un’altra critica spesso rivolta a Star Trek: Discovery è il suo discostarsi troppo dai canoni classici trekker. In “Rosetta” c’è l’ennesima conferma. Pur volendo mantenere quella filosofia e quel sapore etico che contraddistingue questa saga da altre, sono troppi gli elementi che sembrano provenire da altri universi sci-fi. Il titolo di questo paragrafo non è un omaggio a Dune di Frank Herbert, bensì è semplicemente il riassunto dell’intero episodio.
Risulta comunque godibile negli intenti la storyline riguardante il generale delle Forze Difensive della Terra Unita e il presunto complotto messo in atto con Booker. Anche qui, però, non c’è mai uno scontro e tutti i personaggi finiscono per volersi bene, assolutamente un bel messaggio che tuttavia non rende sullo schermo. Anzi, non rende se è lo stesso leitmotiv da circa due stagioni. Non è un caso che l’unico villain non sia un personaggio, bensì un’entità. Un concetto affascinante ma che non spaventa e risulta efficace come una Morte Nera (per fare un esempio attinente), a causa di una messa in scena mai brillante.

FILLER


“Rosetta” è in tutto e per tutto una puntata filler, l’ennesima. Un riempitivo in attesa del (si spera) sostanzioso finale verso una quinta stagione già annunciata. La buona notizia è che il numero di episodi diminuirà, con sole dieci puntate. Magari così gli spettatori potranno risparmiarsi scene come quella con Adira e Reno, in cui il personaggio di Blu del Barrio diventa improvvisamente fan di Detmer, senza alcuna costruzione pregressa. Momenti gratuiti che allungano il brodo e distraggono lo spettatore.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il titolo Discovery mantiene le promesse negli intenti…
  • Buon colpo di scena il tradimento di Ndoye…
  • …ma la realizzazione è troppo scarna
  • …ma non c’è mai un personaggio antagonista
  • Troppi elementi che sembrano provenire da altri franchise
  • L’AMO dovrebbe fare molta più paura allo spettatore
  • I soliti momenti “bromance-filler di Star Trek: Discovery

 

“Rosetta” è un episodio interlocutorio. Le grandi attese verso la specie 10-C vengono rimandate alla prossima puntata in cui, si spera, verrà mostrato qualcosa di più.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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