StartUp 1×06 – BootstrappedTEMPO DI LETTURA 5 min

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StartUp 1x06 - BootstrappedIl titolo di un episodio è spesso parte integrante (e in qualche modo chiave di volta) di quello a cui si sta per assistere, soprattutto nelle serie tv statunitensi; infatti, spesso, nei prodotti britannici le puntate vengono semplicemente chiamate “Episode 1”, “Episode 2” e cosi via. In alcuni casi, capire il significato di un titolo si è rivelato un compito complesso, come ad esempio il series finale di Breaking Bad, Felina; la parola, infatti, è l’anagramma di Finale e, allo stesso tempo, la somma di tre elementi chimici, Ferro, elemento principale del sangue, Litio, metallo più usato nella produzione di meth, e Sodio (Na), uno degli elementi principali delle lacrime.
Pur non arrivando neanche lontanamente a questi livelli di artisticità e complessità, anche il titolo di questo sesto episodio di StartUp è molto importante. “Bootstrap”, oltre ad indicare i tiranti degli stivali, ha anche un senso figurato: andare avanti, darsi da fare. Infatti, questi 42 minuti si basano molto sull’evoluzione dei personaggi e del loro impegno per far progredire il progetto GenCoin.
Chi dovrà per forza andare avanti è Nick, che ad inizio puntata mostra i suoi soliti sintomi di insicurezza ed immaturità, dando ad Izzy tutta la colpa di quanto successo.  In questo senso, l’essere cacciato di casa dalla ragazza, la quale ha scoperto tutte le menzogne raccontatele (l’aver lasciato il lavoro, l’essersi messo in affari con Ronald…), potrebbe servire a far fare al ragazzo il necessario salto di qualità a livello comportamentale, fondamentale per gestire la parte finanziaria di una startup. Ovviamente, questo processo richiederà tempo, ed infatti è palese che, allo stato attuale delle cose, Nick sia la persona con meno voce in capitolo nel trio societario: se da un lato Izzy ha (giustamente) la gestione esclusiva della parte informatica, è abbastanza inconcepibile che una persona con esperienze nel mondo della finanza si faccia dare lezioni di business plan da un mafioso haitiano (che dimostra sempre di più di essere molto intelligente, e non soltanto un gangster brutale) e, soprattutto, non abbia l’ultima parola sulle strategie finanziarie da adoperare.
Riguardo queste ultime, è bene fare un po’ di chiarezza, perché hanno mostrato più volte l’incoerenza di due personaggi, Nick e Izzy. Il primo, infatti, dice sempre di voler essere diverso dal padre, per poi fondare un’impresa con soldi sporchi, cercare di frodare il suo unico investitore (a proposito, il teatrino messo su dai tre, cercando di raggirare Blush ha chiaramente mostrato la differenza tra chi sa fare affari e chi è ancora in piena fase di improvvisazione. Anche in questo caso, sarebbe servito un Nick molto più incisivo e persuasivo) e fare smurfing. La ragazza, invece, ha creato GenCoin sognando un mondo finanziario pulito, ma sta perseguendo questo scopo utilizzando gli stratagemmi di livello più infimo (è lei che suggerisce a Nick tutte le manovre illegali per ottenere denaro). Oltre a noi di RecenSerie, anche Ronald ha notato tutto ciò, e l’ha chiaramente fatto notare ai due prima di suggerire il nuovo corso dell’azienda: basta garage in stile Silicon Valley, bisogna dare l’idea che tutto stia andando alla grande per attirare investitori.
Nonostante sembri non più funzionare più di tanto (sperando che la miracolosa illuminazione di Izzy a fine puntata non si riveli uno stratagemma per far uscire facilmente i character e GenCoin dallo stato di empasse in cui si trovano), è comunque una mossa astuta e spregiudicata. Del resto, sta rischiando più di tutti perché i suoi creditori, a differenza degli altri, sono altri mafiosi haitiani, quelli che fino a poco tempo prima erano la sua gente. La litigata con Jey-Jey dell’episodio scorso e l’appostamento di Oskar sotto casa sua, uniti alla volontà di tenere i figli (soprattutto Touie) lontani dall’ambiente malavitoso,  indicano chiaramente che il suo tempo a Little Haiti sta volgendo al termine, e che il suo futuro sarà, auspicabilmente, nel mondo delle aziende. Per fare ciò, anche lui dovrà andare avanti, cambiando il suo modo di porsi e il suo temperamento, e pare lo stia già facendo; emblematica, in questo senso, è la scena con Nick e Taylor, durante la quale fa di tutto per rimanere calmo, nonostante le risposte vaghe ed irritanti di Nick, per poi mettergli le mani addosso, simbolo che, anche per lui, il percorso è ancora lungo.
Tornando a parlare di Izzy, anche lei ha la necessità di andare avanti, in quanto l’aurea di infallibilità (a livello informatico) che le si era creata attorno si è dissolta brutalmente con l’hackeraggio di Daewon. Insieme a quello di Nick, il suo personaggio sembra ancora quello più legato ai soliti schemi comportamentali (Nick è poco autoritario e immaturo, lei ha sempre quegli scatti d’ira improvvisi che lasciano sempre un po’ interdetti), e la speranza è in un’evoluzione del suo character che, acquisendo tridimensionalittà, potrebbe nascondere molto potenziale.
Chi è apparso pochissimo in questo episodio è Phil. La scelta è giusta perché, dopo aver praticamente monopolizzato lo scorso episodio, un altro episodio con una sua forte partecipazione avrebbe definitivamente messo in ombra gli altri, sia a livello di interesse nei confronti dei personaggi, che in quello della recitazione (il solo Edi Gathegi riesce vagamente a tenere testa ad un fantastico Martin Freeman, gli altri due non ce la fanno per una semplice questione di talento). Nelle prossime puntate anche lui dovrà andare avanti, forse più di tutti, e gestire la questione della morte di Maddie.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutti i personaggi costretti ad “andare avanti”
  • Business Plan 101 ad opera del professor Ronald Dacey
  • Il sogno di Ronald
  • Qualche errore sparso qua e là, e il rischio di una soluzione troppo facile nel prossimo episodio

 

Pur non essendo al livello (altissimo) di “Buyout”, “Bootstrapped” si rivela un episodio più che solido, e i ringraziamenti non possono non arrivare.

 

Buyout 1×05 ND milioni – ND rating
Bootstrapped 1×06 ND milioni – ND rating

 

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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