Robert Zane: “If you can’t focus on your wedding, how are you gonna make time to get focused on your marriage?“
Questo episodio sin dall’inizio rimette al centro dell’attenzione un argomento da tempo accantonato: il matrimonio tra Mike e Rachel. Si riprende praticamente da dove ci si era interrotti, con lei che progetta tutto per una festa all’Hotel Plaza – per chi non lo sapesse, l’Hotel Plaza di New York si trova accanto a Central Park, dal lato dove abitano le famiglie coi miliardi ereditati dal bisnonno. In zona, ad esempio, aveva casa Jackie Kennedy. Una location, dunque, di assoluto prestigio -.
Per questo motivo, tutta la puntata è impreziosita dalla presenza di papà Robert Zane, di umore decisamente positivo per tutto il tempo. Certo, cerca innanzitutto di proteggere la sua bambina, ma all’orizzonte si profila anche un’ipotesi di fusione tra il suo studio e la Pearson Specter Litt che fa molto chic. Sembra quasi di tornare ai tempi antichi, quando i potenti facevano sposare i figli per unire interessi e proprietà terriere.
Per ora, l’unico ostacolo, ma molto concreto, a queste nozze sono proprio le teste dei due giovani promessi sposi, entrambe molto prese dai rispettivi impegni di lavoro. A quanto pare, gli sceneggiatori vogliono riservare la soluzione del will they – won’t they proprio per l’ultima puntata della serie.
Intanto ci si gode, con grande piacere, l’interazione Mike – Harvey, tornata ai livelli di Batman e Robin. Se non è la ragion d’essere di questo show, poco ci manca.
Grandi soddisfazioni riserva anche il rapporto tra Louis e Alex: il primo cerca di andare avanti con la sua vita e i suoi progetti di amicizia, il secondo si dimostra un bravo ragazzo, molto determinato a diventare name partner. Proprio da lui, però, partono i difetti e i problemi di questa puntata. Lasciando infatti stare l’interpretazione di Dulé Hill, il numero del “mi sacrifico” per il bene dello studio sembra proprio un po’ eccessivo e fuori luogo. Certamente è utile per risolvere il problema di giornata in tempi brevi. In tutto ciò bisogna considerare come la lotta contro lo studio Bratton – Gould si sta rivelando il tema portante di questa stagione, quindi non sarà certo finita qui. Occorre, ad esempio, capire bene quale ruolo sarà riservato a Stephanie Patel.
Tra tutti, rimane purtroppo in disparte la povera Donna. Non si è ancora ben adattata al suo nuovo ruolo e commette errori con una certa goffaggine. Dispiace vederla così, sapendo quanto possa essere efficiente ed acuta, ai limiti del geniale. Speriamo torni presto agli antichi splendori.
Il trauma più grave, comunque, viene inflitto allo spettatore quando la comparsata di Jessica si trasforma in un “vi ho messi l’uno contro l’altro per farvi fare una di quelle litigate dopo cui ci si ricompatta e si è amici ancor di più”. Non ha alcun senso logico e fa male. Forse gli sceneggiatori hanno voluto così ribaltare il “divide et impera” del titolo, motto caro agli antichi romani.
Ricapitolando, un episodio che non riserva grandi cambiamenti e sorprese. Il meglio deve ancora venire, o almeno così sembra, con i fronti di battaglia che si prospettano per il futuro: il conflitto con Bratton – Gould e la grande class action pro bono finita tra le mani di Mike e Oliver.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Mudmare 7×03 | 1.41 milioni – 0.3 rating |
Divide And Conquer 7×04 | 1.41 milioni – 0.4 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).