Harvey: “My whole life, I’ve done what I think was right, but there’s always someone somewhere who hates me for it, because they think I’m breaking the rules. Well, rules aren’t right or wrong. Every line I’ve ever crossed I’d do it again, because I am fine with what’s in my soul.”
Quando una serie si avvia alla conclusione, dopo parecchi anni di onorato servizio, è buona tradizione richiamare, per un ultimo saluto, tutti i personaggi che hanno contribuito al successo della medesima, anche senza avere fatto parte del cast principale.
Per questo, nell’episodio in oggetto si rivedono Andrew Malik, Kevin Miller e addirittura il Charles Forstman interpretato da Eric Roberts, assente dal 2015.
Il motivo logico per il loro ritorno alla ribalta riguarda i sotterfugi, non tutti proprio perfettamente legali, messi in atto da Harvey Specter e da Sean Cahill per tirar fuori di prigione Mike e il suo compagno di cella. I due si ritrovano così protagonisti di quel dilemma del prigioniero di cui si parla nel titolo, quando devono decidere se collaborare con la giustizia e avere uno sconto di pena o non parlare e scontare una sentenza più dura.
Questa parte dell’episodio offre agli spettatori l’innegabile piacere di vedere lo show proporre i suoi ingredienti vincenti, cucinati con ben nota perizia: gioco veloce di mosse e contromosse incalzanti, corsa sfrenata a chi arriva per primo a fregare il prossimo, confini morali adeguatamente sfocati. C’è da segnalare come Faye Richardson risulti, tutto sommato, più simpatica di Andrew Malik, perché quest’ultimo è divorato dalla rabbia e non nasconde minimamente l’astio con cui conduce un vero e proprio attacco alla persona.
Su di un altro fronte, invece, si registra il ritorno della sorella di Louis, impegnata in una denuncia per molestie sessuali contro il suo mentore, a costo di perderci l’azienda da lei fondata. Nello svolgimento di questa sotto trama, fa davvero piacere vedere Mr. Litt mostrare il suo lato più serio, dopo alcune puntate di scene esageratamente buffonesche, ma soprattutto la formazione del duo che il pubblico non sapeva di volere, quello Katrina – Samantha. Se il legal drama non fosse un genere già ampiamente inflazionato, si potrebbe addirittura pensare ad uno spin off di avvocati donna in difesa delle donne.
Intanto, Miss Wheeler dovrà pensare, già dalla prossima puntata, a riconquistarsi un posto allo studio legale, da cui è stata licenziata.
Il finale di puntata è ricco di emozioni potenti e contrastanti: si passa dal momento dolcissimo in cui Louis chiede a Sheila di sposarlo ufficialmente, prima della nascita della loro creatura, all’annuncio di una notizia inaspettata e devastante. La madre di Harvey, infatti, è morta di attacco cardiaco, proprio mentre i due si stavano piano piano riconciliando dopo anni di dolorose incomprensioni, proprio mentre c’è nell’aria profumo di fiori d’arancio e si sa quanto piaccia, alle mamme, piangere al matrimonio dei figli.
Sicuramente questa scelta di sceneggiatura offre la possibilità di rivedere personaggi come il fratello combina guai di Harvey, o lo stesso Mike, se ci sarà qualche scena dedicata al funerale. Certo così accade nella vita: prove e mazzate arrivano quando arrivano, senza farsi annunciare. Questo, comunque, non toglie nulla dell’amaro in bocca lasciato da questo finale agli spettatori. Per dirla con Susanna Tamaro, non c’è niente di più terribile di un ritorno che non riesce a compiersi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Scenic Route 9×07 | 1.07 milioni – 0.2 rating |
Prisoner’s Dilemma 9×08 | 0.96 milioni – 0.1 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).