“The bloody mark of Cain” dove per “bloody” si intende “fottutissimo”.
Mi piace iniziare così la recensione perchè aiuta a capire il tono della puntata e soprattutto l’importanza che “Blade Runners” avrebbe avuto già notando chi l’aveva sceneggiata. Finalmente riusciamo ad intravvedere quale sia il vero dazio da pagare di cui parlava per l’appunto Cain in “First Born“. Ma cosa significa veramente questo per Dean? La direzione verso cui si sta spostando il suo personaggio già da un po’ di tempo prevede una certa oscurità e soprattutto prevede una qualche sorta di prova da superare come Sam la scorsa stagione. Certo qui non ci sono dei veri e propri test da sopportare ma è un qualcosa più a livello umano e di inconscio quello che si prospetta per Dean perchè l’accoppiata marchio di Cain più First Blade a quanto pare offusca la mente in una maniera alquanto preoccupante. Se la prima impugnatura genera una qualche sorta di dolore nel possessore del marchio, una seconda ed una terza cambiano questo dolore in piacere ed assuefazione tali da poter annebbiare anche le menti più forti, tuttavia solo la voce di Sam riesce a svegliare Dean da questa nuova e vibrante sensazione come a dire che per ora il rapporto tra i due vale sempre molto più di qualsiasi altra cosa. Per ora.
“Blade Runners” è ricca di pregi ma ha anche un paio di seri difetti non trascurabili anche se molto comprensibili. Parlo innanzitutto del modo in cui è stata chiusa la puntata, ovvero con un Crowley in grande spolvero che si impossessa della First Blade lasciando i due fratelli con un nulla di fatto oltre ad una scritta in enochiano sulla fiancata dell’auto, ma anche della scelta di rispolverare i Men Of Letters prima scoprendo l’esistenza di un membro ancora vivo e poi uccidendolo. Se sulla mossa di Crowley non c’è di che sorprendersi visto che mancano diversi episodi alla fine, è soprattutto su quest’ultima faccenda che vorrei soffermarmi perchè il problema delle guest star ricorrenti è un qualcosa che viene gestito male sin dai tempi di Kripke.
Supernatural è una di quelle serie che ha visto entrare ed uscire dal suo mondo diverse decine di personaggi nel corso di queste nove stagioni ma solo alcuni di questi sono riusciti a rimanere in vita per ricomparire poi molto sporadicamente. Il più delle volte questi comprimari risultano molto interessanti ma vivono con una spada di Damocle pendente sopra la loro testa sapendo già che presto o tardi questa li ammazzerà. Magnus poteva rappresentare un ottimo comprimario, uno di quelli che avrebbe sicuramente regalato qualcosa di più allo show almeno dal punto di vista dei Men Of Letters ed invece è stato fatto fuori senza tanti problemi. Ok che era tendente alla pazzia e che non era poi molto affidabile però un personaggio del genere non avrebbe guastato alla fauna della serie, anzi. Occasione sprecata.
Come dicevo però l’episodio è ricco di spunti interessanti e di lati positivi e tra questi c’è sicuramente Snooki Crowley. Che Mark Sheppard fosse bravo già lo si sapeva ma qui ha dato sfoggio di tutte le sue doti di attore per rendere al meglio la dipendenza del King Of Hell dal sangue umano e ci è riuscito benissimo. Quando c’è Crowley tutto appare in un’ottica diversa e si capisce che l’episodio va guardato con una maggiore attenzione perchè da un momento all’altro potrebbe accadere qualcosa che cambia le carte in tavola come infatti è successo negli ultimi due minuti. Niente da dire a tal proposito se non che Carver sa bene come muovere i suoi burattini e soprattutto sa che mosse fargli fare e noi siamo qui che pendiamo dalle sue labbra. Si prevedono grande cose…
PRO:
- Snooki è un demone degli incroci: “This explain a lot of things“
- Crowley e la sua dipendenza
- Scritta in enochiano sulla fiancata dell’auto
- Scoperto il dazio da pagare per avere il Mark of Cain
- Introduzione di Magnus
- Eliminazione di Magnus
- Crowley scappa con la First Blade, scontatamente
#THINMAN 9×15 | 1.93 milioni – 0.9 rating |
Blade Runners 9×16 | 1.86 milioni – 0.9 rating |
VOTO EMMY
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.