Benvenuti alla recensione settimanale di Supernatural Metatron.
Il protagonista di questa serie, Metatron, si annoia molto ultimamente. Da quando ha chiuso le porte del Paradiso si annoia veramente un sacco e, da buon cultore dell’umanità, ha deciso di scrivere un romanzo, anzi no, un bestseller di cui è il
protagonista. Un passo della sua opera recita “God wathced over them. Smiling at His good works.“, ed è ovviamente una frase scritta in terza persona visto che il God in questione è lo stesso autore. Metatron infatti in questa “Meta Fiction” si scopre praticamente onnipotente, sia a livello di poteri (arrivati in modo non molto chiaro) sia a livello di conoscenza (visto che riesce a prevedere molte contromosse dei suoi antagonisti). Nella sua visione distorta della realtà Castiel è il nemico da sconfiggere, colui che deve guidare le legioni di angeli ribelli che si sono rivoltati al vero eroe in questione, Metatron per l’appunto. Siete rimasti perplessi? Sappiate che non siete gli unici e che, anzi, a tal proposito Carver e soci ci devono più qualche spiegazione che probabilmente arriverà a tempo debito.
La visione di “Meta Fiction” per la prima metà appare caotica e strana ma tutto assume un senso con la seconda parte dell’episodio, anche perchè vedere riapparire Gabriel/Trickster con i baffoni nell’intro di un film porno non può che lasciare tutti un bel po’ straniti. Per la precisione sull’intera puntata aleggia un enorme punto interrogativo volto a simboleggiare un insieme di domande che circondano Metatron ed i suoi seguaci. Gabriel doveva essere morto ma qui sembra essere ritornato in vita, dico sembra perchè lui stesso alla fine non conferma nè smentisce questa tesi ma, essendo estremamente bravo nell’arte dell’illusione, tutto può essere. La sua (presunta) collaborazione con Metatron lascia alquanto perplessi sia per il modus operandi sia perchè ci mostra un Gabriel molto lucido e con le idee chiare ed opposte rispetto a quelle dello scriba divino. E ok che il tutto serviva ad indirizzare Castiel verso la strada della leadership angelica, però si sentiva lo stesso la puzza di bruciato in lontananza.
La narrazione della puntata presenta, stranamente, una certa difficoltà; la scelta di raccontare l’episodio dal punto di vista del Metatron romanziere ha reso difficile e poco lineare il racconto che in genere non ha bisogno di spiegazioni per poter essere capito, cosa che qui invece deve essere fatta. Sin dall’inizio infatti Metatron si rivolge direttamente in camera e parla con lo spettatore in una sorta di one man show dove lui è l’unico protagonista, questa rottura della 4° parete è piacevole ma forviante per il resto dell’episodio dove lo spettatore attende invano di ritornare a “conversare” con Metatron. Il cambio di registro stilistico turba la fluidità del racconto ma non la storia in sè che ci fa capire chiaramente come tutti siano delle pedine in una grossa scacchiera in cui Metatron gioca da solo. Non importa quanti sforzi ci mettano Castiel, Dean e Sam, il risultato finale sembra già scritto in enochiano e recita il nome del vincitore, quello che manca sono solo i possibili colpi di scena che comunque non comprometteranno la fine delle vicende.
Nel complesso “Meta Fiction” è una piacevole fuga dalla routine seriale anche se in certi punti ed in certi momenti viene a mancare quell’esoscheletro che salva la puntata dalle sue pecche. Regia e sceneggiatura a volte sembrano non capirsi e sicuramente viene da domandarsi come sia possibile che Robbie Thompson abbia scritto anche “First Born” però è così. Ad ogni modo un resoconto sulle attività di Metatron era quanto mai dovuto e necessario quindi poco male.
PRO:
- Sigla diversa
- Ritorno (?) di Gabriel/Trickster
- Chiarita la leadership angelica
- Sfogata un po’ di frustrazione nei confronti di Gadreel
- Regia e sceneggiatura a volte confusionarie
- Poteri di Metatron arrivati senza spiegazione
- Dean presene ma è come se fosse assente
Mother’s Little Helper 9×17 | 2.25 milioni – 1.0 rating |
Meta Fiction 9×18 | 1.6 milioni – 0.7 rating |
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.