Person Of Interest 3×20 – Death BenefitTEMPO DI LETTURA 3 min

Fin dalla prima prima stagione, il concetto di Machine ci è sempre stato presentato come qualcosa di trascendentale, un essere quasi divino che conosce praticamente tutto di tutti. La mission di questa Machine è sempre stata quella di proteggere le persone, siano esse relevant o irrelevant.
Ebbene, in questo episodio tutte le nostre convinzioni a riguardo possono essere incartate e buttate nel cestino. Si, la Macchina ha dato un nuovo numero a Finch e si, questa volta non c’è nessun victim/perpetrator, ma solo un deal maker che possiede tra le mani l’ultimo accordo che manca per la totale attivazione di Samarithan.
“Death Benefit” è un episodio che serve ad aprirci la mente sul mondo difficile in cui si sta vivendo. Le parole profetiche dette prima da Finch e poi da Reese sono estremamente veritiere tanto che nel giro di 3 anni le cose si sono modificate completamente sia per gli esseri umani sia per le macchine. La stessa Machine qui si erge in maniera automatica a giudice e giuria elargendo per la prima volta un numero che non è nè victim nè perpetrator ma semplicemente l’ultimo tassello che separa Decima Technologies dalla vittoria. Assistiamo quindi a un episodio che sembra normale nei primi 30 minuti, la solita vittima braccata da quelli di Decima e che per non si sa quale ragione deve essere uccisa. E invece no. La squadra inviata da Decima è in realtà una squadra di soccorso inviata da Greer per salvare il deal maker. Per salvarlo da chi?
Ebbene si, per salvarlo da Reese, perché quando Reese scopre chi è in realtà il POI di giornata e cosa sarebbe in grado di fare per Decima, il suo istinto gli dice che c’è solo una cosa da fare: ucciderlo.
Il momento in cui si capisce cosa rappresenta in realtà Roger McCourt coincide con l’istante in cui si crea la prima e profondissima frattura nel gruppo capitanato da Finch. Il dilemma etico che porta con sè è il più importante mai affrontato nello show: vivere i difficili tempi cambiando il proprio modo di fare le cose e quindi risultando disposti ad uccidere un uomo pur di salvarne migliaia, oppure tener fede alla propria etica lavorativa a discapito del bene più grande. Come già successo in passato, si apre un faccia a faccia Reese-Finch riguardo alla moralità della macchina e del team, faccia a faccia che alla fine vede Harold prevalere. Ucciderne uno per salvarne mille o risparmiare quell’uno e tentare di salvare i mille in un altro modo? Questo è in sostanza il dibattito che si scatena tra i due e alla fine è la filosofia di Finch ad averla vinta. L’uovo oggi o la gallina domani? Finch ha scelto l’uovo.

La conseguenza di tutto ciò la vediamo nella sequenza finale: da una parte Greer che attiva Samarithan e le ordina di trovare Harold Finch, e dall’altra il nostro team, costretto a vagare per la città nascondendosi ad ogni angolo e cercando di evitare ogni telecamera. E alla fine, accade quello che nessuno pensava potesse accadere: Finch lascia il team. Probabilmente già aveva capito che sarebbe stato lui il primo bersaglio di Samarithan e probabilmente questo era l’unico modo per proteggere tutti gli altri, resta il fatto che il team ora ha perso il suo leader e questa scelta (come molte altre di questa magnifica serie) è una cosa che nessuno si sarebbe mai aspettato. E’ probabilmente l’inizio della fine.

Tre puntate alla fine, la battaglia tra le due divinità sta per cominciare e il nostro team sembra messo male come non mai. Come ci stupiranno questa volta gli autori?