È difficile trovare un’introduzione adeguata quando si rimane un po’ sconquassati come da queste ultime puntate e quindi è meglio ripiegare sul classico “fare il punto della situazione” in modo da schiarirci le idee. Esattamente un anno fa piovevano angeli dal cielo in “Sacrifice” ed i nostri piedi si erano completamente bagnati a causa della nostra saliva caduta ininterrottamente per via di questo evento, ora, un anno dopo, Carver ci riprova giocandosi la carta Dean versione demone ma l’effetto non è proprio lo stesso, anche a causa dell’intera stagione un po’ altalenante. Ma andiamo con ordine.
L’eliminazione di Abaddon in “King Of The Damned” ha tolto dalla scacchiera una pedina importante che poteva essere sfruttata meglio dandole più rilievo e soprattutto un meritato addio dopo il troppo chiacchiericcio che ha generato in questa stagione. Tuttavia se la sua dipartita è sembrata veloce ed indolore, almeno qualcosa di buono c’è stato ed è il cambiamento da uomo a serial killer di Dean. Chiariamoci: il Winchester più grande non è mai stato uno stinco di santo, ha sempre avuto il grilletto facile ma ultimamente pure con il coltello ci provava più gusto del solito ed il perchè era ovviamente causato dal Mark Of Cain in abbinato alla First Blade.
L’effetto del marchio non era stato mai spiegato molto bene, sembrava che causasse un’offuscamento della ragione sull’istinto rendendo Dean come un toro quando vede il rosso, ora però dopo la sua spiegazione il tutto appare dotato di più senso logico: più uccide e più deve uccidere, il marchio lo consuma e per mantenerlo bisogna uccidere, sgozzare e squartare. Una serie di verbi che si accostano bene ad un serial killer.
“Stairway To Heaven” è fondamentalmente un prologo al season finale, una quarantina di minuti per sistemare le pedine sulla scacchiera ed accendere la miccia che porterà poi allo scontro “finale” tra Dean e Metatron, ma soprattutto alla morte di Dean Winchester, di nuovo. Tra le varie volte in cui è passato a miglior vita (e se non sbaglio sono state circa 20 tra doppioni, versioni fantasma, Trickster e versioni future) all’appello mancava sicuramente il ritorno in forma demoniaca ma ora possiamo spuntare anche questo dalla lista perchè, a tutti gli effetti, Dean Winchester è morto ed ora è diventato un demone al servizio di Crowley.
Inutile dire che questo porterà enormi ripercussioni allo status quo della serie, ci sarà di certo chi storcerà il naso davanti a questo cambiamento ma c’è anche da dire che, dopo 9 anni e 195 episodi, svolte come queste devono essere il pane quotidiano per riuscire a mantenere viva la fiamma che alimenta lo show. E proprio questa fiamma, dopo un inizio col botto, si è piano piano affievolita sempre più non riuscendo a sfruttare al meglio quanto effettivamente si doveva e si poteva fare con la chiusura del Paradiso e la caduta degli angeli. D’altronde si sa, quando c’è tanta carne al fuoco si rischia di bruciarla ma Carver, al contrario, l’ha tolta tutta in anticipo consegnandocela al sangue che più al sangue non si può.
Come ho già scritto precedentemente, Abaddon e la sua storyline meritavano un finale ed un’attenzione diversi, lo stesso che meritavano Metatron e la versione umana di Castiel, entrambi abbozzati e appena appena sfruttati a dovere per poi essere rimessi nel cassetto. Se per Castiel la questione non si è ancora risolta del tutto, c’è invece da dire che l’irritazione provocata da Metatron ad ogni inquadratura non ha giocato in suo favore, anzi ha generato una sensazione di fastidio talmente elevata che si stava quasi meglio a parlare di lui piuttosto che a vederlo all’opera, e ne è un chiaro esempio questo season finale. Nessuno si sarebbe lamentato se fosse stato fatto fuori ma invece la sua dipartita è solo posticipata a data da destinarsi.
In tutto questo Sam si è finalmente quietato: basta fidanzate lagnose e basta discorsi lagnosi. Finalmente è tornato alla sua versione seria e pragmatica che funziona tanto bene in abbinata con il fratello ed il risultato è davanti agli occhi di tutti in “Do You Believe In Miracles?” dove si vede chiaro e tondo tutto l’amore che ancora nutre per suo fratello maggiore. Quindi se Dio Carver vuole, forse per il personaggio ci sarà un po’ di pace, e noi non ci lamentiamo di certo che l’attenzione per una volta sia tutta su Dean.
Il pensiero con cui ci ritroviamo a fare i conti dopo la visione di “Do You Believe In Miracles?” è lo stesso provato per tutta la stagione e che si vede molto bene anche dall’A Season In A Graph: “si carino ma non eccelso quanto speravamo che fosse, sicuramente si poteva fare di meglio”. Ed effettivamente è così perchè 3 Emmy e mezzo sono una più che sufficienza ma non rappresentano una qualità distinta o eccellente, ma solo sufficiente, contando tutte le storyline e come sono state raccontate ci si aspettava una valutazione finale intorno al 4 ed invece no. Ci sarà tempo e modo di rifarsi la prossima stagione…
PRO:
- Nuovo status quo di Dean e coraggio nel farlo fuori per tramutarlo in demone
- Finità l’era Metatron
- Discorso finale di Crowley
- Sensazione di incompletezza in certi momenti e storyline principali abbozzate troppo
King Of Damned 9×21 | 1.59 milioni – 0.8 rating |
Stairway To Heaven 9×22 | 1.74 milioni – 0.8 rating |
Do You Believe In Miracles? 9×23 | 2.3 milioni – 1.1 rating |
VOTO EMMY
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.