Da notare come i cambiamenti avvengano grazie a due personaggi realmente esistiti: uno è Theodore Roosevelt, il quale attinge ai suoi ricordi per suggerire di cercare l’assassino seguendo la pista del West, l’altro il potentissimo banchiere J.P. Morgan, uno dei personaggi più ricchi e influenti della New York dell’epoca, qui impersonato da un sempre carismatico Michael Ironside.
Quest’ultimo intervento si rivela decisamente provvidenziale, perché la polizia è soddisfatta di poter attribuire i crimini al defunto Wilhelm van Bergen e vorrebbe chiudere le indagini. Proprio la riunione in cui J.P. ordina di proseguire le indagini sugli omicidi dei ragazzini prostituti, in presenza del capo della Polizia e di un alto prelato, è quella dei “sant’uomini” di cui nel titolo.
Si amplia così lo sguardo sul quadro generale. Finora era una questione, per così dire, fra gli investigatori e il serial killer, ora entrano in gioco anche le trasformazioni in corso nella società americana dell’epoca, non ultime quelle industriali e tecnologiche promosse dai titani di Wall Street.
Per quanto riguarda più specificamente la situazione del dottor Kreizler, è buona norma, nei gialli noir, che l’investigatore abbia i suoi tormenti, qui ben rappresentati dalle difficoltà nel muovere il braccio destro, per ragioni di cui egli non vuole assolutamente parlare. Meno frequente è vedere il detective ostacolato dal suo status di aristocratico, come emerge nei dialoghi di Laszlo con la nipote del suo servitore nero e con il ragazzo del bordello che l’ha aiutato.
Anche questo, comunque, aiuta a tratteggiare ed approfondire il personaggio e prepara il momento in cui, finalmente, per la gioia del pubblico, egli si apre con Mary e la invita a cenare sedendo a tavola accanto a lui (una scena di cui si apprezza ancor di più il valore dopo un periodo dove una delle parole d’ordine è stata “distanza sociale”).
Si può parlare di vera e propria gioia perché, in una serie dove lo sviscerare, il mettere a nudo ogni dettaglio dei personaggi coinvolti è la chiave per far procedere la narrazione, restava abbottonatissimo uno dei personaggi principali. Ora invece ha accettato anche lui di farsi pienamente coinvolgere nella partita. Non si prevede certo un lieto fine per la storia d’amore, ma per il momento il cambiamento è graditissimo. Un plauso anche all’acume con cui rifiuta i finanziamenti di Morgan per “non voler sapere cosa chiederebbe in cambio”.
Per il resto, lo show procede con il suo solito buon livello di resa visiva e spettacolare. Non c’è solo il manicomio in cui Sarah si deve recare a fornire la quota horror all’episodio, introducendo anche il tema dei reduci di guerra e fornendo il pretesto per una rilettura decisamente anti eroica di momenti mitici della storia americana, come la battaglia del generale Custer a Little Big Horn. Anche un bisonte impagliato al centro di un salone elegante, oppure una sala piena di palchi di cervo possono creare un effetto un po’ macabro all’occhio dello spettatore avvezzo, ormai da decenni, a discorsi animalisti e ambientalisti.
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Ascension 1×06 | ND milioni – ND rating |
Many Sainted Men 1×07 | ND milioni – ND rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).