“I mean, you’re my best friend and… you’ve got a friend in me. You got troubles. I got’em, too. There isn’t anything I wouldn’t do for you. We stick together, and we can see it through, ‘cause… you’ve a friend in me.“
Ci sono volute 9 stagioni, qualche ufficiale rottura e successiva puntuale riconciliazione, più di un ripensamento di Penny e svariati deliri paranoici di Leonard, ma alla fine abbiamo finalmente il Signor e la Signora Hofstader. La season première di questa nona stagione di The Big Bang Theory parte esattamente, quasi sorprendentemente (come spiegheremo meglio in seguito), da dove il season finale probabilmente più “cliffhangeriano” di sempre della serie ci aveva lasciato.
Come il previously dell’episodio ci ha puntualmente ricordato, infatti, in “The Commitment Determination” mentre la coppia Leonard-Penny decide di convolare a nozze in una fuga “romantica” a Las Vegas, l’altra, formata dagli Shamy, si rompe improvvisamente. Ma non è tutto, perché in uno slancio di sincerità Leonard confessa alla futura moglie di aver baciato un’altra, tempo prima, mentre scopriamo addirittura che anche Sheldon aveva intenzione di chiedere la mano ad Amy. Questi i motivi “materialistici” per cui, dis-innamorati o meno dello show non potevamo non aspettare “The Matrimonial Momentum” con trepidante curiosità: in fondo, ci erano mancati. Peccato che Chuck Lorre & co. non ci abbiano messo poi tanto a tornare alla blanda e a dir poco sufficiente “realtà” della loro creatura.
Procediamo, però, per gradi. Approcciandoci alla season première numero nove, un certo scetticismo, al ricordo delle passate otto (ma specialmente delle ultime), sarà affiorato in ciascuno degli spettatori più disillusi e non solo. Ed è così che la domanda che più di tutte aleggiava nelle nostre menti prima della visione era: ce la faranno questa volta a superare, per dirla alla The Big Bang Theory, il “paradigma della season première retroattiva?” (ossia: faranno tornare tutto com’era prima alla tarallucci e vino anche questa volta?). Dubbi più che leciti, visto che fin dal Raj che sembra essere andato a letto con Penny (per poi scoprire, ad inizio stagione successiva, che i due a dir poco hanno raggiunto la “prima base”), gli autori ci hanno abituato praticamente ogni anno a veder ritornare la serie ad un più sicuro e consolidato status quo originario. Stavolta, però, i presupposti per sperare, come detto, c’erano alquanto e gli stessi creatori della serie hanno contribuito a fomentare animi ed aspettative, ignorando quanto simili pratiche possano rivelarsi spesso deleterie, confidando di doverci preparare a un ritorno ricco di scioccanti sorprese. Dopo aver preso visione dell’episodio, possiamo perciò affermare che se sul piano della tanto agognata rivoluzione degli equilibri della serie siamo stati finalmente accontentati, ciò non vale per il lato puramente emozionale degli eventi in sé.
Il tanto atteso matrimonio, come d’altronde suggerito dal titolo, occupa ovviamente in tal senso una posizione di rilievo, fatto che lo rende di conseguenza l’aspetto più miseramente deludente. C’è poco da salvare in quella che avrebbe dovuto essere una fuga “romantica” a Las Vegas, piena di possibili spunti irriverenti e al tempo stesso sentimentali, dettati tanto dall’esotica location quanto dalla stessa “confessione” di Leonard nel viaggio d’andata. Per il primo elemento ci si limita a clichè già visti e rivisti, come lo squallore della cappella prescelta, e facili ironie sulla propria situazione da parte dei personaggi, tanto che vien voglia di riguardarsi il matrimonio “alticcio” di Ross e Rachel in Friends. Riguardo il secondo, se possibile, i risultati sono ancora più scadenti se non “fastidiosi”, visto che il fatidico “vi dichiaro marito e moglie” ci viene concesso addirittura off-screen. L’idea volutamente nerd dell’episodio, ovvero quella della cerimonia in streaming, richiama poi alla lontana quella dell’unione di Howard e Bernadette (il passaggio del satellite di Google) che, come fanno presente loro stessi, aveva di certo maggior efficacia. Alla fine si salva giusto, per fortuna, il “momentum” dello scambio delle promesse, con quelle di Penny by Toy Story (e anche qui, se vogliam parlare di promesse “rubate” al cinema, quelle in stile Harry ti presento Sally di Turk in Scrubs vincono a mani basse), che appaiono comunque quasi inopportune, seppur volutamente, rispetto alla ricchezza di quelle di Leonard, le quali meritano di esser citate in toto: “Penny, we are made of particles that have existed since the moment the universe began. I like to think those atoms traveled 14 billion years through time and space to create us, so that we could be together and make each other whole“.
Certo, sappiamo che The Big Bang Theory in quanto sit-com vera e propria, perciò statica e dalle rigide convenzioni, non ambisce a mirare a particolari vette d’intensità emotive o patetiche, ma questo non vuol dire doverle annullare del tutto. Tale andazzo da parte degli autori, invece, ce lo conferma la gestione dell’altro cliffhanger di fine stagione, quello riguardante l’affair Amy-Sheldon. La questione dell’anello viene innanzitutto accantonata, evidentemente per occasioni future narrativamente più proprizie, in maniera però abbastanza superficiale, mostrandoci che addirittura la mamma ne era a conoscenza, la quale quasi non batte ciglio alla notizia della loro rottura, riducendo il proprio contributo ad una stentata battuta strappa-risate. La decisione di Amy passa così naturalmente in primo piano, ma a suscitare maggiori soddisfazioni non sono tanto i diretti interessati, limitati dalla scrittura “macchiettistica” (specialmente Sheldon) riservata ai personaggi, quanto coloro con cui il destino della coppia viene condiviso. Ci riferiamo ovviamente ai “comprimari”, che per quanto spazio gli viene concesso in quest’episodio, sono realmente ridotti a nient’altro che tale ruolo, tra i quali si eleva in negativo Stuart, ancora troppo patetico e poco divertente, e in positivo Howard, che registra le uniche uscite davvero spassose della giornata.
Perfino uno dei momenti alla base dello show, ovvero il confronto tra Penny e Sheldon, manca di qualsivoglia arguzia o particolare impegno da parte degli sceneggiatori, grondando per la sua intera durata di amara potenzialità inespressa (a parte, ovviamente: “Oh, don’t to worry about her. She’s brilliant and attractive. She can do way better than Leonard”). Se non altro è utile ad imbastire una prossima trama futura, oltre a quella principale, che ha il merito di suscitare il giusto desiderio nello spettatore di assistere al suo sviluppo. Infatti, alla volontà di scoprire come e se le due coppie “protagoniste” riusciranno a ricucire i propri rapporti, si aggiunge la curiosità per la “donna della discordia” alias Mandy Chao, figura attorniata ormai da un’intrigante atmosfera di mistero mista ad aspettativa.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Commitment Determination 8×24 | 13.85 milioni – 3.4 rating |
The Matrimonial Momentum 9×01 | 18.20 milioni – 4.7 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.