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The Crazy Ones 1×01 – PilotTEMPO DI LETTURA 5 min

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Nel 1997 andò in onda lo spot pubblicitario della Apple dal titolo “Here’s to the crazy ones” in cui comparivano delle personalità eccelse, visionarie e se vogliamo anche un po’ folli, come Gandhi, Martin Luther King, John Lennon, Picasso. Un vero inno all’avanguardia e al progresso. Questo è ciò che vediamo durante i 20 minuti del pilot della comedy The Crazy Ones: un uomo che ha  sempre cercato di andare oltre, di guardare l’inguardabile e pensare l’impensabile; un uomo che, grazie a questo, ha saputo costruire un impero vincendo un numero spropositato di premi; un uomo caratterizzato da tutta l’insicurezza e la responsabilità che “l’avercela fatta” comporta. Sto parlando di Simon Roberts, titolare dell’agenzia pubblicitaria “Roberts and Roberts” che gestisce con sua figlia Sydney, suo direttore creativo.
L’unica e ultima apparizione da protagonista in una serie tv avvenne nel 1982, dove interpretava un alieno, in Mork & Mindy, che non aveva proprio familiarità con i comportamenti umani. La sua genialità e bravura gli permisero di prendere il volo, infatti è proprio da qui che cominciò tutto: il successo, la favolosa carriera cinematografica, l’Oscar come migliore attore non protagonista nel film Will Hunting – Genio Ribelle. Non posso, non voglio, esimermi dal citare dei veri e propri capolavori cinematografici interpretati dall’attore: a cominciare da L’attimo fuggente, passando per Peter Pan e Mrs. Doubtfire, infine terminando con Al di là dei sogni, Patch Adams e L’uomo bicentenario. Tutto quello che è stato detto fin qui, era un premessa necessaria per arrivare a presentarvi uno degli attori più bravi del cinema, e non solo, americano: Robin Williams (per chi, nonostante l’elenco dei film, non l’avesse ancora capito).Ora sulla rete televisiva CBS lo ritroviamo nel ruolo di Simon, un ruolo che gli calza a pennello in quanto gli permette di associare intensità e frivolezza. Ovviamente questo tipo di recitazione per Robin è un gioco da ragazzi.
La sua spalla è Sarah Michelle Gellar (sua figlia) che, nonostante rimarrà sempre la nostra amata Buffy Summers, ha recitato in commedie di discreto successo, come ad esempio Scooby-Doo, dando prova di conoscere i ritmi di recitazione che caratterizzano una comedy e di conseguenza risultando alquanto buffa e divertente (o comunque ce la mette tutta). Il quadretto famigliare è accompagnato da personaggi altrettanto validi: il copywriter Zach Cropper (James Wolk), il direttore artistico Andrew Kennedy (Hamish Linklater) e il curatore editoriale Lauren Slotsky (Amanda Setton, già vista in un ruolo inutile in Gossip Girl). Da una parte ritroviamo Simon e Zach nella loro più completa follia, dall’altra Sydney e Andrew che cercano di limitare le loro stravaganze. E poi c’è Lauren che risulta la classica bella e un po’ stupida, ma che, nonostante questo, si può a grandi linee affermare che ha un suo perché nella serie.
L’alchimia tra gli attori è tangibile, infatti danno vita a delle scenette a dir poco divertenti e mai scontate che strappano non solo un sorriso ma anche delle risate fragorose.
È impossibile non spoilerare la scena del bar con la special guest Kelly Clarkson, dove Simon e Zach inventano al momento una canzone pseudo-porno da inserire in uno spot pubblicitario per la McDonald’s (i maggiori clienti dell’agenzia), il tutto per convincere la Clarkson a prestare la voce allo spot. Oppure quando Simon Roberts parla con il sè stesso disegnato sul muro. La naturalezza con la quale questi attori danno vita a delle gag così divertenti la dice lunga sui livelli di recitazione. Tra l’altro la produzione è firmata David E. Kelly cioè colui che, tra le altre, ha creato la favolosa serie tv Ally McBeal. Tra produttori e cast il successo dovrebbe essere assicurato. La bravura della produzione è stata anche quella di non concentrare tutta la serie sempre e solo sul protagonista (quando ti ritrovi tra le mani Robin Williams puoi cadere in questo errore), sarebbe stato scontato e ripetitivo, invece le scene sono adeguatamente suddivise.
Se si può fare un appunto alla serie (e noi dobbiamo farlo) la si può accusare di non essere una comedy pura ma piuttosto un sui generis in cui non sempre la risata o la battuta sono necessarie per far funzionare la scena. E quindi è una cosa negativa? No, non proprio, però dall’idea che ci eravamo fatti tra trailer e plot ci aspettavamo il doppio delle battute e quindi il confronto con la realtà è sicuramente più duro da affrontare. Chiariamoci: non è un difetto vero e proprio tuttavia non è neanche un pregio, soprattutto se state cercando una comedy standard, è semplicemente qualcosa da tenere in considerazione, un qualcosa che rende The Crazy Ones più veritiera e reale di tante altre serie attualmente in onda.
Volete sapere davvero qual è il difetto di questo pilot? Potrebbe chiamarsi “McDonald’s 1×01 – Pilot” invece che The Crazy Ones visto che sono un 20 minuti di pubblicità gratuita(?) per la catena di fast food. Usando una marca fittizia si sarebbe ottenuto lo stesso effetto…

PRO:

  • Cast di tutto rispetto. Ormai non c’è più differenza di qualità tra cinema e televisione.
  • Il personaggio di Simon: avevamo bisogno di una ventata fresca data da un sessantenne.
  • La scena della canzone porno.
  • L’inserimento, a fine puntata, delle prove recitative andate male.
CONTRO:
  • Lo stereotipo della bella e stupida.
  • Enorme spot gratuito per McDonald
  • La troppa insicurezza di Simon, anche se questo dà vita ad una dicotomia psicologica interessante.
Il pilot è stato divertente, questo era il suo compito: 20 minuti di totale relax per il pubblico. Non voglio cominciare con i soliti discorsi sulla possibilità di continuare su questi livelli e sull’eventualità di cadere nel banale. C’è del potenziale e su questo voglio concentrarmi, in fin dei conti ha avuto 15,5 milioni di telespettatori … pochi no?

VOTO EMMY

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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