The Crown 3×08 – Dangling ManTEMPO DI LETTURA 3 min

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Il principe Carlo d’Inghilterra è uno degli uomini in bilico per eccellenza. E’ il più longevo erede al trono di Gran Bretagna e ha praticamente passato la sua vita in attesa di uno specifico evento, terribile e significativo: la morte di sua madre per prendere il suo posto. Il richiamo c’è già nel titolo dell’episodio che cita il romanzo omonimo di Saul Bellow, anch’esso con protagonista un uomo in attesa di essere chiamato al proprio dovere che ragiona sulla propria vita.
Questo ne fa di per sé una figura estremamente interessante, in qualche modo tragica e disillusa. Considerando che questo episodio, dove il tema emerge preponderante, è ambientato nel 1970 e nel frattempo sono passati altri 50 anni, è chiaro come il tutto acquisisca una luce diversa e tremendamente più profonda. Anche in virtù delle vicende successive, che lo collocano al centro di scandali più o meno frivoli, spesso legati alla sua personale ricerca di un equilibrio tra amore e dovere.
Per illustrare questo concetto molto complesso, Morgan accosta il suo personaggio al pro-zio David, l’ex re Edoardo VIII che, come visto nella prima stagione, aveva abdicato in favore del fratello Giorgio VI, padre di Elisabetta II, madre di Carlo.
Anche in questo caso, l’analisi verte sulla continua oscillazione nella ricerca di equilibrio per chi ha il destino di portare la corona, titolo della serie e, come sempre, fulcro e perno della storia. Stavolta l’ex re David sta per morire per una malattia debilitante e c’è l’occasione di poter organizzare un incontro sia con l’afflitto nipote che con la più importane madre di lui, anch’essa nipote.
E’ estremamente difficile non provare compassione per l’ex re e il futuro re mentre al contempo il fastidio provato per la regina è altrettanto crescente. E’ evidente come la corona rappresenti quanto di più distante siano le emozioni più sanguigne dell’essere umano e rimanga sempre e solo come riferimento alla razionalità. Se inizialmente Edoardo VIII sembra avesse abdicato solo per amore, risulta sempre più evidente, nei suoi colloqui col pronipote, che la decisione fosse legata anche alla necessità di scegliere di seguire il suo essere invece che annullarsi nell’istituzione stessa. E’ comunque interessante vedere come, nel chiedere scusa alla nipote per i suoi comportamenti molto discutibili (vedasi le simpatie naziste), riesca comunque ad evidenziare che ognuno degli eredi al trono riesca ad adattare la corona alle proprie necessità, negando di fatto che ci si debba piegare ad essa senza perdere la propria personalità.
Carlo, quindi, non è inadatto come pensano i suoi genitori ma anzi riporta un’istanza necessaria già evidenziata dall’abdicazione di suo zio, rendendo evidente la necessità di evoluzione anche per quella sacra istituzione che la corona rappresenta. Tutto questo, di nuovo, acquisisce una luce più triste visto che ancora oggi Carlo non è diventato re e quel cambiamento risulta ancora potenziale.
Elisabetta, per fortuna, ha il tempo di concedersi un momento di umanità con il suo amato zio che in qualche modo l’ha sì tradita ma per un qualcosa che lei conosce bene, nonostante abbia deciso di metterlo da parte per la ragion di stato.
A questo episodio al solito estremamente ben curato, va aggiunto l’inizio delle trame più strettamente legate al gossip che coinvolgono Carlo e Anna coi futuri coniugi Parker-Bowles.
Della serie, non si può sfuggire mai dagli intrighi, con buona pace della regina.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Anna, un personaggio che emerge tra i big lasciando il segno
  • Carlo e tutte le implicazioni storico-filosofiche che porta con sé
  • Il re “abdicato” che per quanto discutibile ne esce sempre come una figura estremamente interessante
  • Sta diventando complicato dover trovare difetti evidenti a questa stagione

 

The Crown mantiene un livello pressoché perfetto, quasi da far spavento. Il cambio di attori sta esaltando notevolmente il già ottimo lavoro fatto finora e personaggi come Carlo e Anna stanno già coinvolgendo con le loro storie tremendamente stratificate.

 

Moondust 3×07 ND milioni – ND rating
Dangling Man 3×08 ND milioni – ND rating

 

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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