The Fall 1×03 – Insolence & WineTEMPO DI LETTURA 5 min

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Si dice sempre che non c’è due senza tre, e in questo caso dobbiamo aggiungere: per fortuna.
Perché se questo Irish-telefilm si fosse fermato alla seconda puntata, non avremmo di sicuro potuto concludere che fosse stata una così grande opera. Certo, bravi attori e ottima scrittura, ma nessuna storia originale. E chi come la
sottoscritta segue i crime capirà bene a cosa mi riferisco: la Detective, unica nel suo genere che identifica un serial killer, la polizia che più di una volta se lo lascia scappare e la vita del tutto normale del colpevole, sono argomenti già visti centinaia di volte.
In questo terza puntata invece, questa serie inizia pian piano a tracciarsi una propria strada, che la discosta dagli “originali” a cui siamo abituati.
Per prima cosa, con (molta) calma la polizia di Belfast ha iniziato a seguire i consigli della Gibson, istituendo una task-force con lo scopo di porre fine a questo femminicidio. Hanno dunque iniziato a delineare il comportamento dell’assassino, a definire la sua una vera e propria “dipendenza” che lo porta a compiere gesti folli; insomma ad avvicinarsi alla personalità del colpevole. Dal canto suo, Paul ha già individuato la sua prossima vittima e con un abile cliffhanger finale l’episodio termina lasciando a bocca aperta in attesa del prossimo appuntamento, anche se già sappiamo già cosa aspettarci. E non è da tutti rendere qualcosa divenuto (abbastanza) scontato così interessante.
Si potrebbe dunque pensare che il titolo dell’episodio sia riferito a lui, Paul e alla sua arroganza nel credere di poter spaventare qualunque donna senza venir mai catturato. E invece no.
Dopo l’omicidio di Jimmy Olson, è ormai di dominio pubblico la notte di passione tra lui e Stella. Lei stessa, da donna forte e moderna qual’è, non ha avuto alcun problema ad ammettere che proprio la notte precedente alla morte del sergente, i due si erano dati da fare. Il problema però è l’ambiente maschile e bigotto in cui si ritrova, che fa passare lei per sgualdrina e il povero morto e padre di famiglia come il supereroe che (poverino) è stato vittima di un piccolo errore, ma che subito era tornato dalla moglie. E’ proprio l’insolenza di questi uomini che credono di essere forti e potenti solo perché appartenenti al genere maschile che fa innervosire non poco la Detective, la quale non potendone più afferma “se un uomo(soggetto) scopa una donna (oggetto) va tutto bene, ma se una donna diventa il soggetto e l’uomo diventa l’oggetto allora tutti a scandalizzarsi” . Chi è donna capisce bene quanta verità c’è in questa frase.
Tornando al giallo vero e proprio, continua la descrizione di Paul come marito/padre/genero perfetto, anche se iniziano a intravedersi delle crepe, in particolare nel rapporto con la figlia che, a soli quattro anni, risulta essere più sveglia della madre. Dopotutto si sa, noi donne maturiamo prima (e alcune in certi casi si rimbecilliscono poi). La stessa Olivia, che inizia a nutrire dubbi solo quando la bambina pone delle domande, è da prendere sonoramente a schiaffi.
Inoltre, continuano ad entrare nella narrazione fatti che sembrano ancora molto distanti dal centro del racconto: ad esempio, il genero del capo della polizia, nonché marito della seconda vittima (sì, ci vorrebbe uno schemino) sembra imparentato in una storia non proprio legale di droga e di escort assieme all’altro poliziotto ormai deceduto Olson. A cosa porta ciò non si sa, però continua.
Infine, finalmente abbiamo uno scambio di sguardi tra i due protagonisti. Anche se attraverso uno schermo e durante la conferenza stampa della polizia, diciamo che oltre ad aspettarlo da un pò ci sembra in un certo senso di meritarcelo: quasi iniziavamo a credere che stessimo seguendo due storie parallele e assolutamente non coincidenti, così invece abbiamo davvero l’impressione che le loro vicende siano collegate.
Una nota che vorrei aggiungere è per quelli che sono gli attori laterali: dai poliziotti di volante ai genitori in lutto pazienti di Paul, gli attori sono tutti eccezionali. In particolare Liz Tyler, interpretata in una maniera davvero intensa da Seainin Brennan, è l’ennesima dimostrazione che i Nord Europei non hanno niente da temere dagli Americani: sono assolutamente in grado di creare un ottimo prodotto, con attori bravissimi anche se ospiti solo di qualche scena. Ormai sono convinta che se gli stessi attori e gli stessi autori si trasferissero in un’altra serie, ciò che ne verrebbe fuori sarebbe comunque magnifico. Magari chissà, anche l’Italia un giorno arriverà a questo livello, e forse inizieremo a recensire pure i nostri prodotti. Per ora dobbiamo accontentarci di chi sa fare e ce lo insegna.
Per terminare, in sostanza questa terza puntata è la migliore vista finora e svolge bene il suo ruolo di “intermezzo”: a questo punto infatti lo spettatore doveva decidere se abbandonare del tutto la serie o continuare a guardarla. E di motivi per restare la Gibson e Spector ce ne hanno dati parecchi.

PRO:

  • La storia sempre più affascinante e il ritmo della narrazione attinente. Autori e scenggiatori: bravi bravi bravi.
  • Chi guarda ora riesce ad avere una maggiore immedesimazione, merito della descrizione dei personaggi che si fa sempre più dettagliata;
  • Finalmente una protagonista femminile con le palle e libera di fare quello che vuole, a dispetto di un distretto di polizia belfastiano bigotto (“Subject:woman, Object:man.”: Fantastica)
CONTRO:
  • Sembra che ci stiamo avvicinando alla soluzione del giallo, però se andassimo a fare due conti, capiremmo che in realtà non abbiamo avuto ulteriori informazioni rispetto alla puntata iniziale: qual’è stato il fattore scatenante che ha portato Paul ad agire così? Che problemi ha la figlia? Non credo che potremmo aspettare fino alla prossima stagione per qualche risposta.
  • Moglie dell’anno: Sally Spector. Dopo aver lasciato solo il marito con la babysitter quindicenne, gli regala un “permesso-premio” così da star lontano dalla famiglia per due giorni. Poi però inizia ad avere dubbi quando la figlioletta di circa quattro anni si dimostra spaventata. Sveglia ragazza, sveglia.
  • Iniziano ad essere molte le storie laterali: l’avvocato nonchè amico intimo della terza vittima; il genero del capo della polizia e Jimmy Olson; la relazione passata tra la Gibson e l’amico… Non è che magari stiamo un attimo perdendo il filo?

 

Chi ama profondamente i crime come me sarà d’accordo: è studiato fin nei minimi particolari e gli attori sono tutti competenti. Per ora rimane un buon progetto della BBC, passato forse un po’ troppo sottotono. Provate a digitare “The Fall”  su Google, vi verrà presentata questa serie solo come terza opzione. Ed è davvero un peccato.

 

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