“O t’ispiri il Signore un concento,
che ne infonda al patire virtù.” (Verdi)
Torna l’acqua, torna Va’ Pensiero dal Nabucco di Verdi, torna lo strutturato e fantasioso aldilà di The Leftovers. Gli spazi stretti di “International Assassin” lasciano campo al mare, ad una spiaggia sconfinata, ad una folla oceanica. Kevin non è più (solo) un assassino internazionale, ma è anche il Presidente degli Stati Uniti d’America. L’obiettivo è solo quello di portare alcuni messaggi e ricevere delle risposte, ma il coinvolgimento è grande per lui, come per lo spettatore.
L’ermetismo televisivo di cui The Leftovers si fregia regala anche porzioni di puro richiamo per lo spettatore il quale vede tornare alla ribalta, con la scusa dell’aldilà, personaggi ormai tolti di mezzo. Il cacciatore di cani, la Meg Abbott di Liv Tyler, l’onnipresente Patti: tutti personaggi a cui viene attribuito un ruolo nella vita di Kevin, tanto da ritrovarli in luoghi chiave in quello che a tutti gli effetti sembra essere un aldilà personale, tagliato su misura sulle sue esperienze e personalità. D’altro canto la presenza del suo omonimo (il malcapitato poliziotto Kevin fatto fuori in “Don’t Be Ridicolous“), o di Christopher Sunday, sembra escludere in partenza l’ipotesi di un aldilà fatto su misura per Kevin. Ma ulteriori sviluppi lasciano questa ipotesi molto vicina.
“God only knows why I’d be without you.” (Beach Boys)
La verità è che poi non è così facile trovare una chiave di lettura chiara e lineare per questo episodio. Qualsiasi spettatore avrà avuto modo di individuare sfumature, citazioni e diverse altre angolazioni verso cui indirizzare la propria attenzione.
La catarsi finale, tuttavia, sembra proiettare l’intera serie verso una precisa presa di coscienza. Indubbio che il momento più sconvolgente e bizzarro (persino per gli standard di The Leftovers) arrivi con lo sdoppiamento di Kevin, questa volta in duplice veste all’interno di questo aldilà. L’astio del cacciatore di cani nei confronti delle superfici riflettenti sembra far presagire un qualche occultamento: Kevin non dovrà per nessun motivo potersi specchiare, vedere il suo volto. Nelle scene, il passaggio da un Kevin all’altro avviene proprio nei brevi momenti di riflesso (come con gli occhiali di Patti).
Il doppio Kevin è lo stesso Kevin che ha attraversato le due realtà, lo dimostra il fatto che, parlando del ritrovamento del libro, uno spieghi all’altro di cosa si tratta, come se entrambi avessero sperimentato e vissuto il momento sulla spiaggia. Lo stesso Kevin-presidente agisce per compiere le missioni affidategli dai suoi “discepoli”. Importante questa constatazione ai fini della lettura di quella che sembra essere la rivelazione finale: Kevin deve confrontarsi con se stesso. Letteralmente: Kevin deve aprire il suo cuore a se stesso, distruggere questo secondo mondo da cui era diventato dipendente ed affrontare la realtà (tramite gli ordigni nucleari).
Se si era avuto in precedenza il discorso tra Matt e Dio, questa volta si ha il protagonista che parla fra sé e sé, avendo come mediazione una parte della propria coscienza – Patti – che tanto lo aveva perseguitato nella seconda stagione. Questo novello Gesù deve mettere da parte i suoi alti obiettivi e comprendere un qualcosa di molto semplice che forse anche gli spettatori hanno rapidamente messo da parte: la storia con Nora è finita malissimo e lui ne è ancora innamorato.
“It’s the end of the world, it ended when I lost your love.” (Patty Duke)
The Leftovers pone sul piatto una soluzione narrativa che riporta tutti con i piedi per terra. Come fu per Lost, l’importanza che rivestono i personaggi, nella scrittura di Lindelof, è più importante di quanto si possa immaginare. L’alluvione si è rivelato un semplice fenomeno atmosferico, ma la predizione di esso ha dato modo di rendere tridimensionali i personaggi di Kevin senior e degli altri. La storia d’amore tra Kevin e Nora è parte integrante della storia, sin dalla sua primissima stagione, non è un mezzo per condurre gli spettatori e la sceneggiatura verso spiegazioni fantascientifiche a eventi inspiegabili.
I finali di prima e seconda stagione riconducevano a momenti di unità familiare, di ricongiungimenti e incontri. Il mistero sullo sfondo rimaneva tale, senza fornire al pubblico uno straccio di indizio che, tutto sommato, forse avrebbe anche stonato.
La storia d’amore tra Kevin e Nora torna prepotentemente alla ribalta, lasciata perdere con sufficienza da Kevin, come dall’intero pubblico, forse convinto di aver salutato il personaggio femminile già nella scorsa puntata.
Il messaggio che Lindelof vuole inviare, con insistenza, dopo che forse non era riuscito a far passare bene il concetto nella sua opera prima: i personaggi sono il motore di una storia, sono coloro che ne disegnano i tratti e che ne interpretano l’evoluzione. La creazione di un aldilà o di visioni oniriche sono utili esclusivamente per confermare la potenza di figure immaginarie create con cura maniacale.
Per questo la storia tra Kevin e Nora è importante e probabilmente segnerà adeguatamente il finale di serie della prossima settimana. Valeva la pena un godibilissimo giretto nell’aldilà per arrivare a questa conclusione.
Note sparse
Recensire The Leftovers significa lasciare inevitabilmente indietro riferimenti a criptici passaggi scenici.
Ecco alcune occasioni mancate in questa recensione:
- Kevin presidente e tutti i suoi ascoltatori sono vestiti di bianco, predicando l’oblio e il ripudio della famiglia. Pare ci fosse anche un qualche riferimento alle sigarette e al non parlare.
- La sigla iniziale sembra di averla già sentita.
- Nel flashback Nora fa riferimento ad una barba da mettere nel Kevin impagliato. I due Kevin che si confrontano si differenziano proprio dalla presenza/assenza di barba. Entrambi arriveranno poi alla conclusione di aver “fucked up with Nora“.
- Il bunker in cui si trovano il Presidente e Patti, oltre ai riferimenti riguardo gli ordigni nucleari, evoca l’eccezionale incipit di “It’s a Matt, Matt, Matt, Matt World” sia come tematica, che come misure di sicurezza e riconoscimento (ecco il perché della nudità dell’attentatore nella 3×05: serviva un pene), ma anche come ambientazione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Certified 3×06 | 0.77 milioni – 0.3 rating |
The Most Powerful Man In The World (And His Identical Twin Brother) 3×07 | 0.80 milioni – 0.3 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.