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The Man In The High Castle 3×03 – Senso KoiTEMPO DI LETTURA 4 min

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In questo episodio, le due principali sotto trame procedono di ritmo lento, con una narrazione sempre molto curata nell’impaginazione e nei dettagli. Una di esse riguarda John Smith e la sua famiglia, l’altra Juliana e la Resistenza.
Per quanto riguarda la prima, un Rufus Sewell sempre all’altezza della situazione impersona l’Oberst – Gruppenfuhrer mentre prima, per così dire, sistema il guaio causato dalla moglie con l’assassinio della vedova del dottore; poi è alle prese con i filmati portati da persone, a quanto pare, in grado di viaggiare tra vari universi paralleli. Quest’ultimo punto non spiegato molto bene, rischia di creare confusione nello spettatore. Sarebbe auspicabile un chiarimento in futuro. Apprezzabile comunque la citazione di Fredric Brown, autore di racconti come La Sentinella, Vieni e Impazzisci, Lettera Ad Una Fenice, Vietato L’accesso e Arena, dove si ritrovano i temi del confronto con una realtà aliena e dei viaggi fra mondi possibili.
Nella seconda sotto trama, gli sforzi di Juliana e del nascente movimento partigiano coinvolgono anche il ministro Tagomi, intenzionato a proteggerla. La ragazza può così incontrare di nuovo Joe, dopo molto tempo. I due non sanno ancora se e quanto si potranno fidare l’uno dell’altra e questo aggiunge tensione ed interesse alla vicenda.
Come si diceva, la storia procede piano, ma questo non vuol dire mancanza di feels anche potentissimi. Sul fronte John Smith, non esistono parole adeguate per esprimere lo sdegno quando si vede la morte di Thomas strumentalizzata per favorire l’ascesa politica del padre. Sarà interessante vedere come l’Oberst Gruppenfuhrer si giostrerà tra ambizione personale, timore per le figlie da far analizzare geneticamente, per controllare se non siano portatrici sane della stessa malattia del fratello e progetto “culturale” di cui è portabandiera Nicole, mirante a far scordare agli americani la loro storia e identità. In questa realtà, fra l’altro, Goebbels è ancora vivo. L’unico lato positivo della sopravvivenza del ministro nazista della propaganda, il quale ordinava il rogo dei libri di autori “non sufficientemente ariani” e “corrotti” è che non ha ucciso i suoi figli, prima di suicidarsi con la moglie, nel bunker della Cancelleria di Berlino, quando arrivarono i russi nel 1945.
Sul fronte occidentale, invece, si segnala l’incontro tra il ministro Tagomi e la signora intenta a dipingere, accanto al Golden Gate di San Francisco. Lei è Tamlyn Tomita, ai tempi fidanzatina di Karate Kid e per il momento gentile, quasi galante e perfetta, calcolando che si parla di giapponesi non più giovanissimi nel 1962. La nave nel porto, poi, sembrerebbe proprio una corazzata di classe Yamato, magari aggiornata agli anni ’60. Non si sa quanto sia stata una scelta intenzionale da parte degli autori e degli sceneggiatori, ma il fatto che la corazzata Yamato sia stata al centro di un’operazione paragonabile a quella dei francesi con Asterix si sposa bene con il clima generale della serie e con gli struggenti momenti finali.
La puntata, infatti, si conclude con Juliana e  con John Smith entrambi impegnati a visionare dei filmini: lei si vede uccidere da Joe in divisa nazista, lui vede il figlio divenuto adulto, mentre si diverte con gli amici. Le meditazioni su quello che potrebbe – avrebbe potuto essere abbondano e di certo non mancheranno di avere importanti conseguenze sulla realtà in cui i protagonisti si trovano immersi.
Prima dei titoli di coda, comunque, c’è ancora spazio per una rivelazione che, se confermata, sarebbe fonte di grande gioia per il pubblico: Frank Frink è vivo e sembrerebbe pure essere l’autore del simbolo del sole nascente adottato dalla Resistenza (deliziosa ironia, contro il paese del Sol Levante). Per momenti così, vale la pena di sorbirsi con pazienza anche i passaggi più lenti e meno eclatanti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Incontro Juliana – Joe
  • Scena con Tamlyn Tomita
  • Nel porto di San Francisco, quella sembrerebbe proprio una corazzata di classe Yamato
  • Rufus Sewell, sempre una sicurezza
  • Cura dei dettagli (arredamento, costumi e fotografia)
  • La morte di Thomas strumentalizzata per la carriera politica del padre
  • Tema dei viaggi fra universi paralleli introdotto in modo ancora poco chiaro
  • Progetto di far dimenticare agli americani la loro storia e identità

 

Il voto complessivo è alto per l’amorosa cura messa in fotografia, arredamento e costumi d’epoca e per le grandi emozioni suscitate da certi momenti. Non può essere il massimo per la lentezza del passo della narrazione (non si sa quanto dovuta ad un rinnovo già intascato per la quarta stagione) e per la mancanza di una spiegazione precisa riguardo all’origine dei filmati. Si vede ad esempio la Trudy proveniente da una realtà alternativa semplicemente svanire nel nulla, all’improvviso. La serie resta comunque un prodotto curato e originale, che merita di essere seguito.

 

Imagine Manchuria 3×02 ND milioni – ND rating
Senso Koi 3×03 ND milioni – ND rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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