The Path 1×08 – 1×09 – The Shore – A Room Of One’s OwnTEMPO DI LETTURA 5 min

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C’è qualcosa di profondamente disturbante ma estremamente poetico in questi due episodi di The Path e non solo perché la simbologia del viaggio, del cammino, del “path” del titolo, assume una valenza non più meramente ideologica, ma anche e soprattutto perché si sta ultimando uno scontro ideologico e famigliare estremamente importante che si sta rimandando inevitabilmente sin dall’inizio, cioè da quel “What The Fire Throws” che ha introdotto il Meyerismo nel mondo.

Hawk: I’m leaving. While I was on the walk, I decided, and I gave this a lot of thought, and I’m not gonna take my vows when I’m 16. I’m gonna stay in high school.
Sarah:Well, then you won’t talk to me or your sister or anyone in your family again.
Hawk:Mom. But Dad said I could.
Sarah:Well, Dad lied.

Per esemplificare al meglio quanto sta accadendo, si può immaginare un ring dove all’angolo sinistro si trovano i due character meyeristi per eccellenza (Cal Roberts e Sarah Lane), all’angolo destro c’è il detective Abe Gains mentre, alle corde, si trovano Eddie e Hawk Lane, ormai sempre più spinti verso l’angolo opposto a quello di Sara e dello zio Cal. The Path si erge interamente su un forte disagio interiore che anima e dà vita all’intera serie, un disagio che si dipana in maniera differente a seconda dei character e che, sempre in maniera differente, trova un modo per uscire fuori e manifestarsi. Esempio: il Pachamama nella foto qui sopra.
Tutti i protagonisti vivono un disagio interiore che tentano invano di nascondere e che li porta a compiere gesti o dire cose che vanno contro il loro credo, contro il Meyerismo. In “A Room Of One’s Own” Cal Roberts ad un certo punto professa a Mary e al suo fidanzato il matrimonio come caposaldo del movimento (“Steve believes that committing to another human being’s wounds, past, present, and future, is a great challenge but also the most rewarding experience one can have in this life. That’s why marriage is a cornerstone of The Movement.“) e, in tal senso, il bacio rubato due volte a Sarah, così come le prestazioni sessuali ottenute dalla stessa Mary negli scorsi episodi, vanno ad intaccare quanto professato. Ma questo è Cal Roberts, un uomo che agisce solo per guadagno personale e che, per quanto sia stato “scoperto” sia da Eddie che dagli altri capi del movimento, rimane un punto di riferimento per tutti gli altri, Sarah compresa ma solo perché non vuole veramente vedere la sua vera natura.

In riferimento a questo disagio interiore che affligge tutti, bisogna spendere qualche parola in più sull’effetto avuto in Sarah Lane e sul suo atteggiamento quasi bipolare a seconda del soggetto con cui interloquisce. Passata attraverso una tortura psicologica in cui si era vista tradita per Miranda Frank, negli ultimi episodi si sono susseguiti i dolori causati dal possibile abbandono di Hawk e dalla crisi di fede di Eddie, entrambe legate l’una all’altra. In “The Shore” padre e figlio intraprendono il cammino per riacquistare la fede e tentare di ripristinare quella normalità che ormai non è più possibile riavere e, in contemporanea, Sarah viene “consolata” da Cal, ci litiga, lo aiuta ma alla fine si concede cadendo quindi in contraddizione: in esatta antitesi a tutti i valori che va professando a suo marito e suo figlio, in perfetta sincronia con il nuovo capo del movimento meyerista. Se non si fosse ancora capito, The Path usa tutti i suoi personaggi per esprimere la disfunzionalità umana attraverso le menzogne, le ipocrisie ed i valori che vengono professati ma non rispettati e nessuno si salva da questa descrizione.

Eddie:Um… You know, um, the first thing I found on the walk is that you do not do the walk in the middle of winter. Um… You know, everyone says that they have these big moments on the walk. They, uh, they see truth. Um… Truth is, um, I didn’t. You know, I saw a lot of… a lot of highway, broken bottles, broken people, um, kind people, fast food wrappers, and, uh, and road kill. 
You know, the whole time, I was thinking, “How fast can I get home?” So I guess that’s what I… I found. No matter where I am, I just want to be… just want to be home with my… my wife and my kids. They are my Truth. 
Um… That’s all I got. Thanks.

Nella fauna di The Path ovviamente nè Eddie nè Hawk sono esenti da questo predicare bene e razzolare male ma, al contrario di madre/moglie e di zio Cal, entrambi si ergono come character umani e razionali, molto più degli altri. È infatti grazie al loro continuo e costante mettere in dubbio la propria vita ed i propri valori che, ai nostri occhi di pubblico integerrimo, appaiono come vittime di un sistema che li sta ripudiando. È grazie a questa situazione che si può empatizzare con loro e discriminare con tutte le nostre forze Cal e Sarah, veri artefici delle proprie scelte sbagliate e fautori di un vittimismo che non gli compete.
Il dualismo che si è fatto strada nel corso di queste nove puntate continua ad insinuarsi pericolosamente in ogni storyline e, per fortuna nostra, sta alimentando la narrazione in un modo che non era prevedibile e che, proprio per questo, permette a “The Shore” e a “A Room Of One’s Own” di ergersi prepotentemente nella lista di puntate meglio realizzate della stagione. Sempre in attesa del season finale.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il cammino
  • La malizia di Cal e l’imbarazzante comportamento di Sarah, a riprova di una falsità galoppante all’interno del movimento
  • Umanità e dubbi esistenziali di Eddie e Hawk
  • Pachamama
  • Un po’ forzata la durezza di Sarah in certi momenti e di fragilità in altri
  • Alcuni momenti estremamente lenti
  • Sempre molto debole e poco interessante la storyline di Mary

 

The Path colpisce come un pugno allo stomaco tutto e tutti. Fa male, ferisce, incupisce ma si dimostra umano e svela tutti i lati dell’umanità. Siamo lieti di avere ancora una puntata per esplorare i meandri del doppiogiochismo di questa sottovalutatissima serie.

 

Refugees 1×07 ND milioni – ND rating
The Shore 1×08 ND milioni – ND rating
A Room Of One’s Own 1×09 ND milioni – ND rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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