The Pembrokeshire Murders 1×02 – Episode TwoTEMPO DI LETTURA 3 min

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The Pembrokeshire Murders 1x02 recensioneThe Pembrokeshire Murder è una miniserie composta da soli due episodi, il che porta con sé diversi svantaggi e vantaggi a seconda di come la si vuole vedere. Serie e miniserie strutturate in poche puntate sono normalissime in Gran Bretagna e si pongono in netta contrapposizione con le produzioni americane e anche italiane. Tutti prediligono infatti almeno 8-10 puntate, sia per giustificare i costi di produzione, sia per garantirsi un prodotto più longevo.
La serie di ITV creata da Nick Stevens è palesemente nata sotto un altro punto di vista: tre puntate, minutaggio relativamente basso (mai sopra i 48 minuti) e ritmo relativamente contenuto. E la scelta, francamente, sembra essere totalmente corretta nonostante la possibilità di “allargare” i contenuti della storia approfondendo personaggi e difficoltà inerenti l’indagine.

LA TIMELINE, QUESTA SCONOSCIUTA


Non è anomalo guardare “Episode Two” e pensare che sia passata al massimo una settimana dalla puntata precedente. Nick Stevens ha infatti scelto di non condividere praticamente alcuna informazione temporale con lo spettatore, praticamente privandolo di una metrica fondamentale per capire la durata delle indagini. Sono passati pochi giorni, settimane o mesi?
Gli unici riferimenti “concessi” sono dovuti ad alcune frasi sparute che aiutano a creare giusto un paio di riferimenti temporali grazie alla scarcerazione di Cooper. Per quanto tutto ciò sia apprezzabile (visto che rende il tutto timeless) e sia una scelta abbastanza audace, non si può negare la necessità di contestualizzare il tutto anche per esplicare meglio la fatica ed il tempo impiegato dalla task force per inchiodare Cooper.

LA FOLTA CHIOMA DA SERIAL KILLER


Può sembrare surreale ma la storia mostrata in questa seconda puntata è a tutti gli effetti reale: John Cooper ha partecipato come concorrente a questo famoso quiz televisivo chiamato Bullseye nel maggio 1989. Verosimilmente, in un periodo storico in cui social network e selfie non erano ancora stati concepiti, la difficoltà nel trovare una foto non è così difficile da comprendere. E questo è il vero punto di svolta dell’indagine.
I due “quadri” della famiglia Cooper, estremamente inquietanti (anche perché separati), sono un’immagine importante di questa serie ed infatti ricevono una certa importanza sia nelle riprese che nelle indagini. Può un taglio di capelli molto groovy essere la prova schiacciante per inchiodare John Cooper? Ma soprattutto, può bastare la conferma del taglio di capelli come prova se l’identikit dell’assassino è ricavato da un disegno in cui pantaloncini corti e taglio di capelli discutibile sono gli elementi fondamentali?

IL METATEATRO DI ITV


Immaginarsi Canale 5 che fa una serie tv (tipo Carabinieri) in cui, ad un certo punto, mostrano uno spezzone di una puntata storica di Tira E Molla con Paolo Bonolis (andata in onda su Canale 5) per incastrare un serial killer è molto delirante. Eppure, in termini e decadi diversi, è un po’ quello che ha fatto ITV. Chiaramente questo è un evento che è veramente accaduto e quindi la metateatralità è di per sé reale, eppure l’aura di surrealismo rimane vivida. E magari succederà anche un giorno con i famigerati fratelli Capone ed il loro fantino sardo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il ritrovamento della comparsata come concorrente in Bullseye
  • Keith Allen veramente molto bravo
  • Gli interrogatori a John Cooper hanno il loro perchè
  • Cliffhanger finale
  • Quei quadri… e quei capelli…
  • Mancanza di una timeline non aiuta moltissimo la prospettiva

 

Secondo episodio di The Pembrokeshire Murders e secondo “ringraziamento” pieno per una puntata che scorre veloce e cambia ritmo sul finale. Nonostante i tagli le fotografie-quadri siano e rimangono decisamente molto inquietanti da vedere, è il caso di dire che ITV e Nick Stevens hanno fatto tutto molto bene lasciando il pubblico pronto per il gran finale.

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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