The Staircase 1×01 – 911TEMPO DI LETTURA 4 min

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The Staircase 1x01 recensioneCon un mercato televisivo oltremodo stracolmo di prodotti, prendere spunto dalla realtà sta diventando una modalità sempre più frequente per i produttori di serie tv. E se i casi in questione si portano dietro un’aurea di mistero irrisolto e strascichi che hanno tenuto occupata l’opinione pubblica per anni, la trama è pressoché già servita.
Ultimo in ordine di tempo è il nuovo true crime drama di HBO Max intitolato “The Staircase”. Creata da Antonio Campos, la serie si basa sulla storia della famiglia Peterson, ritrovatasi nel suo personale inferno quando Michael Peterson viene accusato dell’omicidio della moglie Kathleen. Una miniserie proposta in 8 episodi che vuole raccontare un dramma in realtà già ampiamente “vivisezionato” in precedenza.

THE STAIRCASE: IL FILM DOCUMENTARIO


A seguito della morte di Kathleen Peterson e dell’arresto di suo marito Michael accusato dell’omicidio, nel luglio 2004 prendeva il via un film-documentario pronto a raccontare nel dettaglio il punto di vista della famiglia sull’accaduto. Una produzione francese intitolata sempre The Staircase, diretta dal regista Jean-Xavier de Lestrade attivatosi con le riprese sin dai primi istanti dopo l’accusa di omicidio. A partecipare al progetto è stata l’intera famiglia Peterson, un nucleo allargato composto da cinque figli, più ovviamente la testimonianza in prima persona dello stesso Michael.
Il documentario ha così seguito l’intero processo, intervistando anche fonti vicine ai fatti, avvocati e membri impegnati nel caso. Essendo un processo sviluppatosi nel corso degli anni, anche il progetto televisivo si è sviluppato in molteplici tranche: dopo l’esordio del 2004, Lestrade è tornato ad occuparsi della famiglia Peterson nel 2012, a seguito di nuovi sviluppi sul caso. Nel corso degli anni, infatti, Michael Peterson è passato da una sentenza di colpevolezza, all’approvazione nel 2011 di un nuovo processo, per arrivare al rilascio nel 2017. Tutti questi avvenimenti hanno così costituito nuovi episodi che si andavano ad aggiungere di volta in volta al documentario. Al momento, il lavoro completo è composto da 13 episodi totali ed è disponibile tra le docuserie di Netflix.

THE STAIRCASE: LA SERIE


Anni dopo la ricostruzione del documentario, arriva invece una nuova versione della storia dei Peterson. HBO Max dà vita a 8 episodi di una miniserie ispirata alla tragedia e che cerca di ricostruire gli eventi, aiutata sicuramente anche dalle testimonianze precedentemente registrate dal prodotto di Lestrade.
Per raccontare la sua storia, la miniserie ripropone lo stesso titolo della docuserie, sottolineandone sia il rimando ad essa, sia l’importanza di quelle famose scale nella morte di Kathhleen e nel processo in generale.
Ma essendo una produzione di HBO Max non ci si poteva di certo aspettare un lavoro sommario e infatti, a partire dal cast, il lavoro dietro la serie appare notevole. A svettare tra i protagonisti ci sono nomi altisonanti come Colin Firth e Toni Collette nei panni dei due coniugi e Michael Stuhlbarg (recentemente protagonista di serie come Dopesick e Your Honor) in quelli dell’avvocato difensore David Rudolf. Considerevole anche il casting del resto della famiglia: da Dane DeHaan a Patrick Schwarzenegger, da Sophie Turner ad Odessa Young e ancora, Rosemarie DeWitt, Tim Guinee, Parker Posey e Juliette Binoche. Un cast decisamente corposo che si mostra subito croce e delizia della serie. Se, infatti, le performance degli attori spiccano nel racconto della storia, trascinati soprattutto da un Colin Firth accuratamente immerso nella parte, il pilot si perde un po’ nella presentazione di tutti gli altri membri della famiglia. Un nucleo corposo e assortito a cui spesso è difficile associare ruolo e nome. A tal proposito, non aiutano neanche i continui sbalzi temporali: l’utilizzo dei flashback è sicuramente funzionale al racconto, tuttavia, il continuo passare da un periodo all’altro spesso confonde, rendendo difficile star dietro a tutti i passaggi.
Oltre alcuni difetti, però, The Staircase presenta un pilot ben strutturato che centra sicuramente l’obiettivo principale, ossia quello di innescare una serie di domande nella mente dello spettatore che ne rimane incuriosito. Come detto, la storia ovviamente è di dominio pubblico e presenta una trama paradossalmente semplice: il noto scrittore di romanzi e potenziale new entry del mondo politico, Michael Peterson, viene accusato dell’omicidio della sua seconda moglie Kathleen, trovata senza vita dopo essere apparentemente caduta dalle scale di casa.
“911”, che si presenta con un minutaggio abbastanza corposo (60 minuti) riesce a gestire l’intera narrazione unendo alcuni scampoli di vita famigliare precedente alla tragedia, ai momenti successivi al ritrovamento del corpo. Le scene di vita quotidiana risultano a volte un po’ troppo pedanti e lente, tuttavia non si fatica a trovarne l’utilità, dato che risultano subito funzionali per iniziare a comprendere le dinamiche della stessa famiglia. Naturalmente, il punto più alto si raggiunge quando l’attenzione si concentra sulle indagini, con l’accusa di omicidio, l’introduzione di indizi sparsi e conseguenti ipotesi che riescono a creare una giusta dose di curiosità. E per una serie la cui storia è già stata analizzata in tutte le sue fasi è un bel punto di partenza.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Scelta del cast
  • Colin Firth totalmente in parte: sembra aver ben studiato le testimonianze di Michael presenti nel documentario
  • Una narrazione che crea subito curiosità per l’accaduto 
  • Pilot un po’ caotico per la presenza di troppi personaggi 
  • Gli sbalzi temporali a volte creano troppa confusione 
  • Alcuni momenti fin troppo lenti, non aiuta il minutaggio di ben 60 minuti

 

Un buon pilot che svolge un lavoro di presentazione diligente senza esagerare nella rappresentazione, ma trainato da una storia di per sé intensa.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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