The Terror: Infamy 2×09 – Come And Get MeTEMPO DI LETTURA 3 min

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The-Terror-Infamy-2x09Ad un solo episodio dalla conclusione, la tanto attesa nascita del prediletto ha finalmente luogo. No, non stiamo facendo riferimento alla nascita di Gesù, anche se Natale sembra avvicinarsi a gran velocità. Stiamo invece parlando della nascita del figlio di Chester e Luz, elemento diventato fondamentale via via con il passare del tempo.
Nonostante questa nascita rappresenti il fulcro attorno al quale la serie è stata costruita (e dal quale ripartirà con il proprio finale di stagione) è da sottolineare l’intenzione di non lasciare in disparte tutti gli altri personaggi secondari fin qui apparsi in scena. Ecco quindi che la venuta al mondo del figlio di Chester e Luz coincide con la fine della detenzione dei cittadini americani orientaleggianti nei campi di lavoro. E’ arrivato il momento di tornare a casa: la guerra non è finita, il Giappone ancora deve essere attaccato nuclearmente e l’imperatore Hirohito ancora deve dichiarare la resa del suo Paese. Con un clima di silenzioso antagonismo, quindi, buona parte dei nippo-americani iniziano a fare ritorno a casa abbandonando per sempre i campi di reinsediamento del periodo di guerra. O meglio, tentano di fare ritorno a casa. Perché alla famiglia Nakayama (e così a molte altre negli USA) il ritorno a casa ha un sapore amaro, un sapore di privazione: case scomparse, terreni espropriati ed una privazione che da psicologica diventa materiale a tutti gli effetti. Migliaia di persone si ritrovano senza un posto da poter definire casa, in una patria che nel momento più difficile ha deciso di voltare loro le spalle.
A questo punto della recensione si sarebbe portati a pensare che questa porzione di storia ha racimolato un minutaggio sufficiente per risultare importante all’interno della storia, tuttavia non è così. Ma il fatto di essere l’unico elemento della sceneggiatura relativamente interessante eleva di importanza queste poche scene, relegando Chester e Luz a semplici co-protagonisti della Storia. Risulta deleterio e ridondante sottolineare nuovamente la distanza qualitativa e di intrattenimento con la prima stagione, eppure sembra quanto mai impossibile per The Terror riuscire a risollevarsi, salvo un colpo di reni proprio sul finale che dia al prodotto una spinta sufficiente per la salvezza. Per ora, la noia continua a far da padrone indiscusso della scena.
Ma c’è anche una necessaria dose di citazionismo (probabilmente non dovuto, ma sintomo di una fisima mentale del recensore ndr) non indifferente. Difficile infatti osservare tutta la sequenza dell’ormai imminente parto di Luz, con relativa fuga da Yurei, senza creare parallelismi con un’altra fuga di questo tipo nel mondo seriale. Correva l’anno 2001 e l’ottava stagione di The X-Files (ancora inconsapevole che più di dieci anni dopo sarebbe stata oggetto di un ritorno disastroso) macinava pubblico, ascolti e consensi. Ma soprattutto portava in scena il tanto atteso parto di Dana Scully, la protagonista indiscussa di quella stagione e anche della successiva.
Tra gli sguardi attoniti di svariati supersoldati, Dana, aiutata dall’agente Reyes, darà al mondo William. La fuga, il pathos ed il parto portato in scena in fretta e furia sono elementi talmente simili in The Terror da riportare la mente dello spettatore a quel maggio 2001. A quando una serie tv, nonostante le otto stagioni e gli oltre 150 episodi, riusciva ancora a catturare l’attenzione dello spettatore senza permettergli di distrarsi.
Altri tempi.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Bello The X-Files, peccato quando sparisce Mulder e nessuno ne comprende ancora oggi il motivo… come? Stiamo parlando di The Terror: Infamy? Pardon, stavamo pensando a qualcosa di bello
  • The Terror: Infamy

 

Un episodio soporifero, lento, in certi punti addirittura difficile da seguire. Eppure manca ancora un solo episodio e questa sofferenza avrà termine. Tanto vale tener duro ancora una quarantina di minuti, no?

 

My Sweet Boy 2×08 0.28 milioni – 0.04 rating
Come and Get Me 2×09 0.38 milioni – 0.10 rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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