“Pineapple on a pizza? That’s blasphemy!”
Torna anche quest’anno The Twilight Zone, nella sua ultima reincarnazione che vede la direzione artistica, e la presenza come voce narrante, del regista Jordan Peele, ormai nome di punta per tutto ciò che riguarda il filone horror indipendente. E anche questo “Meet In The Middle” segue ovviamente questa tradizione ma è molto abile a camuffarsi da semplice “sit-com” a sfondo sentimentale.
Questa, almeno, è la prima sensazione quando l’episodio in questione introduce il personaggio di Philip (Jimmi Simpson, già visto in Westworld), un uomo introverso e solitario, con gravi disturbi ossessivo-compulsivi come lascia intendere la sua psicologa, alla ricerca costante dell’anima gemella. Durante un appuntamento, una voce sembra insinuarsi nella sua testa e leggergli i pensieri. Si tratta dalla voce di Annie (Gillian Jacobs, la Britta di Community), una donna con cui Philip non ha mai avuto niente a che fare. In qualche modo tra i due nasce una “connessione mentale” per cui ciascuno sente costantemente i pensieri dell’altro. La logica di The Twilight Zone ovviamente non lascia molte spiegazioni a riguardo, come al solito le cose accadono semplicemente perché devono accadere, soprattutto perché la cosa più importante è la reazione dei protagonisti alla scoperta del loro “super-potere” (che ricorda a tratti la luccicanza di Shining). In questo caso la prima parte della puntata si traduce in una “convivenza mentale” fra i due che si trasforma ben presto in un’affinità e un sentimento reciproco, proprio come in una sorta di sit-com sentimentale. In questo segmento a brillare è soprattutto l’interpretazione di Jimmi Simpson, che per buona parte della puntata può contare solo sulle proprie espressioni facciali, mentre Gillian Jacobs punta tutto sulla propria voce per restituire le emozioni provate dalla sua Annie. Sebbene questa prima parte sia molto statica nelle proprie azioni (e non potrebbe essere altrimenti), l’amalgama che si crea fra i due interpreti è tale che l’episodio risulta comunque godibile, oltre a creare un buon meccanismo comico fra i monologhi mentali di Philip e il resto del mondo che lo osserva parlare da solo e cambiare d’umore all’improvviso.
La seconda parte dell’episodio cambia totalmente il mood della puntata entrando nell’ambito thriller-horror per via di un segreto che Annie rivela sulla sua esistenza e che porterà Philip ad abbandonare tutto per partire a cercarla salvandola così da un pericolo incombente. In questa seconda parte il regista della puntata, Mathis Herndl, è molto abile a cambiare le carte in tavola giocando soprattutto sull’uso della musica, alternata ai monologhi mentali, e a rilasciare indizi che possono far pensare che tutto sia nato semplicemente da una fantasia dello stesso Philip, per via della sua fragile psiche. Chi ha mai visto, in fondo, questa Annie, che non esiste se non in un profilo Facebook?
Il dubbio, lasciato in sospeso fino all’ultimo minuto, è il vero punto di forza della puntata che permette allo spettatore di rimanere incollato ad una vicenda che, sulle prime, potrebbe risultare abbastanza banale. The Twilight Zone dunque riparte alla grande con un episodio che riesce fin da subito a catturare l’attenzione pur nella sua “semplicità”.
“What kind of compromise into connecting with another human being? Is it meeting in the middle? Or going all the way to the end of the line?” Philip Hayes found connection but only with the darkest part of his soul. A region of self that he’ll inhabit for the rest of his life. Here, in The Twilight Zone.”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Blurryman 1×10 | ND milioni – ND rating |
Meet In The Middle 2×01 | ND milioni – ND rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!