lunghi mesi d’estate e finalmente siamo di nuovo a Mystic Falls,
curiosissimi di capire quali sono i nuovi equilibri tra i vari
personaggi, dopo una serie di scelte fatte o subite nel finale della
scorsa stagione, definito “epico”, parola così cara al popolo di
“The Vampire Diaries”.
spunti e tranne qualche scivolone nei dialoghi, sempre troppo
adolescenziali a mio parere, il resto funziona molto bene e getta le
basi per una stagione interessante.
c’è un forte desiderio di tornare alla normalità: nonostante abbia
ormai accettato la sua identità di vampira, guadagnandoci ampiamente
in termini caratteriali, la ragazza non vuole rinunciare a vivere le
esperienze umane tipiche della sua età e sia lei, sia Caroline, si
ritrovano al college, armate di buone intenzioni, sacche di sangue
fresco e della voglia di ricominciare lasciandosi alle spalle, almeno
in università, il mondo soprannaturale
all’appello Bonnie, ormai fantasma, che comunica con loro attraverso
Jeremy, riportato in vita e capace di vedere nell’aldilà: la strega
Bennet non ha avuto il coraggio di palesare la sua dipartita ad amici
e parenti, continuando a tardare il momento inevitabile in cui
getterà chi ama nello sconforto per la sua scomparsa.
piccolo passo indietro alla scorsa stagione, non ho apprezzato il
modo in cui è stato trattato il personaggio di Katerina
Graham, troppo bistrattato e reso a volte noioso o incoerente: non
sono mai stata una sua fan ma, considerando la sua importanza nello
show, spero riescano a rendere la sua storia più decisa e meno
altalenante.
La puntata procede mostrandoci che succede ai diversi
personaggi: abbiamo Jeremy che dovrà fare i conti con il suo stato
di “freak” tornato in vita, Matt reduce dal viaggio in Europa con
Rebekah e Damon innamorato, bellissimo e felice che si gode la sua
nuova condizione di fidanzato. Per chi ha sempre tifato questa
coppia è una gioia vederla insieme, spensierata e unita più che
mai; insomma, dopo tutta la questione “sirebond” ci voleva un
po’ di respiro, anche se, tutto può succedere.
Chi manca
all’appello?
Ad inizio recensione dicevo che la puntata getta
basi interessanti e la mia affermazione è confermata dalla bella
interpretazione di Paul Wesley non tanto in qualità di Stefan,
quanto nel malvagio doppelgänger Silas.
Ho sempre pensato che
per gli attori interpretare una doppia identità, bene e male nella
stessa persona, sia stimolante e regali profondità creativa
alla recitazione; esplorare la parte più oscura del proprio io era
già stato fatto da Stefan, che spegnendo la sua umanità si
trasformava in “The Ripper”; ora lo vediamo alle prese con
qualcosa di ancora differente, di malvagio, una sua copia fisica con
un ventaglio di emozioni, di valori completamente lontani dai suoi.
A
Silas non interessa nulla della vita così come la intendiamo noi,
non gli importa di niente tranne che dei suoi scopi e userà ogni
mezzo per arrivarci, uccidendo, manipolando, lasciando Stefan in uno
stato di sofferenza, psicologica e fisica. Solo Elena, il grande
amore e Damon, suo fratello di sangue, potranno salvarlo ma le domande sono tante: come affronterà la situazione della nuova coppia
e più di tutto, come combatterà il suo specchio malvagio?
L’altro
grande elemento di curiosità e forza di questo pilot è l’umanità
restituita a chi non l’ha mai voluta, alla persona che più di tutte
ha fatto del suo essere vampiro uno “status” mentale, di potere,
di personalità: Katherine, o come la chiama l’affascinante Elijah
(torna!) Katerina, si ritrova a dover difendere davvero la sua vita
da un immortale millenario, senza forza o velocità al di la del
normale, con limiti fisici da lei dimenticati che colpiscono la sua
psiche più di quanto voglia ammettere.
Anche qui la recitazione
di Nina Dobrev è ottima, proprio per la bravura con cui riesce a
fondere e confondere positivo e negativo, divisi da una sottile
linea; sono certa che non rimarremo delusi dalla scelta degli
sceneggiatori di curare chi non voleva guarire. Immaginate millenni
di esperienze, certezze, spazzate via per far posto alla
scorrevolezza del tempo, alla paura, all’incertezza del tutto umane?
Oltre alle svolte annunciate dalla presenza di Silas e
Katherine, tanti sono gli enigmi in attesa di essere risolti: al
campus Elena deve risolvere un mistero legato a suo padre adottivo e
Matt, l’ultimo ragazzo rimasto davvero tale, subisce uno strano
attacco da una donna conosciuta a Praga, forse un incantesimo o una
maledizione.
Che ci sia da avvertimento: a Mystic Falls niente è
come sembra, tutto è il contrario di tutto e se si decide di alzare
il livello qualitativo di alcuni dialoghi, “The Vampire Diaries”
ha ancora tanto da raccontare.
- Stefan/Silas e Elena/Katherine: l’idea dei doppelganger funziona
perfettamente - Katherine umana e i cambiamenti relativi che dovrà
affrontare - Damon ed Elena felici insieme
- Nuovi misteri da
risolvere
- Rischio di cadere nel banale con una
serie di dialoghi semplicisitici - Tanta carne al fuoco: riuscirà
ad essere gestita unendo il tutto in un’unica trama orizzontale? - Ritorno e centralità nella narrazione del triangolo amoroso
assistito a quarantadue minuti densi di avvenimenti, che potrebbero portare a una svolta importante nella serie, evitando che resti
imbrigliata soltanto nel meccanismo del triangolo amoroso: ritmo e
interesse ci sono, se Julie Plec decide di rischiare e osare un po’
di più, si annuncia una grande stagione.
VOTO EMMY
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.