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48 ore. Il tempo che è riuscito a
guadagnare Will per una “death row”, una lotta contro il tempo per potere salvare il cliente dal boia, letteralmente.
guadagnare Will per una “death row”, una lotta contro il tempo per potere salvare il cliente dal boia, letteralmente.
The Good Wife ci ha abitutato in questi anni ad episodi come questo, raccontati sul filo del rasoio con un ritmo forsennato, scandito anche dalla stessa sound track, che ci lascia con il fiato sospeso per oltre 40 minuti. Mossa astuta da parte degli autori: tutti così freneticamente impegnati nell’appello, compresi noi telespettatori, che non abbiamo tempo di pensare alle questioni in sospeso della scorsa stagione, bisogna rimandare tutto.
Il caso della settimana è tagliato perfettamente per The Good Wife, tanto che possiamo lasciar correre l’escamotage degli autori e addentrarci in uno dei punti focali del diritto statunitense: la pena di morte. Diane, chiaramente abolizionista, cerca ogni modo possibile per dichiarare l’innocenza del condannato, mentre Will prende tempo fino ad arrivare a partecipare alla class action di Barry Scheck dinnanzi la Corte Federale. Purtroppo pur credendo fermamente nell’innocenza del suo cliente, Diane non riuscirà a sottrarlo alla pena capitale, sarà invece Will che grazie ad un pretestuoso cavillo giuridico farà sospendere la pena. Aspetto interessante, ancora una volta l’episodio
ci fornisce un chiaro quadro del mondo legale: non importa se giusto o sbagliato, se colpevole o no, se intralciare la legge o meno, Will fa tutto il possibile e come sempre è proprio lui con la sua praticità a uscirne, non Diane con il suo idealismo. Sino all’ultimo sembrava che Diane riuscisse a far dichiarare Fornum innocente, facendo perdere credibilità alla trama e invece, proprio sul più bello, The Good Wife sorprende sempre, risultando per niente banale e offrendo invece diversi punti di riflessione: sappiamo bene che in TGW non ci sono buoni e cattivi ma c’è solo la legge che si presta a mallearsi a chi la sa applicare meglio. Possiamo infatti definire sbagliato il comportamento del warden che cerca solo di seguire il protocollo, o l’odio delle madri delle ragazzine uccise verso Diane e Alicia, o il cercare di prendere tempo di Will, o il minacciare la dattilografa di Diane per salvare una vita, o ancora, la decisione del giudice che dalla sua non può altro che constatare che ci sono stati dieci anni di tempo per ricorrere in appello? Non ci sono buoni o cattivi, ci sono punti di vista diversi e vengono raccontati splendidamente.
ci fornisce un chiaro quadro del mondo legale: non importa se giusto o sbagliato, se colpevole o no, se intralciare la legge o meno, Will fa tutto il possibile e come sempre è proprio lui con la sua praticità a uscirne, non Diane con il suo idealismo. Sino all’ultimo sembrava che Diane riuscisse a far dichiarare Fornum innocente, facendo perdere credibilità alla trama e invece, proprio sul più bello, The Good Wife sorprende sempre, risultando per niente banale e offrendo invece diversi punti di riflessione: sappiamo bene che in TGW non ci sono buoni e cattivi ma c’è solo la legge che si presta a mallearsi a chi la sa applicare meglio. Possiamo infatti definire sbagliato il comportamento del warden che cerca solo di seguire il protocollo, o l’odio delle madri delle ragazzine uccise verso Diane e Alicia, o il cercare di prendere tempo di Will, o il minacciare la dattilografa di Diane per salvare una vita, o ancora, la decisione del giudice che dalla sua non può altro che constatare che ci sono stati dieci anni di tempo per ricorrere in appello? Non ci sono buoni o cattivi, ci sono punti di vista diversi e vengono raccontati splendidamente.
Intanto, mentre la Lockhart&Gardner è invasa dalla frenesia, David Lee trova il tempo e la calma per sospettare il piano degli associati al quarto anno e così anche Alicia viene a trovarsi in una scomoda posizione. Sarà interessante vedere gli sviluppi della questione, è apprezzabile il tentennamento di Alicia e la sua fedeltà verso Will e Diane ed è interessante soprattutto se paragonata al suo socio intestatario. Spieghiamo meglio: Will in questi anni ha sempre messo lo studio davanti a tutto, anche davanti Alicia stessa, senza farne troppo mistero e soprattutto involontariamente. Cosa succederà adesso che è Alicia a mettere in primo piano la sua di carriera?
Da un Florrick ad un altro, Peter ormai governatore è di nuovo alle prese con gli stessi problemi e ci pensa Eli, un pò troppo paranoico ma sicuramente lungimirante, a guardargli le spalle. Insomma con un politico, una first lady e una Marilyn, il fattaccio era praticamente certo e non è detto che sia finita qua, date le minacciose parole della bionda neo promossa. Non so, legare Peter ad un altro scandalo sessuale, anche se inventato, saprebbe davvero troppo di già visto, anche se la decisione di Peter di promuovere Marilyn non avviene tanto su spinta di Eli, quanto della nostra raffinatissima Jackie O dell’Illinois.
PRO:
- Caso della settimana
- Soundtrack dell’episodio
- Will e Alicia alla Corte Federale
- “Alicia, you and I are the new Will e Diane”
- “Good point Monica.” (Ci sei mancato Davide Lee, non sai quanto)
CONTRO:
- Vogliamo più Kalinda e più Kalinda&Alicia
- Peter e il potenziale scandalo sessuale
- Ma il giochino delle cinque parole per il titolo?
Everything is Ending si conferma un’ottima premiere e sancisce un ritorno in campo che migliore non si poteva immaginare.
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.