Time 1×01 – Episode 1TEMPO DI LETTURA 4 min

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Time 1x01 recensioneLe serie tv ambientate all’interno delle prigioni sono sempre in voga nel panorama televisivo. Vuoi perché ben si prestano a raccontare storie cupe, di pentimento o riscatto, vuoi come forma di denuncia per le reali condizioni in cui versano i detenuti in generale.
Questa volta tocca alla BBC One prendere in mano il tema e dar vita ad una serie tanto cruda quanto realistica.
Miniserie divisa in tre parti, Time è un crime drama scritto da Jimmy McGovern e diretto da Lewis Arnold che alza ulteriormente l’asticella grazie ai due protagonisti interpretati da attori che non hanno bisogno di presentazioni: Sean Bean e Stephen Graham.

LA DENUNCIA DI JIMMY MCGOVERN


Come detto, dietro la stesura della sceneggiatura di Time vi è il produttore inglese Jimmy McGovern, già vincitore di svariati premi per i suoi precedenti lavori come Hillsborough (1989), The Lakes (1997), The Street (2006), Accused (2010), oltre a ricevere ben due Edgar Awards per la serie Cracker (1995).
E’ lo stesso McGovern a sottolineare come l’interesse per la vita in carcere e tutto ciò che ne deriva, sia a livello pratico che emozionale, fosse un argomento che da sempre lo affascinava e che ben si presta per essere trasformato in storie da raccontare. Storie che vogliono tuttavia essere soprattutto un mezzo di denuncia per le condizioni anche culturali in cui sono costretti i detenuti.
Da questo punto di vista vi è un cambio di prospettiva, dato che la maggior parte di film e serie tv ambientate in carcere sono perlopiù made in America. Time, invece, porta lo spettatore nella realtà delle prigioni britanniche, simili per concezione e rispetto dei diritti umani ma che, anche in questo caso, denotano forti limiti da diversi punti di vista.
Alla base della narrazione di Time vi è l’uso smodato della violenza. Elemento quasi naturale in certi contesti, ma che la serie della BBC One porta in scena in maniera estremamente minuziosa, amplificando per questo l’impatto emotivo. Sono tante infatti, le reazioni del pubblico che dopo la visione dell’episodio hanno sottolineato la durezza estrema di certe scene quasi al limite e difficili da digerire. Una rappresentazione cruda ma pur sempre reale che dona un ennesimo strato di realismo alla storia che McGovern vuole raccontare.

IL DUO BEAN – GRAHAM


Ma il contesto in cui l’azione si svolge da solo non otterrebbe granché se non fosse rappresentato al meglio dai protagonisti di queste storie. Time centra decisamente l’obiettivo attraverso l’ingaggio di due attori di primo piano per il ruolo dei protagonisti. Sean Bean e Stephen Graham si ritrovano ben presto, nei primi 55 minuti di questo pilot, a catalizzare tutta l’attenzione riuscendo sin da subito a creare un collegamento empatico con i loro personaggi.
Time, infatti, racconta la traumatica esperienza del carcere di Mark Cobden (Sean Bean), un insegnante, fino a quel momento incensurato, colpevole di un grave incidente che lo condanna a ben 4 anni dietro le sbarre. Parallelamente a questo personaggio, all’interno della struttura penitenziaria si intreccia il cammino di Eric McNally, guardia carceraria votata al suo lavoro che, tuttavia, presto si ritrova costretto a scegliere tra professionalità e salvezza della sua famiglia.
I primi venti minuti di puntata scorrono in maniera attenta e abbastanza pacata, con la serie che mira a presentare l’ambientazione e i personaggi. Dopo questa parte introduttiva, iniziano ad arrivare i primi input su quella che sarà la storyline per entrambi i character. Una storia che in “Episode 1” appare comunque frenata e che emerge maggiormente attraverso le interpretazioni dei due attori principali.
Come si sottolineava precedentemente, infatti, Sean Bean e Stephen Graham regalano sin da subito performance profonde e articolate che, soprattutto in assenza di uno sviluppo iniziale consistente di trama, lasciano emergere i sentimenti dei due character in maniera attiva, donando in questo modo una propria forma all’intero episodio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Le performance di Sean Bean e Stephen Graham
  • I due personaggi principali riescono a tenere in mano l’episodio attraverso la forte empatia subito suscitata
  • Pilot ben strutturato 
  • Inizio troppo pacato e con poca verve dal punto di vista della trama (considerato che sono appena 3 episodi)

 

Time si presenta come un crime drama indubbiamente di qualità, con un tema sempre caldo e performance attoriali eccellenti. Si attende fiduciosi che i prossimi due episodi regalino quel qualcosa in più anche dal punto di vista dello sviluppo della trama.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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