To The Lake 1×01 – Episode 1TEMPO DI LETTURA 3 min

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To The Lake è il nuovo thriller apocalittico di Netflix. La serie è tratta dal best-seller della scrittrice russa Yana Vagner, così come questo episodio, diretto dal regista Pavel Kostomarov, riadattato per la televisione dalla stessa Vagner. Il fatto che di un lago non si veda nemmeno l’ombra (o meglio, una goccia) e che la trama, detto banalmente, sappia di già visto, non giova a questo episodio pilota il quale, però, si riscatta per il fatto di essere una produzione extraeuropea e di risultare così, in qualche modo, interessante da visionare per questo semplice dato.
Infatti può risultare interessante come una nazione diversa dagli Stati Uniti si approcci ad un tema come quello apocalittico, trattato in più modi: basti citare mainstream più famosi come The Walking Dead, oppure un buon prodotto di artigianato come The Strain.
I volti di To The Lake, semi-sconosciuti fuori patria, sono in realtà molto conosciuti in Russia. Alcuni di loro noti da quella fetta di pubblico che ha visto Better Then Us: Kirill Käro ed Eldar Kalimulin.
Probabilmente causa COVID19, l’uscita della serie è stata pensata per questo periodo autunnale. La serie fa infatti molto pensare al dramma attuale. Il mondo di To The Lake è sconvolto da una importante epidemia che trasforma gli uomini in zombie ambulanti a prima vista poco pericolosi ma dall’alto tasso di contagio.
Protagonista è Sergey, uomo sposato per la seconda volta con una psicologa, Anya, la quale ha già un figlio, Misha, affetto da una forma di autismo che lo porta a non comprendere le emozioni altrui.
Parallelamente vengono mostrati gli altri personaggi: Irina, la prima moglie di Sergey, con il figlio Antosha e Lyonya con la sua famiglia, composta dalla figlia Polina, recuperata da un centro di riabilitazione per alcolisti, e la nuova moglie (incinta) Marina.
Le tre linee narrative, presentate separatamente ben presto si iniziano ad unire ma lo fanno in maniera confusionaria. Se infatti è una gioia vedere un personaggio risoluto come il padre di Sergey imbracciare il fucile e premere il grilletto al momento della necessità, dall’altra parte abbiamo delle situazioni che imbarazzanti è dire poco. La ribellione adolescenziale di Polina, oltre che scontata, non è necessaria ai fini della trama. Il manifestare apertamente ed eccessivamente il proprio interesse sessuale per il giovane ed evidentemente inesperto Misha è deludente e poco funzionale.
Deludente è anche il fatto che all’Asperger di Misha non venga dedicata la giusta attenzione e venga invece utilizzato per mostrare il conflitto in atto tra Anya e Lyonya e scaldare la situazione alla cena che riunisce le famiglie di Sergey e Lyonya.
Anche l’allontanamento di Sergey dalla sua nuova famiglia per salvare quella vecchia risulta forzato, soprattutto dopo la solenne promessa di non abbandonare Anya. Poco credibile risulta la sua incursione in una Mosca sorvegliata dalla migliore polizia militare russa.
Nonostante ciò To The Lake recupera con il mistero di Natasha, bambina infetta che sembra non trasformarsi in zombie ambulante e sembra rimanere cosciente di se stessa, e della sostanza che i militari spruzzano sugli infetti. Dall’importanza datale nel trailer sembrerebbe infatti che avrà un qualche ruolo forse centrale nell’evoluzione della storia anche se lo spazio a eli dedicato in questo episodio è sembrato eccessivamente ridotto.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Nonno con il fucile che uccide subito un razziatore per difendere la sua famiglia
  • Polina che si difende
  • Mistero di Natasha e interrogativo sulla sostanza bianca
  • Scontata ribellione adolescenziale di Polina e suo non necessario comportamento inappropriato nei confronti di Misha
  • Poca attenzione verso la situazione di Misha
  • To The Lake assume i toni del già visto e la mancanza di novità porta a non proseguire la visione del prodotto

In definitiva, To The Lake non è completamente da buttare: bisogna dare una possibilità a questa serie che vuole sicuramente dire qualcosa (anche se ancora non si sa cosa) e capire quando verrà mostrato il lago del titolo, giusto per togliersi la curiosità.

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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.

1 Comment

  1. ciao Giulia T.
    Una recensione molto interessante. Nonostante le criticità espresse mi ha invogliato a vedere la serie!! ti scriverò qui cosa ne penso.

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