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True Blood 7×04 – Death Is Not The EndTEMPO DI LETTURA 3 min

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L’inesorabile fine di questa serie si avvicina puntata dopo puntata e con essa la consapevolezza che, nonostante l’inizio di stagione interessante, svanito durante lo scorso episodio
praticamente inconsistente, anche questa settimana facciamo i conti con le (troppe) lacune di questo show, unito a qualche sprazzo di quel True Blood degno di nota.
Al contrario della morte di Tara, ci si prende un momento per ricordare Alcide: Sookie avverte il padre del licantropo, la ragazza è rassegnata e molto composta nel suo dolore. L’impressione che arriva, è quella che gli autori vogliano dare alla biondina un’impronta più adulta rispetto alle precedenti stagioni, facendo leva sul senso di responsabilità che la cameriera sente nei confronti di tutto quello che sta accadendo. Da un lato la maturazione di Sookie convince, basti guardare la praticità con cui convince Jessica a nutrirsi, senza falsi moralismi e come affronta Holly, per capire dove si trovano il resto dei prigionieri; dall’altro è ancora tutto da vedere, soprattutto riguardo al comportamento nel rapporto fra lei e Bill.
Jason è uno dei personaggi che fino ad ora spunta su tutti gli altri: la sua telefonata commossa ad Hoyt è molto emozionante e ci ricorda il cuore d’oro del giovane Stackhouse, anche lui più adulto e consapevole del suo ruolo nella vita e nella comunità.
Eric e Pam tornano a Bon Temps: rivediamo quindi un momento di intimità tra Sookie e il biondo vampiro ma soprattutto, anche se non sappiamo ancora come sia successo, ci rendiamo sempre più conto della sua malattia e dell’urgenza di trovare una cura.
L’azione dell’episodio si concentra al Fangtasia, dove il gruppo dei vampiri capitanati da Bill ed Eric, distrugge quello degli infetti, insieme all’anarchico gruppo di cittadini senza controllo; ho seriamente temuto per la fine di Arlene ma la decimazione dei personaggi sembra essersi fermata, per ora.
Il viaggio verso il series finale, ha l’impronta di una passeggiata lungo il viale dei ricordi ma manca del mordente giusto, di quel mix affascinante che True Blood sembra aver conservato soltanto a tratti.
I diversi flashback, che ci spiegano una serie di retroscena della storia che stiamo seguendo da sette stagioni, sono un pò troppo presenti ma la scelta di affidarli a Eric e Pam, si rivela vincente.
In “Fire In The Hole” avevamo conosciuto gli scagnozzi mandati dalla Yokonomo Corporation, tornati nel presente alla ricerca di Sarah Newlin; in questa puntata salutiamo una Ginger in forma smagliante e insieme al look anni ’90 del vampiro vichingo, conosciamo le vere origini del Fangtasia.
Insomma: siamo in attesa della vera svolta, dello scontro che nei primi episodi si preannunciava chiaro e apocalittico ma che nel giro di poco, ha già perso terreno.
Attendiamo trepidanti il ritorno della Newlin, vogliamo saperne di più sui samurai giapponesi e più di tutto, rivogliamo il delirante, trashissimo e metaforico True Blood di una volta, per salutare degnamente tutti i personaggi.

PRO:

  • La telefonata di Jason a Hoyt
  • Azione splatter al Fangtasia
  • Il ritorno di Pam ed Eric e il flashback su Ginger: “Such a bitch!”
CONTRO:
  • La trama chiara di inizo stagione, ora si fa più confusa
  • Poco mordente, nonostante la scelta di far morire alcuni personaggi
Puntata sicuramente migliore di quella precedente ma ancora troppo priva di quel brivido che ci si aspetta da una serie come questa: pretendiamo molto di più, True Blood non può finire così tiepidamente, vogliamo qualcosa di bollente, riponendo speranze in un ritorno preannunciato.
Fire In The Hole 7×03 3.2 milioni – 1.7 rating
Death Is Not The End 7×04 3.2 milioni – 1.7 rating

VOTO EMMY

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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