Tulsa King 2×04 – Heroes And VillainsTEMPO DI LETTURA 5 min

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Tulsa King 2x04 Recensione

“Hey, guys, you know, music changed my life. There was this song called “On the Road Again.” And it wrecked me. Canned Heat, exactly. […] Can you believe it? In 1968, I’m down on the Lower East Side. I’m looking for a club to go into, ‘cause I’m bored. I’m also a little drunk. Actually I’m fucking smashed! So I go into this place, walk in there, you know, world-class dump […] I’m walking across this bar and it’s black and it’s dark and they don’t have a fucking stage, there’s no stage. So, there’s this speaker sitting there, it’s sitting on the floor, dusty, made of plywood, gray. I mean, the whole fucking place is dismal. I sit down and I fall into the speaker, I fall asleep. I’m there sleeping, and then all of a sudden And this fucking song is playingAnd ever since that time, my right ear has been ringing consistently, right? I hate that band.”

Tulsa King è uno di quegli show in cui la scelta dell’attore protagonista ne rappresenta l’essenza stessa. Senza Sylvester Stallone, infatti, Tulsa King non solo non sarebbe stato prodotto, ma non avrebbe neanche avuto senso di esistere. Ciò accade grazie al mix unico di carisma, presenza scenica ed effetto nostalgia suscitato dall’attore italo-americano.
Non a caso, un monologo senza impatto sulla narrazione – come quello riportato all’inizio dell’articolo – può essere il momento clou di un episodio anche più di un avanzamento di trama. Tuttavia, occorre anche considerare il tentativo degli autori, nel corso di questa seconda stagione, di rendere il prodotto meno Stallone-centrico. Sebbene tutto continui a ruotare attorno a Dwight Manfredi, è in corso un ampliamento delle storyline e dei personaggi. L’effetto non è sempre soddisfacente, ma il tentativo è senza dubbio apprezzabile.

I NUOVI PARTNER…


Nel proprio tentativo di ampliamento, Tulsa King è partita dall’elemento di base, ossia il contesto. La serie è ambientato a Tulsa, Oklahoma. Di conseguenza, non può non prendere in considerazione i Nativi Americani. Nel corso della prima stagione, ciò era avvenuto soltanto nella puntata in cui Dwight e Bodhi trovano un partner nella coltivazione della marijuana. In questa puntata, invece, il mondo delle Riserve entra a far parte del piano di Dwight in merito alle turbine eoliche. Considerando la rilevanza del progetto, la speranza è che i personaggi di Med Hat e suo nipote non siano relegati al ruolo di semplici comparse sullo sfondo.
Inoltre, anche la scelta di far entrare in scena alcuni componenti della famiglia di Dwight si è rivelata esatta. Pur avendo passato 20 anni in carcere ed essendo un criminale, Dwight Manfredi è rappresentazione di un ambiente in cui la famiglia (quella biologica, non quella criminale) ricopre un ruolo importante. Per di più, Joanne sembra ricoprire quel ruolo di voce della coscienza in grado di far riflettere Dwight sulle conseguenze delle proprie azioni.

… I NUOVI NEMICI…


Tornando al concetto di contesto, il discorso può applicarsi non solo agli amici/partner, ma anche ai nemici. Lo show è ambientato a Tulsa e ha come protagonista un mafioso italo-americano di New York. Di conseguenza, sarebbe stato un peccato non inserire la storica mafia di Kansas City all’interno delle vicende.
Per il momento, Bill Bevilaqua non è in grado di rubare l’occhio come Cal Thresher, anche a causa della differente performance attoriale dei due rispettivi interpreti. In ogni caso, introdurre la sua figura era non solo sensato, ma anche importante per dare profondità alla serie e provare a renderlo qualcosa in più di una collezione di aneddoti di Stallone.
Parlando di Thresher, invece, questo episodio è servito a mostrare i limiti del suo potere e delle sue capacità. Sebbene formalmente a lui sottoposti, infatti, i vertici della gang cinese – e in particolare Jackie Ming – non obbediscono affatto agli ordini. Al contrario, continuano a coltivare papaveri anche dopo un divieto esplicito da parte del personaggio di Neal McDonough. Non è da escludere un’alleanza tra i due attuali nemici – Manfredi e Thresher – per far fronte all’ambiziosa gang di Jackie Ming.

… E I VECCHI NEMICI


Infine, a chiudere il quadro ci sono i personaggi presenti sin dall’inizio, ossia i membri della famiglia Invernizzi. In particolare, due elementi devono essere sottolineati. Il primo riguarda la quasi confessione di Chickie in merito all’omicidio di suo padre. Chickie, infatti, non è un leader capace e soffre da sempre di un profondo complesso di inferiorità. Per questo motivo, al fine di sminuire suo padre e ridurre il gap tra loro due – in termini di leadership, successo e carisma – stava rischiando di ammettere che la morte del vecchio boss non fosse stata per cause naturali.
Il secondo elemento, peraltro, è abbastanza lato al primo. Il clan degli Invernizzi è in forte declino, sta perdendo pezzi e potere nelle strade. Chickie non è in grado di migliorare la situazione, e anche i suoi luogotenenti ne sono consapevoli. Non sorprende, dunque, che Vince abbia deciso di approfittare della situazione e agire in autonomia rispetto al proprio capo. Lo strappo tra Chickie e Vince, oltre a portare a un nuovo vortice di alleanze e contro-alleanze, potrebbe anche fornire una nuova dimensione al personaggio di Vincent Piazza (attore con una carriera piuttosto modesta, ma che ha interpretato ottimamente Lucky Luciano ai tempi di Boardwalk Empire).

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il tentativo di ampliare la narrazione
  • Gli aneddoti/monologhi di Dwight
  • La contrattazione tra Dwight e Med Hat
  • I problemi di Cal Thresher
  • Il discorso di Tyson
  • Lo strappo tra Chickie e Vince
  • Il personaggio di Armand continua a cercare una propria ragione di esistere
  • Bodhi molto defilato dalla narrazione e limitato a poche battute sarcastiche in stile Bertram Gilfoyle
  • Diverse scene e situazioni continuano a non avere una vera utilità

 

Un episodio meno prevedibile del precedente e dei tentativi di strutturare lo show al di fuori del pianeta Manfredi. I propositi sono lodevoli e, per questo motivo, meritano un ringraziamento.

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