Siamo giunti al termine di questa quinta stagione di White Collar. Che dire? Insomma: trama sviluppata, storyline concluse e Mozzie sano e salvo, eppure la soddisfazione non è la sensazione che prevale nel post season finale. Purtroppo, troppe volte lungo queste tredici puntate ci siamo trovati a dover fare
delle critiche e nonostante l’amore verso la serie, non possiamo non essere obiettivi. A conti fatti “Diamond Exchange” non si discosta molto da tutte le precedenti puntate, ad eccezione della nona e della decima, e non riesce a soddisfare pienamente le aspettative che avevamo riposto in questo quinto season finale. D’altronde nel corso degli anni i finali di White Collar sono sempre stati grandiosi, ben studiati e azzeccavano l’obiettivo di creare pathos e suspence nell’attesa del ritorno. Questa volta non è così, e se solo paragoniamo questo season finale al corrispettivo della quarta (“In The Wind“), al contrario pienamente riuscito, possiamo benissimo capire quali sono le lacune presenti in questa chiusura di questa stagione. Ma procediamo con ordine.
Passando a quella che era parsa come la grande nemesi dell’anno, Rebecca Lowe alias Rachel Turner, potete chiamarla come volete tanto alla fine la riuscita del personaggio è la stessa ed il risultato è paragonabile ad un soufflé che si sgonfia per colpa di uno chef imbranato. Dopo due puntate grandiose, piene di colpi di scena (tranne il cliché della fuga dalla prigione), dove da povera e dolce donzella infatuata si è trasformata nella vera burattinaia, torna ad essere un character nella media che commette gli stessi errori. Piccola nota, la donna in questione veste i panni di una criminale su commissione, pluriricercata e super addestrata, eppure riesce a farsi fregare come una bamboccia da Neal! Seriamente? Va bene il fascino di Neal ma: seriously?
Per quanto riguarda il fulcro vero e proprio di White Collar, il rapporto Neal e Peter, gli autori scelgono di prendere la direzione della riappacificazione totale e ci stuzzicano con l’idea di un Neal prossimamente libero, ma visti gli esiti della vicenda sappiamo che, per fortuna, questo è solo un miraggio.
Insomma, il finale di stagione è qualcosa di ambiguo, anche perché proprio nei giorni scorsi i fan si sono dovuti porre una domanda inquietante per un fedelissimo: season o series finale? Sperando che non sia così e che venga data l’opportunità allo staff di dare una chiusura degna a questa serie tv, bisogna anche ammettere che questa quinta stagione non ha brillato per l’originalità ed i ritmi serrati che sono ciò che contraddistingue White Collar, però sarebbe un peccato se non ci venisse nemmeno data l’opportunità di vedere di meglio. E se in aggiunta a questo si pensa che invece delle “canoniche” 16 puntate ce ne sono state solo 13, i dubbi non possono che aumentare.
- Mozzie sano e salvo
- Finale che prospetta la possibilità di scenari interessanti
- L’agente Burke resta a casa, anche se d’altronde sapevamo che qualcosa l’avrebbe trattenuto
- El che dice chiaro e tondo che andrà comunque a Washington, senza Peter. Per come è stata raccontata questa coppia sembra una scelta incoerente, dopotutto l’affiatamento sembrava essere uno dei capisaldi di questo matrimonio
- Comincio seriamente a pensare che gli autori dovrebbero osare di più
- Quinta stagione sottotono
- La grande burattinaia Rebecca, manovrata troppo facilmente da Neal
Taking Stock 5×12 | 2.75 milioni – 0.8 rating |
Diamond Exchange 5×13 | 2.99 milioni – 0.8 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.