Per descrivere al meglio questa nuova miniserie appena rilasciata dal servizio streaming Peacock, la parola migliore da utilizzare sembra essere “ibrida”.
Wolf Like Me è una serie scritta e diretta da Abe Forsythe, co-prodotta dalla NBC e dalla rete australiana Stan.
Ed è proprio nel segno dell’Australia che lo show si sviluppa, dato che la zona di Sydney si pone come location definitiva delle riprese e ambientazione della storia stessa. Inoltre, nel segno dell’Australia si è rivelata anche la scelta della protagonista, con Isla Fisher nei panni di Mary che divide la scena con l’americano Josh Gad, interprete di Gary.
SOLITA ROMANTIC COMEDY?
Miniserie composta da sei episodi (già tutti rilasciati da Peacock) della durata di 30 minuti circa, ad una prima occhiata Wolf Like Me appare una serie facilmente inquadrabile. Alla base della sua trama vi è l’incontro di due personaggi, Mary e Gary, che tentano di instaurare un rapporto tra mille difficoltà dovute al passato di entrambi. Storia semplice e lineare che non sembra riservare sorprese. E la maggior parte del pilot, infatti, ricalca semplicemente questo stereotipo narrativo, presentando una storia che ripropone tutti i passaggi del genere.
“Episode 1” appare come la tipica commedia romantica, rispettando in pieno la descrizione di comedy-drama. C’è un po’ di drama per il passato di Gary e le difficoltà con la figlia, ma ci sono soprattutto elementi da commedia, con i due protagonisti impacciati e maldestri che si incontrano/scontrano dando vita a situazioni leggere e ridicole. Quasi la totalità di “Episode 1” rispecchia così queste caratteristiche, assecondando forse un po’ troppo il trend. I 28 minuti andati in onda, infatti, risultano logori a causa di un costante “chiacchiericcio” di poco conto. I due protagonisti, nell’atto di conoscersi, danno vita ad un’infinità di conversazioni da primo appuntamento che così condensate frenano un bel po’ la carica narrativa annoiando più del dovuto.
PLOT TWIST DI GENERE
Per quasi tutta la durata di “Episode 1”, dunque, la classificazione di Wolf Like Me appare cosa certa e scontata. Tuttavia, è nei minuti finali che i dubbi iniziano a farsi strada assumendo contorni più particolari e portando lo spettatore a chiedersi cosa stia davvero guardando.
In balia di tale scetticismo, le strade praticabili sono due: continuare nella visione sperando di trovarne un senso con lo scorrere degli episodi, oppure tornare alla pagina di Wikipedia dello show per scovare subito una risposta. Se si sceglie la seconda opzione, il mistero è presto risolto. Ad un’accurata lettura, infatti, ci si imbatte in questa descrizione della serie: genre-bending. Con questo termine ci si riferisce a quei prodotti che non si riconoscono in un determinato genere narrativo, bensì rientrano in una sintesi di più categorie.
Ed è proprio in questa classificazione ibrida che Wolf Like Me trova spazio e definizione. L’apparente comedy-drama dai contorni tipici di una romantic-comedy, infatti, sul finale butta così de botto senza senso nella mischia elementi di genere supernatural. Una trasformazione impensabile ad inizio episodio, che non sembrava trovare spazio all’interno della trama fin qui narrata. Tuttavia, questa mutazione repentina non risulta neanche tanto fuori luogo: in una storia che appariva piatta e scontata, questo cambio di genere può essere considerato il vero plot twist, oltre a dar vita ad un cliffhanger ben piazzato per spingere a continuare la visione. Il tutto, ovviamente, se si è fan del nuovo genere di cui Wolf Like Me si appropria all’improvviso.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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All’improvviso, quella che sembrava una serie come tante si trasforma in tutt’altro. Non è detto però che questo ne migliori l’andamento.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.