Ad Hollywood tra il dire ed il fare c’è di mezzo Amazon. Possiamo speculare quanto vogliamo sulla decisione finale che è stata presa, ovvero quella di optare per una serie televisiva piuttosto che di un vero e proprio sequel al cinema, fatto sta che bisogna ancora aspettare a cantare vittoria perchè questo pilot insieme ad altri 5 di altrettante diverse serie verrà votato e, se ritenuto degno dagli spettatori anglofoni, allora e solo allora Amazon ne produrrà degli altri episodi, altrimenti la storia di Columbus, Tallahassee, Wichita e Little Rock finisce qui.
Ma bando alle ciance e parliamo di questo pilot. La prima cosa che salta all’occhio è il nuovo cast che si è assemblato, scelta doverosa e necessaria visto che gli ormai celebri Jesse Eisenberg ed Emma Stone non sono disponibili e chiederebbero un cachet decisamente insostenibile per le casse di Amazon. Detto ciò bisogna approcciarsi in maniera totalmente platonica alla serie e non ripensare costantemente ad i vecchi protagonisti. Impossibile direte, ed in parte avete ragione, ma se si supera questo ostacolo e si guarda oltre si può constatare che si è venuta a creare un’ottima chimica tra i vari membri del cast e i nuovi Kirk Ward, Tyler Ross, Maiara Walsh, Izabela Vidovic non fanno rimpiangere i vecchi Woody Harrelson, Jesse Eisenberg, Emma Stone e Abigail Breslin.
I personaggi rimangono gli stessi, stessi pregi e difetti, stesse caratteristiche e (quasi) stesso rapporto. Il pilot riparte più o meno qualche mese dopo la fine del film, lo si capisce dal flashback su come Wichita ha mollato Columbus all’Ikea, e non si discosta molto da quello che avevamo già visto. E’ chiaro che il target di riferimento a cui si riferisce la serie è quello rimasto orfano dal 2009 e quindi non bisogna rimanere lì a spiegare come i quattro si sono incontrati o cosa è successo prima perchè è tutta storia nota; senza dubbio piacevole è invece il flashback nonchè sequenza iniziale in cui Tallahassee scopre con una certa gioia di essere in mezzo ad una apocalisse zombie, una chicca che nella sua ironia rivela molto della sua personalità repressa.
Zombieland non ha una trama orizzontale ben definita e così come ogni altro zombie movie o serial l’obiettivo finale dei protagonisti è prima di tutto la sopravvivenza ed in secondo luogo la ricerca di un posto dove insediare una comunità per cominciare a ripristinare una parvenza di vita civile. The Walking Dead docet a tal proposito. Come il film così la serie non si prende troppo sul serio e, con un leggerissimo scambio di battute sul dove andare e cosa fare, viene gettato lì un obiettivo che funge ovviamente da “trama orizzontale” (parolone per Zombieland): andare nella East Coast dove dovrebbe esserci una comunità di superstiti. Circa 80000 km da fare ma non avendo nulla di meglio da fare è un’ipotesi da prendere in considerazione. Si poteva far di meglio ma anche no, mi spiego meglio. Lo scopo è raccontare in chiave ironica e denigratoria la sopravvivenza in un mondo infestato dagli zombie dove non si ha paura di loro ma anzi si sfrutta la loro presenza per effettuare competizioni in stile “Zombie Kill Of The Week”, il tutto ovviamente raccontato senza cadere nel ridicolo perchè, in fin dei conti, va bene ridere ma un minimo di serietà deve pur esserci.
Ad ogni modo il pilot è ben riuscito e risulta sicuramente funzionale sia per attirare l’attenzione di chi ha già visto il film sia per introdurre i personaggi a chi non ha mai visto la versione cinematografica. Certo ci sono alcune cose, vedasi l’assenza di una trama orizzontale o di un call center satellitare, che allla lunga potrebbero risultare pesanti ed inadatte per una serie televisiva ma di tempo per modificare e sistemare al meglio i possibili prossimi episodi ce n’è. D’altronde Amazon è in attesa di un responso da parte del pubblico proprio per questo motivo e quindi è lecito aspettarsi che tenga in considerazione tutti i commenti, positivi e negativi che siano.
- Rule # 1 – Cardio/Allenamento: bisogna tenersi in forma, non sai mai quando dovrai correre per salvarti la vita
- Rule # 19 – Ziplog bags/Sacchetti per conservare
- Rule # 33 – Keep hope alive/Tieni viva la speranza
PRO:
- “Zombie Kill Of The Week” con l’enorme palla da bowling
- Cast ben amalgamato ed attori che non fanno rimpiangere quelli del film
- Atmosfera e trama ricreati alla perfezione
- Alla lunga una stagione fatta solo di episodi come questo può risultare noiosa e rischia di implodere su sè stessa
- Personaggio di Little Rock praticamente inesistente
- Perplime l’utilizzo di un call center satellitare con cui ricevere informazioni circa l’esistenza di superstiti
Chi cercava in Zombieland il nuovo The Walking Dead ha sbagliato indirizzo. Qui non ci si prende sul serio e l’atmosfera che si vive e si respira è decisamente più leggera e rilassata, non si parla di Governatore ma di “Zombie Kill Of The Week”, non si parla di Ricktocracy ma di regole per sopravvivere a Zombieland. Insomma se avete amato il film non potrete non amare la serie il pilot.
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.