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Russian Doll 1×04 – Alan’s RoutineTEMPO DI LETTURA 3 min

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Russian Doll non ha mai concluso un episodio con un cliffhanger fino ad ora (andando ad infrangere una delle sacre regole del binge-watching netflixiano) eppure il precedente episodio l’ha fatto, e per fortuna. Il colpo di scena arrivato sullo scoccare di “A Warm Body” è di fondamentale importanza per il proseguo della storia, oltre che necessario. Con l’aggiunta di un nuovo character che è “affetto” da questa sindrome/maledizione di rivivere lo stesso giorno all’infinito, la storia può finalmente muoversi verso altri lidi, evitando quella stagnazione di fondo che sarebbe stata creata naturalmente se non ci fosse stata questa piacevole aggiunta.

Alan:Ten.

Alan Zaveri è, ad ora, il plot twist di cui non si sentiva il bisogno ma che ci meritiamo che serviva per cambiare la narrazione e uscire dal quel gruppo di schemi già visti e rivisti in Ricomincio Da Capo e simili. L’ottima scrittura di Leslye Headland, stavolta in connubio creativo con la meno conosciuta (s)Cirocco Dunlap, qui si eleva su un livello che rasenta l’eccellenza (non a caso la colonna dei thumbs down è completamente vuota) sia grazie ad un’accurata strategia nella scrittura della sceneggiatura, sia grazie ad una contrapposizione spiccata tra i due personaggi di Alan e Nadia. La Headland prende una delle classiche tecniche narrative e la ripropone per questa “Alan’s Routine”: partendo dal colpo di scena della puntata precedente, l’episodio non ricomincia volutamente da dove si era interrotto (qui anche per motivazioni più “letali”) ma torna indietro nel tempo e focalizza tutto il proprio minutaggio nell’introduzione del misconosciuto personaggio al fine di farlo empatizzare subito con il pubblico, almeno fino alla riunificazione delle linee temporali. Ed è esattamente quanto accade qui, né più, né meno. Con successo.

Alan:Twelve.

Il character interpretato da Charlie Barnett si fa largo nel cuore dello spettatore grazie alla propria sofferenza. Un caso estremamente raro perché Alan, in sé e per sé, non ha alcun motivo per piacere al pubblico vista tutta la sua enorme mole di difetti e manie, eppure piace. Il perché è presto detto: il pubblico empatizza con un character che vive ripetutamente una situazione da vittima, con peggioramenti importanti (la scoperta che la fidanzata lo tradiva, la perdita della propria safe zone, il ritorno dell’imprevedibilità con tutta quella serie di “mai una gioia”) che fondamentalmente suscitano un senso di accettazione piuttosto che di empatia. Ma è anche la definizione di un personaggio che si erge in maniera paritetica a quello di Nadia, quasi come se fossero stati creati in maniera volutamente opposta per enfatizzarsi a vicenda.
Chiudiamo la recensione con una breve riflessione sui pesci e sull’acquario. Già in “Nothing In This World Is Easy” si parlava un po’ all’acqua di rose (battutaccia) dei pesci nell’acquario, ora però il pesce di Alan all’improvviso è scomparso dopo aver rappresentato per bene la sua routine quotidiana ed è impossibile non porsi due domande sulla correlazione tra questi eventi apparentemente indistinti. Il tutto senza dimenticare la pianta che moriva al passaggio di Nadia alla festa. Tutta una serie di dettagli apparentemente senza senso o comunque innaturali, un po’ come il loop stesso, che si accumulano e continuano ad alimentare il mistero dietro questi eventi. Una connessione c’è, è solo che non è ancora visibile.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Episodio da manuale della sceneggiatura
  • Charlie Barnet ottimo nella recitazione
  • Nuovo “primo incontro” tra Alan e Nadia
  • Dialoghi caustici sempre all’apice
  • Ottima contrapposizione tra i due protagonisti 
  • Assolutamente niente

 

Russian Doll compie il giro di boa della stagione con un episodio che si erge a punto di riferimento per l’intera trama orizzontale. A questo punto si può solo che puntare diretti per il season (series?) finale e fare i complimenti a tutti.

 

A Warm Body 1×03 ND milioni – ND rating
Alan’s Routine 1×04 ND milioni – ND rating

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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