Dopo una premiere introduttiva che ci ha presentato i personaggi e descritto lo sfondo storico nel quale si muovono, i successivi episodi di 1992 cominciano a delineare le storie dei protagonisti, storie, evidentemente, destinate ad intrecciarsi pian piano.
Il terzo episodio riprende dall’interruzione del precedente e dall’arresto di Mainaghi: è solo l’inizio dell’inchiesta su Tangentopoli, che intanto continua mazzetta dopo mazzetta, imprenditore dopo imprenditore.
Il terzo episodio si rivela sicuramente il più interessante della coppia andata in onda questa settimana: ci mostra infatti parte del passato di due dei personaggi principali. Veronica, come era facilmente intuibile, faceva la prostituta prima di diventare la protetta di Mainaghi mentre Leonardo ha fatto qualcosa di terribile, qualcosa per cui vale la pensa sborsare una cospicua somma di denaro.
I due cominciano una sorta di convivenza in seguito alla perdita di Veronica dell’appartamento adibito per lei da Mainaghi e la scusa è ottima per cominciare un po’ a scavare nell’animo di due corrotti habitué della Milano da bere. Scopriamo dunque che chi appare più sfacciato e meno curante della propria dignità è in realtà chi ha un profondo desiderio di stabilizzazione e serenità (Veronica); al contrario di chi sembra totalmente appagato dalla vita ma nutre in realtà un disagio che lo porta a boicottare l’unico rapporto sincero che sembra avere costruito, buttando Veronica di nuovo nella fossa dei leoni e, in un modo abbastanza denigratorio, mettendola al suo posto.
In un mix di caratteri non troppo variegato, c’è da riconoscere che Veronica e Leonardo sono forse quelli più attraenti, succulenti. Rappresentano l’amoralità, la scorrettezza, vivono per piacere personale ed entrambi non ci pensano due volte a vendersi per il raggiungimento dei propri scopi. Uno dei punti forti della serie italiana è proprio quello di rappresentare l’alta borghesia senza avanzare alcuna pretesa di fare scontati moralismi, senza quell’esigenza, tutta italiana, di dover operare a monte una distinzione tra buoni e cattivi e punire quest’ultimi. Per una volta l’happy ending non fa parte della storia, per fortuna.
Vendere, vendere a tutti i costi e vendersi. È quello che fanno Veronica e Leonardo, è quello che cerca Dell’Utri, che sull’onda di Tangentopoli approfitta del momento che è quanto mai propizio per l’inizio di una nuova era fatta di pubblicità, comunicazione e… vendite.
Non è importante il messaggio che arriva, importante è come lo fai arrivare, il mezzo che usi, i sorrisi che stampi e in questo la televisione è grande precursore. Ma il legame tra Leonardo e Dell’Utri ha vita breve e sembra destinato e rompersi, è quello che accade nel quarto episodio che si apre con i funerali della scorta di Giovanni Falcone. Nello specifico Leonardo Notte sembra essere diventato un po’ troppo invadente, ma soprattutto non parla di certezze e questo a Dell’Utri e al resto del team non piace. La parola democristiano è ancora sinonimo di vittoria, di potere, mentre Notte parla di un futuro ancora improbabile per i consociati del tempo, un futuro vicino ma improbabile.
“Andreotti è finito. Craxi è sotto attacco. Falcone è saltato in aria. Dobbiamo capire in che direzione sta andando il Paese”
È questa la missione di Dell’Utri che però non sembra ascoltare le parole di Leonardo, che qui si fa, esattamente come la televisione, precursore di un’epoca: anticipa quello che sarà presto sotto gli occhi di tutti, il futuro è Berlusconi. Finzione e realtà si mescolano, se bene o male questo dovrete stabilirlo voi.
Il resto di “Episodio 4” gira intorno a Michele Mainaghi impiccatosi e tutte le conseguenze che questa decisione porta con sè; Luca Pastore, partito benissimo nella premiere, purtroppo qui retrocede per colpa dell’inutile trama che lo lega a Beatrice; mentre più giù, in quel di Montecitorio, continua l’avventura di Pietro Bosco approdato in Parlamento.
È innegabile che rispetto alla premiere questa seconda settimana di episodi non vola come dovrebbe: le storie dei personaggi continuano ad evolversi nella maniera più prevedibile, quasi per inerzia, senza un po’ di quel pepe che ci vuole soprattutto nelle prime fasi di una serie tv.
Sappiamo che ormai non c’è un telefilm se non c’è un mistero stile “so cosa hai fatto la scorsa estate” che travolge almeno uno dei protagonisti, nel nostro caso il caro personaggio di Stefano Accorsi. Fortunatamente però il segreto di Leonardo non viene protratto per tutta la stagione e così arriviamo rapidamente a svelare il ricattatore e il passato del ricattato. Scelta, questa, coerente sia con la serialità italiana sia con il tipo di serie che 1992 si prefigge di essere.
In conclusione, 1992 partiva con una buona base: non raccontare l’inchiesta Mani Pulite ma sfiorarla tramite le vite dei sei personaggi che gravitano intorno alla serie, il problema però è che si è finiti con il calcare la mano su alcune scelte storico-narrative che vedono, per esempio, Di Pietro sottostare a Pastore; per non parlare di alcune scenette imbarazzanti come Veronica alias Sharon Stone o un Leonardo Notte che delle volte si crede veramente Don Draper. Va bene che l’hashtag #daunideadiStefanoAccorsi spopola ormai ovunque ma, caro Stefano, Jon Hamm ti mangia a colazione, sfidarlo a duello nel suo territorio non è una scelta saggia.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episodio 2 1×02 | 0.62 milioni – ND rating |
Episodio 3 1×03 | 0.54 milioni – ND rating |
Episodio 4 1×04 | 0.46 milioni – ND rating |
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.