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Dopo un inizio di stagione abbastanza insipido, la serie targata Sky resuscita grazie a Pietro Bosco e Antonio Di Pietro, senza dubbio i due personaggi migliori dell’intera trilogia.
Mentre nel precedente episodio la narrazione si era concentrata su Veronica Castello, questo terzo appuntamento si concentra esclusivamente sul deputato leghista, che già nell’open cold si rende partecipe di un dibattito televisivo molto interessante, che forse gli elettori meridionali della Lega dovrebbero ascoltare con attenzione. Ma questa è un’altra storia.
Tra la clamorosa vittoria elettorale di Silvio Berlusconi, l’inchiesta di Mani Pulite, i Mondiali di calcio, 1994 è una serie che si dovrebbe scrivere praticamente da sola, visto il periodo denso di avvenimenti importanti ed interessanti per la storia del nostro Paese, tuttavia non è proprio così.
Infatti, quando la serie di distacca dal proprio background socio-politico, slegando le vicende dei personaggi dal contesto storico, i risultati sono abbastanza deludenti; non è un caso allora se, come nel confronto tv tra Occhetto e Berlusconi, anche in questa occasione la serie ideata da Stefano Accorsi dà il meglio di sé nei palazzi politici romani, con gli interessanti approfondimenti sul contesto politico del 1994 (il primo Governo Berlusconi sarebbero durato solo 8 mesi e caduto già a fine anno).
Maroni e Bossi vengono descritti in maniera ottimale, a differenza delle colleghe Finocchiaro e Mussolini, le cui interpretazioni nello scorso episodio hanno rasentato il ridicolo.
Ma la parte del leone spetta senza dubbio a Pietro Bosco, un character che stagione dopo stagione si è evoluto fino ad arrivare negli uffici che contano, affiancato in maniera sinistra da Gaetano Nobile, un personaggio che nonostante il poco screentime avuto a disposizione rappresenta al meglio la classe politica dell’epoca, tra gli agganci con i servizi segreti ed un certo modo di intendere il sistema politico molto legato alle dinamiche della Prima Repubblica.
Nel quarto episodio, invece, è Di Pietro a prendersi la scena, arrivando a minacciare Notte e dando il via al suo celebre duello a distanza con l’allora Presidente del Consiglio, mentre Scalia, suo fido braccio destro, vive una profonda crisi personale; il tempo dedicato alla storia è tuttavia inadeguato, poiché nonostante l’interessante intreccio tra famiglia e lavoro, narrare e chiudere una tale vicenda in mezzo episodio è sicuramente errato, mentre si poteva dedicare maggior attenzione alla storia, sviluppandola in più puntate.
Da segnalare, oltre all’intricato quadro generale, alcune scene veramente interessanti come il siparietto milanista ad Arcore o l’errore in diretta di Baggio dal dischetto nella famosa finale dei Mondiali del 1994, che mostrano un’attenzione per i piccoli dettagli, utili a caratterizzare al meglio i diversi filoni narrativi.
Ma è ancora una volta Leonardo Notte a non convincere, per un personaggio che non buca lo schermo e di cui, se non fosse il punto di raccordo tra le diverse storyline, la serie potrebbe anche fare a meno, visto la presenza di diverse trame riuscite meglio e sicuramente più interessanti. Non siamo ai livelli disastrosi di Pastore o Bibi, ma per quello che dovrebbe essere il main character certo era lecito aspettarsi di più, considerando anche che l’interprete è anche l’ideatore dello show e probabilmente quindi di se stesso.
Il potenziale narrativo di questo prodotto seriale, visto i fatti storici, è enorme e si spera che in questi ultimi appuntamenti gli autori abbiano deciso di sfruttarlo al meglio. In effetti, rispetto ai cicli precedenti questa terza e ultima stagione sembra avere una maggiore connotazione politica e questo è sicuramente un bene, resta solo da vedere fin dove si spingerà la narrazione, vista l’ampia mole di eventi che meriterebbero di essere raccontati, avendo però a disposizione solamente altri 4 episodi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Senza dubbio gli episodi migliori della stagione sino ad ora e giunti ormai a metà percorso la notizia è sicuramente positiva. Nonostante i soliti difetti dello show, vedi Leonardo Notte, la spiccata propensione per una narrazione più politica (finalmente) e due episodi incentrati su Bosco e Di Pietro, vere anime della storia, consentono di dare un giudizio nettamente positivo a questo doppio appuntamento.
Episodio 2 3×02 | ND milioni – ND rating |
Episodio 3 3×03 | ND milioni – ND rating |
Episodio 4 3×04 | ND milioni – ND rating |
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.