È inutile ripetere per l’ennesima volta come Andor non stia ricevendo le attenzioni che meriterebbe. Nel panorama odierno, in cui Star Wars è identificato col marchio The Mandalorian, Andor non sta trovando lo spazio che si merita, e lo conferma il suo posizionamento all’interno dell’interfaccia di Disney+. Per i fedelissimi che stanno proseguendo con la visione, apprezzandola, tutto ciò non dovrebbe spaventare, in quanto la seconda stagione, già scritta, dovrebbe essere già certa del rinnovo, portando a termine il piano originale di Tony Gilroy. Si spera, perciò, in un cambio di rotta per quanto riguarda gli ascolti, dato che la qualità di Andor potrebbe solo aiutare The Mandalorian a risollevare il franchise.
“Narkina 5” si avvia verso il finale di stagione iniziando un terzo arco narrativo che, con la prossima puntata e la seguente, preparerà il gran finale diviso in due episodi. Si riparte proprio dall’eclettico finale di “Announcement“, con Cassian imprigionato sotto mentite spoglie e il lieto ritorno di Toby Haynes ad impreziosire il tutto. Haines era già stato regista del primo arco narrativo, e la sua cura nella direzione attoriale si nota tutto, dirigendo ottime performance da parte di Denise Gough e Forest Whitaker (a proposito, bentornato Saw Gerrera!) su tutti.
DETENUTO
Per certi versi il tono della storyline dedicata ad Andor imprigionato su Narkina 5 richiama un po’ Squid Game. Le regole severe, la leggerezza con cui i prigionieri vengono eliminati ed, in generale, il rendere una specie di gioco ciò che in realtà sono dei lavori forzati. L’atto ribelle/terroristico di Aldhani ha ispirato la popolazione imperiale ad insorgere, a non abbassare più il capo. Paradossalmente però all’interno della prigione la percezione è totalmente differente. La prigione imperiale di Narkina 5 è a tutti gli effetti un campo di concentramento, in cui però i detenuti non sono ribelli. Anzi, i pochi ribelli devono nascondersi anche dietro le sbarre, per evitare di esporsi come causa dell’inasprimento del pugno imperiale nei loro confronti.
A guidare la squadra a cui viene assegnato Cassian, sotto l’ennesima falsa identità, c’è un lieto ritorno, con Andy Serkis, già interprete del Leader Supremo Snoke nella trilogia sequel. In particolare Cassian lavora ad un “tavolo”, competendo con gli altri tavoli della stessa squadra, per poi competere con il punteggio generale contro le altre formazioni. Un sistema sofisticato che l’Impero impiega per realizzare ciò che sembrano armi (sembrano essere pezzi di Caccia TIE) risparmiando denaro e manodopera. Da segnalare soltanto la prima apparizione di Ruescott Melshi, un nome che non dirà nulla ai lettori, ma che può essere ricordato come il ribelle che in futuro libererà Jyn Erso e parteciperà alla battaglia di Scarif. Collegamenti sottili.
ALLA RICERCA DI CASSIAN
Un’ulteriore nota lieta è la svolta narrativa nel personaggio di Syril Karn. Un personaggio che, dopo fin troppo screentime dedicatogli, inizia a capitalizzare i minuti accumulati su schermo. Karn dà infatti il via ad una caccia all’uomo nei confronti di Cassian Andor sul pianeta di Ferrix. Un plauso anche a Denise Gough, che con la sua Dedra Meero riesce ad incarnare l’odiosità dell’Impero, empatizzando però con lo spettatore a causa delle lotte interne a cui è costretta nell’ISB. L’Impero, però, non è il solo a caccia della spia, visto che anche Cinta e Vel, uniche sopravvissute del colpo su Aldhani in “The Eye” vogliono trovare il personaggio interpretato da Diego Luna.
Due fazioni opposte, ma con lo stesso scopo. Le due ribelli vorrebbero comunque uccidere Andor, a causa delle sue conoscenze sull’identità di Luthen, vero burattinaio dietro le recenti macro-azioni ribelli. In tutto questo scenario si inserisce Bix, vittima degli eventi e involontaria responsabile del successo della missione imperiale su Ferrix. Ad impreziosire la porzione di trama ambientata su Ferrix ci pensa anche la commovente interpretazione di Fiona Shaw. La sua Maarva Andor è madre scossa dal pericolo ma dall’animo ribelle, resuscitato senza saperlo proprio dalle azioni del suo figlio in una parabola triste ma piena d’orgoglio.
L’UNIONE FA LA FORZA
C’è anche spazio per il ritorno di Saw Gerrera: il ribelle “estremista” comparso ovviamente in Rogue One, ma anche nelle serie animate The Clone Wars e Rebels. La ribellione appare come estremamente frammentata e suddivisa in cellule sparse, seppur in comunicazione tra loro. Luthen, identificato dagli imperiali come Axis per il suo ruolo chiave, lavora dietro le quinte per organizzare il tutto, cercando di formare ciò che in futuro sarà l’Alleanza Ribelle. Mentre il commerciante d’arte va a visitare proprio Saw Gerrera su Segra Milo, su Coruscant Mon Mothma continua a lavorare in incognito per sabotare in vie “legali” i piani di Palpatine. Queste tre figure: Mon, Luthen e Saw, saranno probabilmente decisive per la nascita della ribellione. Serve però un’unità di intenti che accomuni le ideologie ancora troppo distanti per ognuno di loro. Tre personaggi che, inconsapevolmente, stanno dando fuoco alla miccia della futura Alleanza.
Luthen: “We need to pull together, Saw! Whatever our final version of success looks like, there’s no chance any of us can make it real on our own. We need the Empire to help. We need them angry. We need them coming down hard. Oppression breeds rebellion.”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Nonostante le belle parole spese per commentare la solita qualità tangibile in termini attoriali, stilistici e narrativi, “Narkina 5” non va oltre una sufficienza abbondante. A penalizzare quest’episodio è semplicemente la collocazione nell’economia della stagione. Dopo le vette toccate da “The Eye” era prevedibile un rallentamento, che c’è stato in “Announcement“. Avviare subito dopo un altro arco narrativo costringe però la sceneggiatura a tenere il freno a mano tirato per un altro episodio. Ciò rende, infatti, “Narkina 5” la seconda puntata consecutiva “preparatoria”, nonostante tutti i pregi di cui è caratterizzata.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.