Con una certa franchezza dobbiamo ammettere che la scelta di proseguire le recensioni di Billions anche in questa seconda annata non è stata semplice e, soprattutto, non è stata dettata dalla smania che normalmente si dovrebbe provare nel lasso di tempo che intercorre tra un season finale ed una season premiere. Il perchè non dobbiamo nemmeno spiegarlo, in quanto quella che prova chi scrive è una sensazione condivisa anche dalla stragrande maggioranza del pubblico della serie, pubblico tradito, possiamo arrogarci il diritto di dire, da quei nomi altisonanti e da quelle premesse di cui Billions si fregiava fin dall’inizio. Partito con grossi presupposti e scoppiato un po’ come una bolla di sapone, il diamante grezzo di Showtime non ha rispettato per nulla tutte le promesse che aveva fatto durante la sua presentazione iniziale in “Pilot” e questo è un qualcosa che non può essere tralasciato. L’attendismo è di casa nella serie creata da Brian Koppelman, David Levien, e Andrew Ross Sorkin, e, se non lo si fosse ancora capito, “Risk Management” prova a renderlo ancora più chiaro in tutti gli aspetti possibili: dialoghi, personaggi, trama orizzontale e perfino trame secondarie.
Cosa ci spinge quindi a proseguire le recensioni? Se togliamo dall’equazione la compulsività che ci impone di terminare quanto iniziato, rimane il desiderio di verificare se e quando il diamante grezzo di Showtime comincerà a brillare di luce propria.
Chuck: “Let me tell you. Our practices leave grooves over time. And eventually, those grooves become walls that box us in. So what I figured out recently is, find another way.
[…] I had managed something better than payback. By acting with purpose and understatement, I had created a more just environment, which is what I am asking of all of you. This is the new way.”
La citazione non è messa a caso (come sempre ovviamente) bensì selezionata accuratamente, perchè nelle parole, o meglio nella parabola, del buon vecchio Charles Rhoades Jr. è nascosta la chiave di lettura di questa seconda stagione. “The Conversation” si era concluso in una sorta di stallo che, pur con qualche cambiamento (in particolare riguardo Wendy e Bryan), aveva riportato la guerra tra i due protagonisti di nuovo punto a capo, anche se con un Chuck in una posizione leggermente di svantaggio perchè, come detto da lui stesso, “You know the only enemy more dangerous than a man with unlimited resources… is one with nothing to lose. And that is what you are looking at right here“. Il character di Giamatti non è infatti depauperato solo lavorativamente parlando.
La lite con Wendy ha infatti un peso rilevante all’interno dell’economia di Billions. Ripartendo da qui, si comincia a lavorare ai fianchi il Procuratore Distrettuale del Southern District di New York con l’introduzione, problematica ma essenziale per smuovere le torbide acque in cui sguazza Billions, di Oliver Dake, investigatore speciale assegnato per esaminare l’operato e l’etica di Chuck. Grazie al suo ingresso, tutto assume un altro sapore e anche i piccoli dettagli (come il pagamento di cinque milioni di dollari a Wendy o l’incontro Bobby-Bryan), che sembravano messi qua e là senza un vero e proprio schema, assumono connotati diversi. Dake potrebbe veramente essere ciò che mancava a Billions per farlo brillare.
“Risk Management” sembra quindi puntare forte contro Chuck, lasciando momentaneamente in pace Bobby, una pace che gli serve a riorganizzare le idee e cercare di orchestrare delle contromosse che plachino definitivamente la sua nemesi (“Look, when an enemy’s down on the field, you got to finish him. If this investigation hurts him, we got to take it the rest of the way“). In una sorta di convergenza astrale si arriva quindi ad avere: una class-action, un investigatore pronto a tutto, un divorzio praticamente alle porte e un licenziamento sempre più probabile.
Anche stavolta si sono create delle aspettative, inferiori al “Pilot” ma pur sempre vivide. Speriamo non vengano nuovamente infrante.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Conversation 1×12 | 1.01 milioni – 0.3 rating |
Risk Management 2×01 | 0.75 milioni – 0.2 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.