La quarta puntata, dall’emblematico titolo “Dimenticare” (che fa da contraltare alla sesta, “Ricordare”) si apre esattamente dove il precedente episodio si era concluso: Andreas Winter si avvicina all’auto di Jasper e Mia ed intima ad entrambi di scendere. L’incontro tra Andreas e Mia è utile alla protagonista per riportare a galla alcuni attimi riguardanti il suo rapimento avvenuto tre mesi prima, permettendo quindi anche allo spettatore di avere un altro piccolo – l’ennesimo – recap.
Uno scambio di battute rapido, senza veri e propri strascichi e tutto viene lasciato alle spalle in una manciata di secondi.
Una ricomparsa in scena, quella del giornalista, che riporta a galla allo spettatore tutte le vicende collegate al progetto Homo Deus avvenute nella prima stagione portandolo a chiedersi: ma quindi, esattamente, che ne è stato del segretissimo progetto di eugenetica? Tutto sembra essere stato calato in una camera criogenica, un avvenimento all’interno della trama sospeso nel tempo e senza alcun apparente collegamento con la storia. Una scelta discutibile questa da parte degli sceneggiatori.
TEEN DRAMA? NO, GRAZIE.
Un grosso punto positivo di questa stagione, ma in realtà della serie se si tiene in considerazione il poco minutaggio lasciato a disposizione, è la poco evidente sfaccettatura da teen drama dello show. Un lato positivo che si nota ancor di più nel momento in cui sembra affiorare pesantemente.
Scossa da quanto scoperto alla villa del barone e dall’incontro con Winter, Mia si rifugia a casa di Jasper dove una sequenza abbastanza lunga e dettagliata fatta di dialoghi e sguardi confeziona un perfetto momento romantico tra i due che viene sublimato da un rapporto. Una sequenza puramente da teen drama, giusto? Sbagliato, perché per quanto melensa il tutto serve solamente a ribadire un concetto allo spettatore “Jasper è finalmente dal lato di Mia ed è la spalla su cui anche tu che stai guardando la serie puoi fare affidamento”. Un’affermazione che pochi minuti più tardi, a conclusione di puntata, viene completamente ribaltata con una scena registicamente ben costruita: una macchina che fa visita al barone; dal taglio dei fanali dell’auto e dalle scene precedenti lo show fa supporre si tratti di Winter (che ha ottenuto importanti informazioni dalla Lorenz); poi, una voce fuori camera e poi il volto di Jasper, invece, ribaltano le aspettative ed elevano una puntata fin lì sufficiente ad un ottimo appuntamento seriale. Il doppiogioco, per quanto sembrava possibile ad inizio stagione (più per le vicissitudini che altro), era stato progressivamente lasciato in disparte perché poco credibile. E questo quarto episodio, con Jasper e Mia romanticheggianti aveva fatto il resto.
Accantonata la scoperta del possibile doppiogioco di Jasper, la puntata si concentra sulla ricerca del famigerato “quaderno rosso” di Winter dove sarebbero segnati gli appunti dei test fatti a Mia e che le permetterebbero di salvarsi dalla malattia di Creutzfeldt-Jakob (ben più conosciuta una sua rara variante, soprannominata malattia della “mucca pazza”). Per reperire questo quaderno, Mia si appoggia alla Lorenz e agli amici cercando di scoprire i luoghi dove l’uomo è solito recarsi, hackerando la cronologia degli spostamenti direttamente dalla sua auto. Il laboratorio in cui sarebbero stati fatti test a Mia sarebbe il famigerato caseggiato di mattoni, all’apparenza in disuso, che Mia già aveva notato nella scorsa puntata a casa dei von Fürstenberg.
PRONTI, PARTENZA, VIA!
Con l’acutizzarsi della malattia di Mia e la scelta di dare una vera e propria deadline (durata malattia e velocità con cui la mente della ragazza smetterà di essere funzionante), la trama decide di spingere vistosamente sull’acceleratore; ma il presunto voltafaccia di Jasper potrebbe essere determinante per un secondo “rapimento” di Mia. È da tenere presente, inoltre, come il doppiogioco di Jasper non sia ancora da dare per certo, visto e considerato il forte legame d’amore messo in mostra tra i due dall’inizio di questa stagione; c’è inoltre da considerare l’utilizzo accentuato da parte di Biohackers di “falsi” colpi di scena che si rivelano privi di vero riscontro scenico già nell’apertura della puntata successiva. Come, per esempio, la sequenza riguardante Winter ed il suo blocco all’auto di Jasper e Mia fuori dalla villa dei von Fürstenberg.
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Un finale col botto preceduto da un episodio tutto sommato sufficiente. Ma un finale basta per innalzare il livello di una puntata? Questa volta decisamente sì…
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.