Andata in onda per la prima volta il 23 settembre 2019 sugli schermi della CBS, Bob Hearts Abishola è la nuova sit com targata Chuck Lorre, un nome e una garanzia in materia. Considerato uno dei padri delle comedy, è un dato di fatto che i progetti di Lorre hanno toccato le vette più alte del successo televisivo (The Big Bang Theory, Two And A Half Men, Dharma And Greg, Mom, Mike And Molly per citarne solo alcuni tra i più famosi) facendo record di ascolti e resistendo alla dura legge delle cancellazioni, anche quando forse una dignitosa chiusura sarebbe stata la decisione giusta (e sì, stiamo citando la saga infinita di The Big Bang Theory).
La trama è abbastanza semplice e vede protagonisti i due personaggi del titolo: Bob, un uomo reduce da un infarto causato dal troppo stress sul lavoro, che si innamora a prima vista della sua infermiera nigeriana, Abishola, la quale, al contrario, lo snobba totalmente. I tentativi del tenace Bob di conquistare il cuore della dolce infermiera costituiscono il perno intorno al quale ruoterà l’intera stagione, composta da un totale di dieci episodi che, in maniera maggiore o minore, vedono il contributo e la firma di Chuck Lorre come autore.
Ad interpretare Bob, il protagonista, troviamo Billy Gardell, vecchie conoscenza di Lorre (Mike and Molly) che si esprime qui in tutta la sua potenza scenica, non risparmiandosi in mimiche facciali ed espressioni perfette e descrittive del momento comico.
Dall’altra metà della mela troviamo Folake Olowofoyeku nel ruolo dell’infermiera Abishola, approdata negli Stati Uniti dalla Nigeria in cerca di una vita migliore e vittima (pare proprio il caso di dirlo) dei corteggiamenti di Bob. Il resto del cast si compone di personaggi che non hanno ancora avuto lo spazio necessario per emergere, ma il cui ruolo è già chiaro dal pilot andato in onda. In particolare abbiamo Christine Ebersole che impersona Dottie, la madre del protagonista; Matt Jones e Maribeth Monroe rispettivamente fratello e sorella di Bob; i personaggi di Zia Olu e Zio Tunde interpretati da Shola Adewusi e da Barry Shabaka Henley.
La risposta all’interrogativo che tutte le persone che stanno leggendo codesta recensione si stanno domandando è un sincero e diretto no, Bob Hearts Abishola non vale assolutamente la visione. E non potrebbe essere diversamente. Purtroppo il cuore della questione è che la sit-com non offre nulla di nuovo nel panorama non solo delle comedy, ma delle serie in generale. La sensazione che pervade lo spettatore durante il pilot è di star guardando qualcosa di già visto.
La tematica dell’immigrazione e della diversità razziale sembra un’idea di base buona su cui costruire una sceneggiatura che potrebbe essere ricca di battute pungenti e targate dallo scomodo humor nero. Tuttavia non è il tipo di comedy che Bob Hearts Abishola si prefigge di essere, ricercando più una comicità scanzonata e dal cuore leggero, adatta a tutti i tipi di pubblico e a tutti i tipi di palinsesto. Non che ci sia nulla di male nell’essere una commedia tenera, dai toni pacati e non certo irriverenti, ma non vi è dubbio che per poter emergere e mantenere l’attenzione del telespettatore su qualcosa bisogna pur puntare. Nell’episodio pilota non si annotano battute particolarmente memorabili o scene di pura comicità, fatta eccezione per la presenza scenica di Billy Gardell che si dimostra sempre un gigante, in tutti i sensi.
Sfrontatezza e indelicatezza non sono sicuramente parametri di giudizio nella riuscita di una comedy, che, come già detto, auspica ad essere tutt’altro. Tuttavia la tematica razziale insieme al topic del corteggiamento potevano essere meglio sfruttati: personaggi, contesto e sceneggiatura non generano, al momento, alcun tipo di comicità, anzi rendono Bob Hearts Abishola una sit-com del tutto anonima.
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.