Doug: “How did you find cheeseburger cracker Combos? Weren’t they discontinued? Tell me the whole story.”
Jake: “A bodega in Queens had an old box.”
Doug: “Kind of makes me sad, though.”
Jake: “How come?”
Doug: “One day, it’s out in the world thriving and then poof, gets pulled off the streets.”
Jake: “Ah. Well, I mean, it’s not like it’s gone forever. You know, it’ll be back in circulation soon.”
Doug: “Maybe, but sometimes when a product is taken off the shelves, it never returns.”
Jake: “It’s gonna be okay. I promise I’ll visit the Combos every month.”
Doug: “The Combos will be very grateful for that. They’re lucky to have a friend like you.”
Con l’episodio dedicato allo stretto rapporto d’amicizia e di lavoro tra Doug Judy e Jake, questa stagione conclusiva di Brooklyn Nine-Nine entra nel vivo del proprio momento amarcord, riportando alla mente dello spettatore tutti i vari momenti salienti occorsi tra i due arci-nemici (e poi amici) attraverso un intero episodio dedicato semplicemente a questo, al ricordo.
PONTIAC BANDIT & JAKE
L’espediente per poter sfruttare dei ricordi è abbastanza semplice: Doug Judy deve essere trasferito in carcere, dopo essere stato arrestato, quindi Jake vede questo ultimo viaggio insieme come un’ultima tappa della loro amicizia. C’è una Pontiac come mezzo di trasporto; un outfit abbinato per Doug e Jake; due tamarrissimi anelli (che danno il titolo alla puntata): Pontiac bandit & Jake; c’è il grossolano tentativo di fuga da parte di Doug orchestrato da Trudy. Niente di diverso dal consueto episodio stagionale dedicato alla stramba coppia poliziotto-criminale a cui Brooklyn Nine-Nine ha abituato il proprio pubblico.
In aggiunta agli episodi stagionali, “PB & J” regala anche un momento trivia tra Jake e Doug condotto da Charles, che comparirà a metà episodio per fare da scorta ai due con il suo camper.
Eppure, se si accantona la sensazione di addio che la puntata gioco forza trasmette, si può tranquillamente dire che tra tutti gli incontri stagionali tra Doug e Jake, quello di questa ottava stagione rappresenta il meno coinvolgente ed il meno interessante. È naturale che dopo oltre otto anni si sia arrivati ad una sorta di impasse narrativa non riuscendo più a trovare un valido fattore di scontro-incontro per i due. A vincere, in definitiva, è quindi il senso di attaccamento verso i personaggi, a cosa hanno rappresentato, alla loro storia. Per riassumere, l’attaccamento al passato, perché quello è ciò che rimane di Doug e Jake, guardando con occhio estremamente critico a questo episodio.
GUY LOVE…
Questo quinto episodio rappresenta anche la metà di questa stagione che vedrà la sua conclusione tra circa due settimane, visto e considerato che i dieci episodi vengono mandati in onda al ritmo di due alla settimana.
L’episodio è totalmente dedicato al dualismo tra i personaggi interpretati da Andy Samberg e Craig Robinson, con poco spazio ritagliato da Charles, Holt e Rosa. Una puntata totalmente dedicata al puro e semplice momento evocativo, rappresentando di fatto uno stop per la trama della stagione, ma che non può non scaldare il cuore al pubblico di vecchia data per il suo (a suo modo) struggente finale. Doug fuggito di prigione, grazie ad un aiuto nascosto a tutti da parte di Jake, si è rifugiato ad Amsterdam e telefona al distretto per parlare con proprio con il suo poliziotto preferito. La chiusura con il duplice “I love you” non può non riportare alla mente quel Guy Love che J.D. e Turk avevano così perfettamente rappresentato in Scrubs. Un rapporto oltre l’amicizia a cui ovviamente Brooklyn Nine-Nine non riesce ad avvicinarsi, ma non se ne può comunque non apprezzare il tentativo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Una puntata di stallo per la trama, ma fondamentale per Jake e per il suo personale cammino autoconclusivo: Doug ha rappresentato una parte fondamentale del suo arco narrativo ed era necessaria una degna conclusione a questa precisa sottotrama. Non si tratta sicuramente del miglior episodio per Doug&Judy, ma quel doppio “I love you” ripaga della mezz’ora circa di puntata dopotutto.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.