Chilling Adventures Of Sabrina 2×16 – Chapter Thirty-Six: At The Mountains Of MadnessTEMPO DI LETTURA 6 min

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Chilling Adventures Of Sabrina 2×16Un finale sotto certi punti di vista banale, prevedibile e forse eccessivamente smielato, ma tutto sommato adeguato al decadentismo narrativo che Chilling Adventures Of Sabrina sembra vivere da ormai diversi episodi; forse a convincere era stata la novità, i richiami ed il teen horror della prima parte della prima stagione. Chissà. Fatto sta che ciò che ne è seguito non è riuscito in alcun modo ad avvicinare i fasti di un tempo (salvo qualche eccezione, come per esempio l’episodio precedente, complice un Salem Saberhagen vecchio stampo).
Molti personaggi (villain principalmente) sono stati introdotti per poi essere progressivamente abbandonati a loro stessi: Blackwood, Lilith, Lucifero oppure Caliban, giusto per citarne alcuni. A fare da contraltare una narrazione al passo coi tempi ed in grado di abbracciare molteplici elementi odierni: comunità LGBT; patriarcato e quindi femminismo, machismo ostracizzante, bullismo, ecc. L’altro lato della medaglia è la gestione di queste tematiche, spesso e volentieri gestite in maniera sommaria o utilizzate semplicemente per riempire dei dialoghi (Rosalind che invoca alla lotta al patriarcato in un finale di puntata a caso, per esempio).
Molte erano le sottotrame di cui si attendeva una degna conclusione ma, purtroppo, solo alcune sono riuscite ad avere questa opportunità, mentre altre (principalmente riguardanti i personaggi abbandonati a loro stessi che si appuntavano poco sopra nella recensione) nemmeno sono state prese in considerazione. Luci ed ombre, quindi, per un finale che lascia a conti fatti decisamente scontenti per l’opportunità persa.

“All’inizio dei tempi, prima che ci fossero Dio e il Diavolo, c’era un grande e terribile nulla. Un vuoto. […] E vissero tutti felici e contenti. No, nessuno vive felice e contento alla fine di questa storia. Specie non Sabrina Spellman. […] E fu così che avvenne che non uno, ma due viaggi vennero intrapresi. Uno per trovare una Sabrina morta, sperduta nello spazio. L’altro, per trovare Sabrina e il Vuoto dentro di lei nel luogo dove si era esiliata. Una landa desolata, fuori da ogni mappa dell’uomo sulle Montagne della Follia.”

DOVE ERAVAMO RIMASTI?


La puntata conclusiva riprende in mano sia la narrazione della Sabrina rimasta sulla Terra, sia di Sabrina Stella del Mattino alle prese con il Vuoto. Il ritorno di quest’ultimo avviene in apertura ed è rapido, doloroso (la giovane muore tra le braccia della propria copia non in grado di salvarla), ma archiviato forse con eccessiva velocità.
La lotta contro il Vuoto si prospetta all’orizzonte, ma come spesso avviene in Chilling Adventures Of Sabrina la soluzione a dei problemi fino a quel momento di portata gigantesca viene trovata in un battito di ciglia: la Sabrina superstite recupera il vaso di Pandora (dal deus ex machina per eccellenza di questa stagione, ossia il venditore di cianfrusaglie di valore) e si immerge nel Vuoto consapevole che si tratta di una missione suicida, ma altrettanto conscia del fatto che il suo sacrificio salverebbe l’intero pianeta (e quindi amici, parenti, congiunti, ecc.). Tutto sembra andare per il verso giusto visto e considerato, tra l’altro, che Sabrina riesce ad essere tratta in salvo in un certo tal senso.
Ed è in questo preciso momento che gli sceneggiatori decidono di andare a ripescare tutti quei personaggi precedentemente abbandonati per creare un potpourri narrativo a dir poco nauseante.
Lucifero e Caliban cercano vendetta per Stella del Mattino e dichiarano guerra alle Spellman; Lilith si vendica di Lucifero e lo bandisce; un redivivo Blackwood sfrutta il momento di debolezza di Sabrina (che si auto-esilia in quanto asintomatica del Vuoto) per rientrare in scena, come se ce ne fosse bisogno.
Il sacrificio di Sabrina precedentemente evitato, tuttavia, non può più essere scongiurato: per poter rinchiudere il Vuoto nel vaso di Pandora la ragazza è costretta alla morte tra la commozione, i pianti, i flashback di rito e alle frasi sdolcinate al funerale dette dalle care ziette, pressoché inutili (a livello di conoscenza della magia) in ogni singola puntata. Ambrose, infatti, resta l’unico (insieme a Nicholas) a reggere la barca della stregoneria, in un mare di inadeguatezza magica ed incapacità di scrittura.

IL VUOTO


D’obbligo sottolineare, inoltre, come Sabrina avesse appuntato, dopo essere stata tratta in salvo in extremis, che il suo tentativo di rinchiudere il Vuoto non fosse stato completato del tutto. Assurdo quindi che solo a metà puntata inoltrata (dopo circa trenta minuti) spunti l’idea che forse sarebbe meglio completare la missione di Sabrina, visto che effettivamente non era stata portata a termine. L’assurdo diventa grottesco quando si giunge alla motivazione per cui la missione era stata comunque ritenuta un successo nonostante non fosse stata completata: la scritta “THE VOID” apparsa su un muro della chiesa sconsacrata è sparita quindi probabilmente tutto è andato come doveva andare.
E’ davvero accettabile prendere così sottogamba la prova ultima dei Terrori di Eldritch?
Se si considera che il contesto narrativo è un mondo stregato, poi, la scrittura su un muro risulta essere quasi un insulto all’intelligenza dello spettatore.

FINALE COMMOZIONANTE


Il finale è a conti fatti un happy ending: a parte Sabrina (e Caliban che nessuno tiene minimamente in considerazione) tutti vengono portati in salvo; Sabrina sembra spodestare Ecate all’accademia; Nicholas raggiunge Sabrina (suicidandosi?) nell’Aldilà. Anche la scelta dell’Aldilà, luminoso e candido, diciamo che fatica a rispecchiarsi in una serie tv che per oltre trenta puntate ha parlato di Lucifero, Inferi, stregoneria oscura e diavoli.

#FreeSalemSaberhagen


Ciò che fa veramente rabbia, però, è un singolo frame ed una deprecabile scelta in fase di sceneggiatura che ricorre ad inizio puntata.
Stella Del Mattino fugge al Vuoto con Salem ed approda nella realtà di Sabrina con il gatto.
Quest’ultimo, non preso in considerazione nemmeno per sbaglio, anzi, neanche visto e/o menzionato, giace riverso a terra nella camera da letto della teenager mentre questa piange disperata la scomparsa del suo doppio. Al gatto nessuno ci pensa?

“Addio, zia Zelda.
Addio, zia Hilda.
Addio, Harvey.
E Roz, Theo e Robin.
E Ambrose.
E Prudence, Agatha, la Baxter High e la congrega.
E Greendale.
E Salem.
E Nick.
Addio, Nick.
Addio, Nicholas.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La sequenza strappalacrime di Sabrina e gli addii con relativi flashback
  • Kiernan Shipka, forse unico vero motivo per cui questa serie ha davvero avuto senso di essere vista
  • Ambrose ed il suo ruolo sempre fondamentale
  • Il Vangelo di Lovecraft
  • The Void
  • Nick e Sabrina
  • Per una volta niente momento musicale
  • Sceneggiatura e relativi buchi
  • La gestione dell’ultimo Terrore
  • Blackwood, Lilith, Caliban e Lucifero
  • Happy ending con sacrificio abbastanza prevedibile
  • Finale di puntata e l’Aldilà
  • Ma il vuoto si manifesta come scritta sul muro? Dannati murales…

 

Chilling Adventures Of Sabrina trova conclusione così, con un estremo sacrificio, una sceneggiatura gestita davvero male e personaggi forse anche peggio. Un’occasione persa? Forse sì, visto e considerato quanto poco queste trentasei puntate siano riuscite a lasciare allo spettatore nonostante il finale comunque coinvolgente e toccante, complice morte e funerale del personaggio cardine dell’intero show.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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