Clarice 1×03 – Are You Alright?TEMPO DI LETTURA 5 min

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Recensione Clarice 1x03Dopo due primi episodi che si sono svolti tra alti e bassi, con la vittoria contro il capo della setta, nonostante un po’ di sangue sul viso e altri morti criminali sulla coscienza, Clarice è di nuovo pronta questa settimana a risolvere il caso da lei individuato in “The Silence Is Over“.
Infatti, si è rivelata fondata la pista di Clarice per gli omicidi di Angela Bird, Tess Laughty e Sandra Bishop, oltre al tentato omicidio della giornalista Rebecca Clark-Sherman per tacere esperimenti illegali su un farmaco di un trial clinico, convincendo così la squadra e in particolare Paul Krendler a procedere con l’interrogatorio del killer.
Karl Wellig si dimostra da subito un personaggio interessante con i suoi trascorsi nell’esercito, la compostezza e la lucidità nel valutare la situazione durante la sua permanenza con i federali. L’abilità di Clarice di capire che si tratta di un killer assoldato da qualcun altro rende l’episodio ancor più godibile per la mancanza effettiva di prove e la consapevolezza che probabilmente le cose stanno così come intuito dalla protagonista attraverso la scienza comportamentale, continuamente ridicolizzata dai colleghi, ma alla fine sempre presa in considerazione quando si trovano alle strette.
Nonostante tutto l’episodio si svolga in pochi luoghi, in particolare nella sala degli interrogatori con Karl Wellig, gli autori tengono alta la tensione e l’interesse, riprendendosi dopo un episodio come “Ghosts Of Highway 20” in cui il personaggio di Clarice sembrava aver perso qualcosa del suo appeal. Inoltre l’aspetto più propriamente crime qui si fonde ottimamente con l’evoluzione dei personaggi e dei loro rapporti interni, oltre all’azione e alla storia che viene portata avanti e che porta ad aumentare la curiosità per ciò che sta per accadere.

I MOSTRI SONO IL RIFLESSO DELLA SOCIETÀ IN CUI GLI UOMINI VIVONO


Ruth Martin: “The vulnerable of our country disappear, and no one remembers their names. Not everyone who has been abducted by a monster is lucky enough to be the daughter of a senator, sir. […]. Imagine someone out there field-dressing one of them like a deer. Do you really believe that I wouldn’t, that every mother wouldn’t give everything to spare their child that? The monsters among us aren’t aberrations. They’re a reflection of who we are. What we do with them and how we decide to root them out is also a reflection of who we are. I just hope we don’t become a society that sits idly by.”

L’enigmatica figura del procuratore generale Ruth Martin si fa portavoce di un’importante verità: i serial killer non solo sono parte della società ma sono parti veri e propri di quest’ultima. Ma non tutti gli abomini sono serial killer e Ruth Martin con la sua visione esclusivamente politica non riesce ad andare molto oltre il suo naso.
Chi sconta tutto ciò sono le vere vittime come Clarice e Catherine, due facce della stessa medaglia: l’una che si getta nel mondo nonostante i suoi problemi e l’altra che lo rifiuta consapevole di non essere pronta perché ancora troppo spaventata.
Clarice, attraverso il meccanismo psicologico della rimozione, manifesta un sentimento di onnipotenza che l’ha contraddistinta sin dalla sua fuga con l’agnello, mentre Catherine non riesce a chiudersi a guscio internamente ma solo esternamente, chiudendosi in camera e rifiutandosi di uscire.
Difficile dire chi sia la più saggia dal momento che gli incubi continuano a perseguitare per sempre chi non si decide ad affrontarli. Il risultato rimane comunque lo stesso: perdersi in sé stessi per così tanto tempo da faticare a ritrovarsi.

DISTINGUERE TRA REALTÀ E FOLLIA


Therapist: “Agent Krendler recanted your statement to the press. That must have been very hard.”
Clarice: “I respect his judgment. He was just protecting the case.”
Therapist: “The case or you? I need you to consider that given everything you’ve been through, maybe your perceptions aren’t as solid as you think.”
Clarice: “I know what’s real and what’s not, sir. I really do have to go now.”

Il ricorrere della Sfinge Testa di Morto come immagine del desiderio di cambiamento di Clarice, così come già avvenuto nel serial killer Buffalo Bill, risulta sinistro e anche un po’ macabro al tempo stesso per la sua origine. Ma vorrà veramente cambiare? Sicuramente la proposta dell’amica Ardelia Mapp si fa allettante nei momenti bui ma la Starling è per l’azione, anche se il desiderio di superare il momento difficile che sta passando può portarla fuori strada.
Fatto certo è il suo disturbo post-traumatico da stress che, si spera, non porti la protagonista troppo lontano tra pensieri intrusivi e ricordi remoti, ma sempre presenti, come l’uccisione del padre sui monti Appalachi in Tennessee.

“SOMEONE WHO SHOOTS STRAIGHT”


Clarice: “I think I have some memories I need to look at.”
Therapist: “Think you’re ready to look at them?”
Clarice: “I am. But not with you. You’re trying to gaslight me, sir.”
Therapist: “I’m trying to get you to face…”
Clarice: “You might think you are. You’re just not very good at your job.”
Therapist: Ah. Well, then. I wish you luck finding someone who’s better at it than I am.
Clarice: “I actually need to find someone who’s better at it than I am… and someone who shoots straight.”

Che Clarice a questo punto abbia bisogno di una mano è fuori discussione e nonostante il fascino anni ’90 del suo terapista, non è sicuramente lui quello di cui la protagonista ha bisogno perché non propriamente alla sua altezza. E quel “need to find someone who shoots straight” lascia davvero aperto un interrogativo enorme: si potrebbe trattare forse di Hannibal Lecter, l’unico che veramente l’ha capita e aiutata con il suo qui(d) pro quo? Ma dopo un magistrale Anthony Hopkins e, negli ultimi anni, Mads Mikkelsen sarà molto difficile immaginare un Hannibal con un altro volto, fisicità e carisma.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Aver riportato in auge la storia di Clarice con un livello di riflessione che va accrescendosi di episodio in episodio
  • Plot twist dopo plot twist
  • Troppa velocità per elaborare le informazioni
  • La dipartita di un personaggio diventato importante e sul punto di rivelare informazioni cruciali attraverso un escamotage da poco

 

Clarice non conferma e non smentisce ma regala un episodio godibile e molto intrigante in cui psicologia e azione si fondono perfettamente.

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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.

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