Clarice 1×13 – Family Is FreedomTEMPO DI LETTURA 3 min

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recensione Clarice 1x13Come ampiamente previsto, il finale di stagione di Clarice riprende da dove si era interrotto, con il cliffhanger finale di “Father Time” che lasciava la sorte della protagonista, Clarince Starling, in bilico.
Come da manuale, l’episodio si trasforma ben presto in un thriller in cui le scene adrenaliniche si susseguono per tutti i 40 minuti di puntata, fino ad un finale “rilassante” in cui la protagonista trova una sorta di pace interiore. Una pace che ovviamente, nel caso di Clarice, non è mai sinonimo di calma, ma più che altro di una nuova fase di conflitti interiori.

SALVARE GLI AGNELLI


“He was the best man I’ve never knew. But he wasn’t. Was a criminal. And a coward. And he betrayed us. […] I build my life on him. Now I think I have to choose my entire being to myself.”

Ancora una volta, infatti, la giovane profiler del Vicap si trova alle prese con un pericoloso serial killer (perché questa è la definizione corretta, checché ne dica la stessa Clarice) e con degli agnelli da salvare, leitmotiv che accompagna tutta la sua carriera umana e professionale.
Ma questa volta Clarice ha dalla sua una consapevolezza maggiore dei propri mezzi. Elementi che concorrono a far sì che riesca a manipolare i suoi carcerieri, prima Nils Hagen e poi suo figlio Tyson, fino ad indurlo consapevolmente al suicidio.
Uno stratagemma narrativo (quello di far perdere tempo al nemico in modo che sveli il suo piano) che potrebbe sembrare banale e già visto ma che, in questo caso, è in linea con la protagonista e il suo “modus operandi”. Meno belle sono invece le soluzioni narrative usate per le indagini del Team-Vicap. In questo caso sembra si arrivi alla soluzione solo con intuizioni a caso e con scene parecchio forzate (come l’evoluzione repentina di Esquivel) che mostrano maggiormente una volontà di chiudere la serie il più sbrigativamente possibile rispetto al prediligere una crescita dei personaggi a livello caratteriale.

TRA MITO E THRILLER


“People believe in stories. They’re binded to myths.”

Ciò che salva la puntata è piuttosto l’atmosfera di continua tensione che non lascia mai lo spettatore dall’inizio alla fine. Come già scritto anche in altre recensioni, Clarice è una serie particolare, un ibrido fra un thriller/noir dal sapore femminista (e anti-razzista, come dimostra il personaggio di Ardelia) e un urban-horror. Elementi che non mancano di certo anche in questo episodio.
Il tutto, però, impreziosito anche da una venatura di mito greco rivisitato in chiave contemporanea, a cui continuamente richiamano i dialoghi e le situazioni (come il riferimento alle fotografie “memento mori”). D’altra parte ci si muove sempre in ambito psicologico per cui i miti greci sono da sempre il pozzo da cui attingere per metafore sul comportamento umano.

“COUNTRY ROAD TAKE ME HOME”


“Hi, mum!”

Un finale di stagione, dunque, che ha parecchie cose interessanti al suo interno e che, ad ogni modo, si lascia vedere ma che rivela, in fondo, il suo essere un finale fatto apposta per chiudere in fretta la sotto-trama orizzontale. Per ora senza sapere se ci sarà o no una seconda stagione.
In attesa di conoscere le novità sul futuro dello show, ci si chiede quale sia il lascito di questa serie nel panorama seriale del 2021. Sicuramente un prodotto del genere attrae per i suoi riferimenti originari e per l’empatia nei confronti della protagonista. Ci sono però sempre delle difficoltà per quanto riguarda il ritmo e la struttura degli episodi. Oltre al fatto che non sembra esserci stata questa grande evoluzione dai primi agli ultimi episodi.
Tutto dipende dal cliffhanger finale, e da quale strada intraprenderà Clarice dopo essere passata dalle montagne del West Virginia, ben descritte nella meravigliosa soundtrack che accompagna l’ultima scena.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Rebecca Breeds (Clarice)
  • Team-Vicap sempre e comunque
  • Episodio dalla tensione continua
  • Riferimenti alla mitologia greca
  • Michael Cudlitz (Paul Krendler)
  • Scena finale
  • Soluzioni narrative un po’ sbrigative
  • Poco chiaro il futuro dello show
  • Qualche personaggio un po’ forzato

 

Partita in maniera altalenante, la prima stagione di Clarice trova in questo episodio una degna conclusione, anche se alcuni elementi tradiscono una scrittura per molti versi improvvisata e precaria.

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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