Clarice 1×04 – You Can’t Rule MeTEMPO DI LETTURA 4 min

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Continua la storyline orizzontale di Clarice che prosegue direttamente dal punto lasciato in sospeso da “Are You Alright?”. Tuttavia, a differenza dell’episodio precedente, l’attuale puntata stenta molto ad avviarsi, riservando il meglio solo al cliffhanger finale.
L’inedita coppia di misconosciuti sceneggiatori Gabriel Ho e Lydia Teffera fanno del loro meglio ma a “You Can’t Rule Me” sembra veramente mancare quel qualcosa per far fare “click” alla puntata. E, sfortunatamente, questa non è la prima volta che accade.

UN’INTRODUZIONE FORSE TROPPO LUNGA


Come ormai è prassi per questo show, l’introduzione iniziale presenta la protagonista impegnata in una sorta di “seduta psicanalitica”, condita da un montaggio alternato a tema splatter/gore. Tale scelta narrativa è diventato una sorta di “marchio di fabbrica” per la serie, anche se in questo caso si ha una specie di variazione sul tema.
La “seduta” diventa l’interrogatorio da parte del direttore dell’FBI in merito alla morte di Karl Welling. In questo segmento narrativo le testimonianze di Clarice e dei colleghi si alternano alle immagini del cadavere di Welling smembrato dai medici legali all’interno di un obitorio. Il tutto, condito dalle immagini del jogging mattutino da parte della stessa Clarice, ennesima metafora del suo stato d’animo.
Un’introduzione alquanto lunga e prolissa, che poteva tranquillamente essere ridotta e che appesantisce ulteriormente un episodio già di per sé molto lento.

NASCITA DI UN VILLAIN?


Tuttavia, la puntata presenta un aspetto positivo che non è affatto da poco: viene introdotta quella che potrebbe essere, a tutti gli effetti, la prima vera “villain stagionale” dello show.
Luanne Felker (Natalie Brown) viene presentata all’inizio in maniera abbastanza anonima. Si tratta della sorella di Marylin Felker, una dottoressa che ha a che fare con il misterioso “complotto sanitario” su cui investigano Clarice e soci. Proseguendo nella narrazione si scopre che, in realtà, Marylin Felker viene tenuta in stato comatoso proprio dalla sorella, non risultando affatto una semplice pedina casuale all’interno di questa storia intricata. Il tutto porta ad un cliffhanger mozzafiato in cui viene mostrato come, in realtà, Clarice non abbia imparato molto dalle sue precedenti esperienze con i “dottori psicopatici”. Rimane comunque un plot twist molto interessante, ben strutturato e che rivela finalmente un villain carismatico e degno di questo nome per lo show.

NON SOLO CLARICE


Il merito principale dell’episodio, però, è soprattutto quello di aver messo finalmente al centro della narrazione anche gli altri membri del “team” di Clarice. In particolar modo:

  • viene finalmente mostrato il lato più “paterno” di Paul Kendler (Michael Cudlitz) con il suo voler proteggere sempre e a tutti i costi i membri del proprio team. Tale aspetto, già presente nei romanzi di Thomas Harris, pone il character in una veste inedita e completamente diversa da quella del film Hannibal del 2001 (dove ad interpretare il personaggio era un viscido e sessista Ray Liotta).
  • Allo stesso modo, c’è un approccio più attivo alle indagini da parte degli agenti Esquivel (Lucca De Oliveira) e Tripathi (Kal Penn). Questi si smarcano dall’essere semplici personaggi di contorno e diventano i veri “deus ex-machina” nel trovare gli indizi decisivi per le indagini (anche se il modo in cui ci riescono risulta sempre un po’ troppo raffazzonato e casuale).
  • Ultima, ma non meno importante, Ardelia (Devyn Tyler) a cui viene meno la solidarietà femminile nei confronti della coinquilina a causa di una divergenza professionale.

Cambiamenti importanti che dimostrano come i character secondari possono (e devono) anche non agire sempre e solo in funzione della protagonista ma trovare un loro percorso di crescita all’interno della storyline narrata.
Un punto di svolta notevole per uno show che stava assopendosi sempre più su sé stesso e che, si spera, da adesso in poi possa mostrare il suo vero potenziale.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Luanne Felker is the new Hannibal Lecter?
  • Clarice e il suo team che finalmente vanno di pari passo
  • Evoluzione di Ardelia Wapp
  • Intro fin troppo lungo e prolisso
  • Indizi che spuntano sempre un po’ a caso
  • Fino agli ultimi dieci minuti non accade granché in realtà

 

“You Can’t Rule Me” viaggia come se fosse caricato a diesel: inizio molto lento e prolisso, qualche buona scena qua e là, ma poi parte forte solo nel finale. È comunque un buona puntata di raccordo che rilascia un buon hype per i prossimi episodi.

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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